Il parco - giardino
Lo splendido parco conserva ancora oggi, nonostante le trasformazioni subite nel corso degli anni, un eccezionale valore culturale ed ambientale. Il patrimonio arboreo ed arbustivo si configura come una associazione costituita da leccio, alloro e bosso a cui si aggiungono altre specie autoctone come l’orniello, l’acero campestre, la roverella, il carpino nero, l’olmo, il corniolo ed altre immesse per la costruzione del sito, quali il tiglio, le conifere ed alcune specie esotiche.
L’impianto del parco-giardino, così come si presenta ancora oggi, fu probabilmente realizzato da Fabrizio e Giuseppe Locatelli verso la metà del XVIII secolo (nel 1693 il fondo veniva ancora classificato, da un atto notarile, come arativo, vitato e pergolato) seguendo il gusto in voga in Italia in quel periodo, che prevedeva uno schema di impostazione romantica e neoclassica, recependo nel contempo le formule paesistiche inglesi, tendenti a ricreare artificialmente le forme naturali. Questa ricerca del “naturalismo” è ottenuta attraverso l’uso sapiente delle essenze, con la creazione di elementi naturali artificiali come laghetti, vialetti sinuosi ecc. e con l’inserimento di costruzioni neoclassiche all’interno della vegetazione. Il giardino di Villa Redenta nasce come complemento di una villa suburbana e può essere suddiviso in alcuni elementi organici fondamentali. Un giardino formale impostato su componenti di assialità e simmetria; lungo il viale principale, ortogonale alla Villa, si incentra la fontana dell’obelisco (realizzata probabilmente da Giuseppe Fabbri scalpellino, nella seconda metà del 1700) che si dispone in posizione centrale e simmetrica rispetto alle aiuole geometriche circostanti, più avanti una balaustra funge da ingresso al piazzale antistante il teatrino. Quest’ultimo, collocato come scenario prospettico alla fine del viale, fu realizzato alla maniera degli edifici classici (con mura in rovina che inglobano autentici frammenti di epoca romana) e costituiva il fondale per le rappresentazioni che si svolgevano nel parterre antistante.
Il parco, disegnato in maniera non formale, seguendo schemi naturalistici, è attraversato da tortuosi sentieri che ritagliano aiuole di forma irregolare e che accompagnano il visitatore alla scoperta di grotte, rocce artificiali ed altri componenti collocati con l’intento di dare l’idea di “naturalità”. All’interno del bosco vi sono elementi che rendono suggestiva ed interessante la passeggiata; la fontana rupestre, composta da rocce da dove sgorgano le acque che si raccolgono in un laghetto di forma irregolare alla base della stessa; la meridiana, costituita da uno gnomone posto su di una colonna classica, che proietta l’ombra su una platea in cotto dove sono incisi i segni dello zodiaco; la neviera, realizzata in un pozzo scavato nel terreno, munito di scale per l’accesso e la risalita, all’interno del quale veniva, in inverno, costipata della neve che si manteneva ghiacciata anche nel periodo estivo e veniva usata per servire gelati e granite agli ospiti del tempo. In fondo si trova il teatro delimitato da un frons scenae fintamente diroccato che ingloba autentici frammenti di epoca romana.
Il boschetto dei lecci è ubicato nella zona Ovest del parco e si integra perfettamente con i finti ruderi realizzati nell’angolo del muro di cinta, i quali simulano le pareti di un edificio classico in cui si mescolano sia elementi tipici di un interno ad altri che ne caratterizzano l’aspetto esterno, in modo da creare una sorta di ambiguità prospettica. Il giardino segreto, collocato sulla sinistra della villa, è ricompreso fra la cappella e l’altra facciata simmetrica in adiacenza della limonaia ed separato dal resto del parco da una balaustra in pietra. Nella zona Est del parco, in adiacenza delle ex Scuderie, a circa due metri e mezzo sotto il livello delle zone a prato, è possibile ammirare un tratto di pavimentazione romana, realizzata in elementi di cotto posato a spina di pesce; sull’area in cui sorge Villa Redenta furono ritrovati nel 1608 numerosi reperti e frammenti di marmi antichi che testimoniano la preesistenza di un insediamento di epoca romana. Sempre nella stessa zona, nei pressi del “falso” tempietto dorico e della Café-house sorge uno degli esemplari arborei più interessanti del giardino, un imponente cedrus libani riferibile all’impianto originario, il quale ha un’altezza di circa 19 metri, una circonferenza del tronco di 480 cm ed un’età di oltre duecento anni.
Il parco-giardino di Villa Redenta è stato oggetto di un progetto globale di restauro da parte della Provincia di Perugia, attuato mediante un intervento finalizzato al suo recupero storico filologico.