(Cittadino e Provincia) Perugia 17 novembre ’12 - “E’ quasi imbarazzante intervenire sul Decreto Legge 5 novembre 2012, n. 188 “Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane”, perché è così confuso il percorso del riordino da rendere difficilissima la sua attuazione e quasi impossibile programmare la futura attività dell’Ente”. Con queste parole Piero Mignini Assessore provinciale interviene nel corso della riunione congiunta della I, II e III Commissione consiliare in Provincia. “Ritengo assurdo – spiega Mignini - che con un decreto possano di fatto essere chiusi i Consigli Provinciali eletti dai cittadini. Considero tale provvedimento una vera e propria limitazione delle libertà democratiche, e di certo desta grande perplessità l’atteggiamento della Corte costituzionale che ha scelto di rinviare la decisione su una serie di quesiti che a mio avviso sono chiaramente non coerenti con la Costituzione. Così come ritengo del tutto inaccettabile la soppressione della Giunta, e la conseguente assegnazione di un ruolo quasi commissariale e prefettizio al Presidente, cosa che prefigura un vero e proprio svuotamento democratico dell’Ente, e tutto ciò con la motivazione urgente di fantomatici risparmi che tutti sanno non esserci. A tale proposito è del tutto singolare che mentre si predica la chiusura di tutta una serie di Prefetture, come conseguenza del riordino, esca il bando per l’assunzione di 30 nuovi Prefetti. E’ necessario che tutte le Province presentino ricorso ai TAR, per i tagli insopportabili che sono stati loro imposti, tagli che mettono in discussione non i risparmi come falsamente si continua a dire, ma la capacità di garantire i servizi e le funzioni che sono state loro delegate. D’altronde come sarebbe possibile continuare a garantire tutto ciò, se da un lato non solo non ci vengono assegnati i fondi correlati, ma addirittura ci vengono tagliati quelli provenienti da risorse proprie? A questo punto sembra chiaro il tentativo da parte del Governo di mettere in difficoltà economica le Province, rendendo così più facile giustificarne l’eventuale soppressione, o comunque ridurne l’efficacia istituzionale, non rendendosi conto che questi provvedimenti ridurranno servizi indispensabili per la vita sociale della collettività. A tale proposito posso recare un esempio relativo alle straordinarie precipitazioni di questi giorni, che hanno messo in luce una serie di interventi di cui necessiterebbero alcuni degli oltre cento edifici scolastici gestiti dalla Provincia, interventi importanti dal punto di vista finanziario, a cui la mancanza di fondi ci costringe a rinunciare e a intervenire con riparazioni parziali e messe in sicurezza che offrono soluzioni di tipo tampone del tutto transitorie. In conclusione l’unica cosa che ci rimane da fare è chiedere con fermezza a tutte le forze politiche che sono in Parlamento, di cambiare radicalmente il Decreto Legge n. 188”. “Il gioco che sta facendo la Corte Costituzionale – ha affermato Luca Baldelli (Prc) - è quello di pronunciarsi dopo che l’avrà fatto il Parlamento”. “Il Governo purtroppo andrà avanti sulla questione Province – ha spiegato Giampiero Rasimelli (Pd) - e ad essere state più penalizzate sono l’Umbria e la Basilicata, che si ritrovano ad avere una coincidenza tra Provincia e Regione. L’azzeramento delle Giunte inoltre non ha senso bastava una riduzione degli assessori per dare comunque una continuità all’azione di governo di questo Ente”. “Credo che questo accanimento – ha detto Bruno Biagiotti (Pdl) - sulla chiusura delle province sia solo un inizio, vorrò vedere quanto costerà alla Provincia di Perugia inglobare il patrimonio immobiliare della Provincia di Terni”. Enrico Bastioli (Socialisti Italiani) ha affermato che se l’Umbria non ha ottenuto la delega per tenere due Province, vuol dire che conta poco a livello Nazionale, non capisco perché non sono state toccate le Province delle regioni a statuto speciale. “Quello che mi stupisce – ha affermato Franco Granocchia (Idv) - è che non si sia opposto il Presidente della Repubblica a questo atto”. Giampiero Panfili (Pdl) e Piero Sorcini (Pdl) spiegano che “i nostri parlamentari non ci hanno mai dato una mano, figuriamo se intervengono ora”. “Il Legislatore – ha detto Massimiliano Capitani (Pd) - quando emana un decreto dovrebbe tenere in considerazione due elementi essenziali: la razionalizzazione delle risorse e il mantenimento o il miglioramento dei servizi al cittadino. Questa norma non va in nessuna delle due direzioni”. In fine Laura Zampa (Pd) dichiara che “tutte le province devono fare i ricorsi al TAR, cercando però di mantenere il proprio ruolo di collegamento con i territori, perché le scelte del governo non incidano sui servizi da dare al cittadino”.
