Schede primarie
Il rispetto nelle relazioni: Obiettivo Parità di Genere
Progetto rivolto agli studenti delle scuole superiori delle provincia di Perugia.
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La Provincia di Perugia e la Consigliera di Parità Elena Bistocchi in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, lunedì 25 novembre 2024 hanno dato inizio al Progetto “Il rispetto nelle relazioni: Obiettivo Parità di Genere” rivolto agli studenti delle scuole superiori delle provincia di Perugia. Nel corso della mattinata, a cui hanno partecipato circa 80 ragazze e ragazzi del Liceo Artistico Bernardino di Betto di Perugia e dell’Istituto di Istruzione Superiore Giordano Bruno, sono state affrontate le tematiche oggetto del progetto: rispetto nelle relazioni, stereotipi e linguaggio di genere, parità di genere.
Dopo questo primo incontro formativo e di sensibilizzazione, ciascuna classe sceglierà uno dei focus sul quale le ragazze e i ragazzi si confronteranno da protagonisti con un approccio bottom-up, valorizzando così, le loro capacità di ricerca, analisi critica, elaborazione e condivisione. In questi percorsi saranno supportate/i oltre che dai/dalle proprie/propri insegnanti, anche da esperte/i.Le attività termineranno con la restituzione pubblica dei risultati progettuali, nelle diverse forme individuate dalle classi.
Ad introdurre la mattinata è stata la Consigliera di Parità della Provincia di Perugia Elena Bistocchi "La diffusione della cultura della parità di genere è necessaria e va attuata in tutti i campi, specialmente nel mondo del lavoro dove è necessario contrastare ogni discriminazione e coinvolgendo le scuole al fine di condividere strumenti per il superamento degli stereotipi di genere. Oggi, lavorando sulla prevenzione, che si attua anche con attività di formazione e di sensibilizzazione, ci concentriamo sulla decostruzione dello stereotipo di genere e parleremo del rispetto nelle relazioni. Serve diffondere la cultura del rispetto – conclude Bistocchi - per favorire l’implementazione e la diffusione della cultura della parità di genere anche attraverso l’adozione di un linguaggio rispettoso scevro da pregiudizi"
All’iniziativa, che si è svolta a Perugia, nella Sala del consiglio presso il Palazzo della Provincia, hanno portato i saluti istituzionali Stefania Proietti, presidente della Provincia di Perugia Francesca Pasquino consigliera Provinciale, Francesca Tizi assessora Comune di Perugia e Caterina Grechi Presidente C.P.O Regione Umbria. “Voglio rimarcare, insieme a voi, la ferma volontà di sostenere sempre di più i Centri anti violenza - ha detto Stefania Proietti, presidente della Provincia di Perugia - che sono dei punti di riferimento nella nostra regione, fondamentali per le donne che subiscono violenza, per i loro figli e per le loro famiglie. Questi Centri possono rappresentare la salvezza per tante donne che si trovano nella spiacevole condizione di vittime di soprusi. Ricordo volentieri, inoltre, l’impegno delle agenti di polizia locale e provinciale che lavorano nel campo della sicurezza e spesso sono di grande aiuto nell’aiutare le donne.
La presenza di noi donne nei ruoli istituzionali e nelle professioni, che per troppo tempo sono rimasti appannaggio solo degli uomini è importante, per il carisma, per la sorellanza che ci unisce, per il senso di rifugio e di cura che esprimiamo nei confronti delle altre donne/sorelle”.
L’incontro ha visto gli interventi di Rosella De Leonibus, psicologa-psicoterapeuta, l’antropologa Roberta Pompili e l’antropologo Andrea Ravenda (docente presso l’università degli studi di Torino).
Rosella De Leonibus ha consegnato ai ragazzi presenti un cartoncino con su scritto: Quando qualcuno ti ama: Non ti umilia, non ti tratta male, non ti mette pressione, non ti dice come vestirti, non deride i tuoi progressi, non ti controlla, non ti isola, non è invidioso di te, non ti infastidisce e non ti ridicolizza. “Chi ti vuole bene non ti tratta male ma ti ama, quando dici no. E’ no. Non ci devono mettere pressione per prendere una decisione, magari affrettata. Se mi dici come mi devo vestire vuol dire che mi consideri una tua proprietà, dobbiamo essere libere di esprimerci anche attraverso il nostro modo di essere”. Questi concetti semplici, ma non scontati, hanno catturato l'attenzione degli studenti portandoli ad una riflessione personale visibile anche dall’esterno attraverso uno sguardo attento che non si è mai distolto dall’argomento.
A seguire l'antropologa Roberta Pompili e l'antropologo Andrea Ravenda hanno presentato un intervento articolato sulla descrizione dello stereotipo di genere e la sua decostruzione, lo stereotipo frutto di culture acquisite che come tali possono essere modificate. Si sono soffermati sull'aspetto della duplice lettura degli stereotipi di genere. Un intervento a due voci, con un’analisi critica su ciò che ci circonda, sui tanti condizionamenti determinati da questioni culturali e sociali che ci limitano quotidianamente. GIi stereotipi di genere colpiscono allo stesso tempo donne e uomini e ci intrappolano in ruoli prestabiliti. Imparare a riconoscerli, analizzarli e decostruirli è fondamentale per migliorare la società, per rendere libere le persone e più sane e rispettose le relazioni.