(Cittadino e Provincia – Perugia, 5 maggio 2012) - Un tavolo politico-tecnico con la Regione Umbria, le Asl territoriali e le amministrazioni comunali al fine di predisporre un documento esplicativo che possa individuare criteri chiari e definiti per risolvere il problema legato alla proliferazione dei piccioni ed ai danni ambientali, igienico-sanitari, tecnici, economici e patrimoniali che essa comporta. Questa è la richiesta contenuta in un ordine del giorno avente ad oggetto “iniziative atte a fronteggiare l’emergenza piccioni” predisposto dalla I Commissione Consiliare Permanente della Provincia di Perugia riunitasi nei giorni scorsi. “In questi ultimi anni – si legge nel documento - sono notevolmente aumentate le colonie di colombi urbani, che ormai stazionano perennemente in quasi tutte le città della provincia di Perugia. La presenza di tali colonie porta con sè problemi sia di tipo igienico-sanitario che di tipo ambientale in virtù del fatto che il guano dei piccioni compromette le architetture di molti palazzi e monumenti dei nostri centri storici e che la promiscuità nella quale vivono molte di queste colonie può comportare le proliferazione dei focolai infettivi per l’uomo. La gestione dei colombi nell’ambiente urbano ed extraurbano è diventato un grave problema per i Dipartimenti di prevenzione di molte ASL italiane e nonostante gli interventi posti in essere dalle amministrazioni locali, di concerto con le autorità sanitarie competenti, a tutt’oggi non si è riusciti a trovare una adeguata soluzione alla proliferazione dei piccioni e al loro stazionamento nei centri cittadini. L’abitudine dei colombi di città di cibarsi fuori dell’ambito cittadino con regolari spostamenti, simili a quelli del colombo selvatico, creano gravi danni alle coltivazioni agricole, in particolare alle colture cerealicole”. Visto che la Provincia di Perugia ha un ruolo di coordinamento e congiunzione tra amministrazioni locali ed Asl 1-2-3, sarebbe quanto mai opportuno e necessario adottare politiche di contenimento che siano il più possibile condivise e pianificate tra i vari livelli amministrativi”.
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(Cittadino e Provincia – Perugia, 5 maggio 2012) - Un tavolo politico-tecnico con la Regione Umbria, le Asl territoriali e le amministrazioni comunali al fine di predisporre un documento esplicativo che possa individuare criteri chiari e definiti per risolvere il problema legato alla proliferazione dei piccioni ed ai danni ambientali, igienico-sanitari, tecnici, economici e patrimoniali che essa comporta. Questa è la richiesta contenuta in un ordine del giorno avente ad oggetto “iniziative atte a fronteggiare l’emergenza piccioni” predisposto dalla I Commissione Consiliare Permanente della Provincia di Perugia riunitasi nei giorni scorsi. “In questi ultimi anni – si legge nel documento - sono notevolmente aumentate le colonie di colombi urbani, che ormai stazionano perennemente in quasi tutte le città della provincia di Perugia. La presenza di tali colonie porta con sè problemi sia di tipo igienico-sanitario che di tipo ambientale in virtù del fatto che il guano dei piccioni compromette le architetture di molti palazzi e monumenti dei nostri centri storici e che la promiscuità nella quale vivono molte di queste colonie può comportare le proliferazione dei focolai infettivi per l’uomo. La gestione dei colombi nell’ambiente urbano ed extraurbano è diventato un grave problema per i Dipartimenti di prevenzione di molte ASL italiane e nonostante gli interventi posti in essere dalle amministrazioni locali, di concerto con le autorità sanitarie competenti, a tutt’oggi non si è riusciti a trovare una adeguata soluzione alla proliferazione dei piccioni e al loro stazionamento nei centri cittadini. L’abitudine dei colombi di città di cibarsi fuori dell’ambito cittadino con regolari spostamenti, simili a quelli del colombo selvatico, creano gravi danni alle coltivazioni agricole, in particolare alle colture cerealicole”. Visto che la Provincia di Perugia ha un ruolo di coordinamento e congiunzione tra amministrazioni locali ed Asl 1-2-3, sarebbe quanto mai opportuno e necessario adottare politiche di contenimento che siano il più possibile condivise e pianificate tra i vari livelli amministrativi”.
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