Con un intervento del valore di 220.000 euro l’area è stata trasformata, con l’eliminazione della grande pianta centrale e la totale pavimentazione, ricorrendo all’uso di materiali locali come la pietra serena.
La rimozione del grande albero si è resa necessario poiché le radici avevano creato dei rialzamenti dello strato bituminoso esistente.
La progettazione dell’intervento, come spiegato dall’architetto Rubina Perugini, è stata preceduta da un ricerca storica basata sull’analisi dei documenti catastali antichi, quali il Catasto Chiesa settecentesco, il catasto Gregoriano ottocentesco e catasti comunali successivi. Studi da cui si è risaliti all’origine del nome della stessa piazza, legato alla presenza dall’antica Chiesa di Sant’Agostino, poi demolita perché in condizioni strutturali non sicure.
“L’analisi – è stato spiegato nel corso dell’inaugurazione - ha portato ad individuare un segno storico importante, che era quello della chiesa, della sagrestia e dell’orto, che costituivano un brano edilizio contiguo che andava ad occupare gran parte della zona a sud dell’attuale piazza”.
Da qui la scelta di ricorrere al mattone per delimitare i contorni dello spazio che un tempo doveva essere occupato dall’antica chiesa.
Da un punto di vista strettamente tecnico, il progetto ha previsto la rimozione di tutta la pavimentazione e la successiva manutenzione dei sottoservizi (illuminazione pubblica, rete fognaria, rete di adduzione dell’acqua, rete di distribuzione del gas). L’ultima fase è consistita nella ricostruzione della pavimentazione, ricorrendo come detto a blocchi di pietra serena e mattoni.