Il punto sui Centri antiviolenza della Provincia di Perugia Il nodo da sciogliere la precarietÃÂ dei finanziamenti
(Cittadino e Provincia) Perugia, 26 novembre 2020 - Un piccolo, ma fortemente motivato, esercito di volontarie contro la violenza sulle donne, attivo h24, formato nelle varie professionalità per aiutare chi, vittima di maltrattamenti, intende uscire dalla condizione di sottomissione o semplicemente avere un punto di riferimento a cui confidare la propria situazione.
Volontarie che rendono possibile l’apertura dei Centri antiviolenza che nel territorio della Provincia di Perugia formano una rete alla quale sempre più donne si rivolgono.
I Centri Antiviolenza di Perugia e Terni sono nati nel 2014 con il progetto del Dipartimento delle Pari Opportunità “Umbria Antiviolenza”, lavorano in rete con i servizi territoriali e utilizzano metodologie di lavoro condivise e validate da tutte le principali organizzazioni internazionali che si sono occupano di aiutare le donne che subiscono violenza.
Per iniziativa della Consigliera di Parità avv. Giuliana Astarita, affiancata dalla supplente, prof.ssa Cristina Gatti e dell’ente di Piazza Italia rappresentato dalla Consigliera Erika Borghesi, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è svolta una conferenza incentrata proprio sui Centri antiviolenza operativi nel territorio provinciale grazie all’impegno delle Associazioni che si fanno carico di un fenomeno che anche in Umbria desta preoccupazione. Attraverso le testimonianze di Elena Bistocchi dell’Associazione Libera .. Mente ets di Perugia, di Adelaide Coletti dell’Associazione Donne contro la guerra di Spoleto e Marina Fernando dell’Associazione Donne La Rosa di Città della Pieve e i contributi delle numerose partecipanti tra cui la dott.ssa Lorena Pesaresi, funzionario della Provincia di Perugia responsabile della programmazione della rete scolastica sono emerse alcune criticità. Quella più pressante riguarda la situazione economica troppo precaria per il corretto funzionamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio che accolgono le donne e i loro figli. Da qui la richiesta di finanziamenti certi nell’entità e nella durata nel tempo che permettano all’organizzazione di programmare le loro attività almeno per un periodo triennalmente. L’obiettivo infatti è quello di assistere le donne oggetto di violenza in tutto il loro percorso evolutivo di consapevolezza, autodeterminazione e libertà, potendo contare su un supporto legale, psicologico, relazionale e professionale. Servizi che non si esauriscono all’interno dei Centri antiviolenza, ma, come ha sottolineato l’avv. Astarita, “si relazione continuamente con le istituzioni pubbliche e con tutti quei soggetti che a vario titolo sono coinvolti nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere”.
Ultimo, ma non per importanza, l’appello rivolto agli uomini affinché aiutino i violenti a cambiare comportamento e mentalità. Allo scopo andrebbero rafforzate le strutture che attuano percorsi di recupero indispensabili per concretizzare quella rivoluzione culturale che deve partire dai banchi di scuola.
Pariopp20012.RM
(Cittadino e Provincia) Perugia, 26 novembre 2020 - Un piccolo, ma fortemente motivato, esercito di volontarie contro la violenza sulle donne, attivo h24, formato nelle varie professionalità per aiutare chi, vittima di maltrattamenti, intende uscire dalla condizione di sottomissione o semplicemente avere un punto di riferimento a cui confidare la propria situazione.
Volontarie che rendono possibile l’apertura dei Centri antiviolenza che nel territorio della Provincia di Perugia formano una rete alla quale sempre più donne si rivolgono.
I Centri Antiviolenza di Perugia e Terni sono nati nel 2014 con il progetto del Dipartimento delle Pari Opportunità “Umbria Antiviolenza”, lavorano in rete con i servizi territoriali e utilizzano metodologie di lavoro condivise e validate da tutte le principali organizzazioni internazionali che si sono occupano di aiutare le donne che subiscono violenza.
Per iniziativa della Consigliera di Parità avv. Giuliana Astarita, affiancata dalla supplente, prof.ssa Cristina Gatti e dell’ente di Piazza Italia rappresentato dalla Consigliera Erika Borghesi, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è svolta una conferenza incentrata proprio sui Centri antiviolenza operativi nel territorio provinciale grazie all’impegno delle Associazioni che si fanno carico di un fenomeno che anche in Umbria desta preoccupazione. Attraverso le testimonianze di Elena Bistocchi dell’Associazione Libera .. Mente ets di Perugia, di Adelaide Coletti dell’Associazione Donne contro la guerra di Spoleto e Marina Fernando dell’Associazione Donne La Rosa di Città della Pieve e i contributi delle numerose partecipanti tra cui la dott.ssa Lorena Pesaresi, funzionario della Provincia di Perugia responsabile della programmazione della rete scolastica sono emerse alcune criticità. Quella più pressante riguarda la situazione economica troppo precaria per il corretto funzionamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio che accolgono le donne e i loro figli. Da qui la richiesta di finanziamenti certi nell’entità e nella durata nel tempo che permettano all’organizzazione di programmare le loro attività almeno per un periodo triennalmente. L’obiettivo infatti è quello di assistere le donne oggetto di violenza in tutto il loro percorso evolutivo di consapevolezza, autodeterminazione e libertà, potendo contare su un supporto legale, psicologico, relazionale e professionale. Servizi che non si esauriscono all’interno dei Centri antiviolenza, ma, come ha sottolineato l’avv. Astarita, “si relazione continuamente con le istituzioni pubbliche e con tutti quei soggetti che a vario titolo sono coinvolti nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere”.
Ultimo, ma non per importanza, l’appello rivolto agli uomini affinché aiutino i violenti a cambiare comportamento e mentalità. Allo scopo andrebbero rafforzate le strutture che attuano percorsi di recupero indispensabili per concretizzare quella rivoluzione culturale che deve partire dai banchi di scuola.
Pariopp20012.RM