Optare per le energie rinnovabili significa fare la scelta responsabile di impegnarsi per lo sviluppo sostenibile e per le generazioni future. Nel 2015, se i Paesi dell’Unione europea avranno soddisfatto i propri impegni, l’energia elettrica prodotta in Europa dovrebbe provenire da fonti rinnovabili per il 25 per cento.
Nel corso degli ultimi anni lo sviluppo delle energie rinnovabili in Europa ha preso uno slancio concreto. Le ragioni non sono solo ambientaliste (lotta contro le emissioni di gas serra, contro l’inquinamento, ecc.), ma anche economiche (riduzione della dipendenza energetica, ecc.).
La Svezia ha rinunciato ai combustibili fossili: tram a biogas, riscaldamento da biomasse, ecc. La Scozia investe sulle energie rinnovabili, in particolare sulle onde e sul vento d’alto mare. La Germania si pone l’obiettivo di raggiungere il 47 per cento di energia rinnovabile nel 2020.
Copenaghen si è già meritata il titolo di capitale più sostenibile d’Europa: quasi il 20 per cento del fabbisogno energetico nazionale è già coperto dalle centrali eoliche, molte off-shore. Per il futuro il governo danese punta sulle biomasse come la fonte rinnovabile che potrà dare il contributo maggiore per affrancare la Danimarca dai combustibili fossili entro il 2050.
La Spagna è oggi il secondo produttore mondiale di energia eolica e il maggior produttore di energia solare nell’Unione europea.
Perfino la Polonia punta in misura sempre crescente sulle energie rinnovabili che dovranno passare al 15 per cento già nel 2020 e al 20 per cento nel 2030. A tal fine dovranno essere promossi investimenti in particolare nel settore degli impianti a biogas.
La Commissione europea ha ribadito il proprio impegno a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili mediante alcune direttive (sull’elettricità verde, sull’efficienza energetica degli edifici, sui biocarburanti, sull’efficienza dei servizi energetici, ecc.), la fissazione di obiettivi di sviluppo su orizzonti diversi e un programma di azioni.
Da ciò deriva anche l’opportunità di creare diversi tipi di posti di lavoro: si va dalla ricerca e sviluppo alla produzione e alla distribuzione (settore industriale), ma anche informazione e sensibilizzazione, studio e progettazione per l’installazione e la manutenzione delle apparecchiature presso l’utente finale.
Relativamente all’occupazione (le energie rinnovabili creano più posti di lavoro rispetto ai combustibili fossili), le esigenze riguardano ingegneri, project manager e tecnici, oltre che commerciali e consulenti.
Optare per le energie rinnovabili significa fare la scelta responsabile di impegnarsi per lo sviluppo sostenibile e per le generazioni future. Nel 2015, se i Paesi dell’Unione europea avranno soddisfatto i propri impegni, l’energia elettrica prodotta in Europa dovrebbe provenire da fonti rinnovabili per il 25 per cento.
Nel corso degli ultimi anni lo sviluppo delle energie rinnovabili in Europa ha preso uno slancio concreto. Le ragioni non sono solo ambientaliste (lotta contro le emissioni di gas serra, contro l’inquinamento, ecc.), ma anche economiche (riduzione della dipendenza energetica, ecc.).
La Svezia ha rinunciato ai combustibili fossili: tram a biogas, riscaldamento da biomasse, ecc. La Scozia investe sulle energie rinnovabili, in particolare sulle onde e sul vento d’alto mare. La Germania si pone l’obiettivo di raggiungere il 47 per cento di energia rinnovabile nel 2020.
Copenaghen si è già meritata il titolo di capitale più sostenibile d’Europa: quasi il 20 per cento del fabbisogno energetico nazionale è già coperto dalle centrali eoliche, molte off-shore. Per il futuro il governo danese punta sulle biomasse come la fonte rinnovabile che potrà dare il contributo maggiore per affrancare la Danimarca dai combustibili fossili entro il 2050.
La Spagna è oggi il secondo produttore mondiale di energia eolica e il maggior produttore di energia solare nell’Unione europea.
Perfino la Polonia punta in misura sempre crescente sulle energie rinnovabili che dovranno passare al 15 per cento già nel 2020 e al 20 per cento nel 2030. A tal fine dovranno essere promossi investimenti in particolare nel settore degli impianti a biogas.
La Commissione europea ha ribadito il proprio impegno a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili mediante alcune direttive (sull’elettricità verde, sull’efficienza energetica degli edifici, sui biocarburanti, sull’efficienza dei servizi energetici, ecc.), la fissazione di obiettivi di sviluppo su orizzonti diversi e un programma di azioni.
Da ciò deriva anche l’opportunità di creare diversi tipi di posti di lavoro: si va dalla ricerca e sviluppo alla produzione e alla distribuzione (settore industriale), ma anche informazione e sensibilizzazione, studio e progettazione per l’installazione e la manutenzione delle apparecchiature presso l’utente finale.
Relativamente all’occupazione (le energie rinnovabili creano più posti di lavoro rispetto ai combustibili fossili), le esigenze riguardano ingegneri, project manager e tecnici, oltre che commerciali e consulenti.