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(Cittadino e Provincia) Perugia 17 novembre ’12 - “E’ quasi imbarazzante intervenire sul Decreto Legge 5 novembre 2012, n. 188 “Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane”, perché è così confuso il percorso del riordino da rendere difficilissima la sua attuazione e quasi impossibile programmare la futura attività dell’Ente”. Con queste parole Piero Mignini Assessore provinciale interviene nel corso della riunione congiunta della I, II e III Commissione consiliare in Provincia. “Ritengo assurdo – spiega Mignini - che con un decreto possano di fatto essere chiusi i Consigli Provinciali eletti dai cittadini. Considero tale provvedimento una vera e propria limitazione delle libertà democratiche, e di certo desta grande perplessità l’atteggiamento della Corte costituzionale che ha scelto di rinviare la decisione su una serie di quesiti che a mio avviso sono chiaramente non coerenti con la Costituzione. Così come ritengo del tutto inaccettabile la soppressione della Giunta, e la conseguente assegnazione di un ruolo quasi commissariale e prefettizio al Presidente, cosa che prefigura un vero e proprio svuotamento democratico dell’Ente, e tutto ciò con la motivazione urgente di fantomatici risparmi che tutti sanno non esserci. A tale proposito è del tutto singolare che mentre si predica la chiusura di tutta una serie di Prefetture, come conseguenza del riordino, esca il bando per l’assunzione di 30 nuovi Prefetti. E’ necessario che tutte le Province presentino ricorso ai TAR, per i tagli insopportabili che sono stati loro imposti, tagli che mettono in discussione non i risparmi come falsamente si continua a dire, ma la capacità di garantire i servizi e le funzioni che sono state loro delegate. D’altronde come sarebbe possibile continuare a garantire tutto ciò, se da un lato non solo non ci vengono assegnati i fondi correlati, ma addirittura ci vengono tagliati quelli provenienti da risorse proprie? A questo punto sembra chiaro il tentativo da parte del Governo di mettere in difficoltà economica le Province, rendendo così più facile giustificarne l’eventuale soppressione, o comunque ridurne l’efficacia istituzionale, non rendendosi conto che questi provvedimenti ridurranno servizi indispensabili per la vita sociale della collettività. A tale proposito posso recare un esempio relativo alle straordinarie precipitazioni di questi giorni, che hanno messo in luce una serie di interventi di cui necessiterebbero alcuni degli oltre cento edifici scolastici gestiti dalla Provincia, interventi importanti dal punto di vista finanziario, a cui la mancanza di fondi ci costringe a rinunciare e a intervenire con riparazioni parziali e messe in sicurezza che offrono soluzioni di tipo tampone del tutto transitorie. In conclusione l’unica cosa che ci rimane da fare è chiedere con fermezza a tutte le forze politiche che sono in Parlamento, di cambiare radicalmente il Decreto Legge n. 188”. “Il gioco che sta facendo la Corte Costituzionale – ha affermato Luca Baldelli (Prc) - è quello di pronunciarsi dopo che l’avrà fatto il Parlamento”. “Il Governo purtroppo andrà avanti sulla questione Province – ha spiegato Giampiero Rasimelli (Pd) - e ad essere state più penalizzate sono l’Umbria e la Basilicata, che si ritrovano ad avere una coincidenza tra Provincia e Regione. L’azzeramento delle Giunte inoltre non ha senso bastava una riduzione degli assessori per dare comunque una continuità all’azione di governo di questo Ente”. “Credo che questo accanimento – ha detto Bruno Biagiotti (Pdl) - sulla chiusura delle province sia solo un inizio, vorrò vedere quanto costerà alla Provincia di Perugia inglobare il patrimonio immobiliare della Provincia di Terni”. Enrico Bastioli (Socialisti Italiani) ha affermato che se l’Umbria non ha ottenuto la delega per tenere due Province, vuol dire che conta poco a livello Nazionale, non capisco perché non sono state toccate le Province delle regioni a statuto speciale. “Quello che mi stupisce – ha affermato Franco Granocchia (Idv) - è che non si sia opposto il Presidente della Repubblica a questo atto”. Giampiero Panfili (Pdl) e Piero Sorcini (Pdl) spiegano che “i nostri parlamentari non ci hanno mai dato una mano, figuriamo se intervengono ora”. “Il Legislatore – ha detto Massimiliano Capitani (Pd) - quando emana un decreto dovrebbe tenere in considerazione due elementi essenziali: la razionalizzazione delle risorse e il mantenimento o il miglioramento dei servizi al cittadino. Questa norma non va in nessuna delle due direzioni”. In fine Laura Zampa (Pd) dichiara che “tutte le province devono fare i ricorsi al TAR, cercando però di mantenere il proprio ruolo di collegamento con i territori, perché le scelte del governo non incidano sui servizi da dare al cittadino”.
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