Il 2 giugno del 1946 in Italia si votò per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente.
Con il suffragio universale e l’esercizio dell’elettorato passivo, le donne entrarono per la prima volta in Parlamento. Le elette furono 21 su un totale di 556 deputati, a giusto titolo definite le nostre “Madri Costituenti”.
Pur appartenendo a schieramenti politici diversi, fecero spesso fronte comune per l’affermazione dell’uguaglianza giuridica fra i sessi, per il superamento dei tanti ostacoli che rendevano difficile la partecipazione delle donne alla vita politica, sociale ed economica del paese.
Delle 21 costituenti, 5 entrano nella famosa “Commissione dei 75” incaricata di scrivere la Carta Costituzionale: Maria Federici, Angela Gotelli, Tina Merlin, Teresa Noce e Nilde Jotti che trent’anni dopo divenne la prima Presidente della Camera donna.
Farle conoscere, dare loro visibilità è solo un piccolo contributo, un piccolo gesto per omaggiare grandi donne.
Il 2 giugno del 1946 in Italia si votò per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente.
Con il suffragio universale e l’esercizio dell’elettorato passivo, le donne entrarono per la prima volta in Parlamento. Le elette furono 21 su un totale di 556 deputati, a giusto titolo definite le nostre “Madri Costituenti”.
Pur appartenendo a schieramenti politici diversi, fecero spesso fronte comune per l’affermazione dell’uguaglianza giuridica fra i sessi, per il superamento dei tanti ostacoli che rendevano difficile la partecipazione delle donne alla vita politica, sociale ed economica del paese.
Delle 21 costituenti, 5 entrano nella famosa “Commissione dei 75” incaricata di scrivere la Carta Costituzionale: Maria Federici, Angela Gotelli, Tina Merlin, Teresa Noce e Nilde Jotti che trent’anni dopo divenne la prima Presidente della Camera donna.
Farle conoscere, dare loro visibilità è solo un piccolo contributo, un piccolo gesto per omaggiare grandi donne.