(Cittadino e Provincia) – Perugia, 23 novembre ’13 – “Serve un piano operativo immediato: il reticolo idrografico della Valle Umbra sud non può più attendere”. Questo il pensiero unanime della prima Commissione consiliare della Provincia di Perugia, presieduta da Massimiliano Capitani, che ieri è tornata a riunirsi sulle problematiche ecologiche del bacino del Fiume Timia (comprendente i corsi d’acqua Marroggia-Teverone, Alveolo, Clitunno, Attone e Tatarena) invitando a partecipare i Comuni di Campello sul Clitunno, Trevi e Foligno e l’Ati 3. Un invito a cui di fatto ha però risposto solo Trevi, inviando il proprio vicesindaco Stefania Moccoli. Quest’ultima, dopo aver sottolineato come “Trevi sia un Comune molto sensibile alle problematiche sollevate dalla Commissione e alla qualità ambientale”, ha fatto presente l’esigenza avvertita “di dar luogo ad un tavolo di discussione rispetto non solo alla qualità delle acque, ma anche al rischio idrogeologico”. A tal proposito a suo avviso è importante anche “il ruolo sentinella” esercitato dai comitati spontanei. “In ogni caso si deve lavorare di più – ha aggiunto – sul fronte della sensibilità e delle responsabilità delle nostre comunità, poiché non si può demandare esclusivamente alle istituzioni pubbliche il rispetto e la manutenzione dell’ambiente”. “La Provincia di Perugia ha avuto sempre un atteggiamento positivo nei confronti di queste tematiche – sono state le parole dell’assessore provinciale all’ambiente Roberto Bertini – ed oggi lo ha ancor di più di fronte alle emergenze attuali”. Bertini ha quindi fatto notare come, in un momento come questo in cui il consumatore presta grande attenzione alla provenienza dei prodotti alimentari, l’Umbria può conoscere nuove opportunità, a patto che il marchio di garanzia che da sempre la contraddistingue venga adeguatamente difeso e valorizzato. Al dibattito ha preso parte anche Luca Baldelli (Prc) che ha ribadito per la Valle Umbra Sud l’esigenza di dar vita “ad una cabina di regia operativa tra Regione, Provincia e Comuni, con il coinvolgimento dei cittadini, senza attendere le lungaggini burocratiche come quelle legate ai protocolli d’intesa”. Anche secondo Enrico Bastioli (Socialisti e Riformisti per l’Umbria), che si è detto “sconcertato per le assenze degli enti invitati ai lavori di Commissione”, “non c’è più tempo da perdere”. “Il Contratto di fiume va bene – ha detto – ma oggi questo non è lo strumento più efficace per risolvere i problemi”. Bastioli ha quindi reso noto di aver presentato alla Asl la richiesta di dati epidemiologici per conoscere l’incidenza tumorale sulla popolazione della Valle Umbra Sud. Infine ha proposto un sopralluogo della Commissione presso l’Alveolo e i depuratori di Casone e Pietra Rossa. “Le competenze sul territorio sono proprie degli enti locali – ha fatto osservare Bruno Biagiotti (Pdl) – non del Governo centrale. E spesso non si pianifica secondo criteri che rispettano l’ambiente. Auspichiamo una maggiore attenzione anche da parte delle Provincia e il prossimo Bilancio dell’Ente sarà un banco di prova in questo senso”. “Su questo fronte – ha invece sostenuto Franco Granocchia (Idv) – siamo all’anno zero. L’Europa potrebbe mettere a disposizione risorse importanti, ma non ci sono capacità e volontà progettuali. C’è una debolezza delle istituzioni – ha aggiunto stigmatizzando l’assenza dei Comuni interessati – che non riescono a fronteggiare queste problematiche”. “L’Italia non investe quasi nulla nella difesa del suolo”: è stato il pensiero espresso infine da Giampiero Fugnanesi (Pdci) per il quale rispetto ai problemi della Valle Umbra ha ribadito la necessità di mettere in piedi un piano operativo immediato.
AMB13037.ET
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 23 novembre ’13 – “Serve un piano operativo immediato: il reticolo idrografico della Valle Umbra sud non può più attendere”. Questo il pensiero unanime della prima Commissione consiliare della Provincia di Perugia, presieduta da Massimiliano Capitani, che ieri è tornata a riunirsi sulle problematiche ecologiche del bacino del Fiume Timia (comprendente i corsi d’acqua Marroggia-Teverone, Alveolo, Clitunno, Attone e Tatarena) invitando a partecipare i Comuni di Campello sul Clitunno, Trevi e Foligno e l’Ati 3. Un invito a cui di fatto ha però risposto solo Trevi, inviando il proprio vicesindaco Stefania Moccoli. Quest’ultima, dopo aver sottolineato come “Trevi sia un Comune molto sensibile alle problematiche sollevate dalla Commissione e alla qualità ambientale”, ha fatto presente l’esigenza avvertita “di dar luogo ad un tavolo di discussione rispetto non solo alla qualità delle acque, ma anche al rischio idrogeologico”. A tal proposito a suo avviso è importante anche “il ruolo sentinella” esercitato dai comitati spontanei. “In ogni caso si deve lavorare di più – ha aggiunto – sul fronte della sensibilità e delle responsabilità delle nostre comunità, poiché non si può demandare esclusivamente alle istituzioni pubbliche il rispetto e la manutenzione dell’ambiente”. “La Provincia di Perugia ha avuto sempre un atteggiamento positivo nei confronti di queste tematiche – sono state le parole dell’assessore provinciale all’ambiente Roberto Bertini – ed oggi lo ha ancor di più di fronte alle emergenze attuali”. Bertini ha quindi fatto notare come, in un momento come questo in cui il consumatore presta grande attenzione alla provenienza dei prodotti alimentari, l’Umbria può conoscere nuove opportunità, a patto che il marchio di garanzia che da sempre la contraddistingue venga adeguatamente difeso e valorizzato. Al dibattito ha preso parte anche Luca Baldelli (Prc) che ha ribadito per la Valle Umbra Sud l’esigenza di dar vita “ad una cabina di regia operativa tra Regione, Provincia e Comuni, con il coinvolgimento dei cittadini, senza attendere le lungaggini burocratiche come quelle legate ai protocolli d’intesa”. Anche secondo Enrico Bastioli (Socialisti e Riformisti per l’Umbria), che si è detto “sconcertato per le assenze degli enti invitati ai lavori di Commissione”, “non c’è più tempo da perdere”. “Il Contratto di fiume va bene – ha detto – ma oggi questo non è lo strumento più efficace per risolvere i problemi”. Bastioli ha quindi reso noto di aver presentato alla Asl la richiesta di dati epidemiologici per conoscere l’incidenza tumorale sulla popolazione della Valle Umbra Sud. Infine ha proposto un sopralluogo della Commissione presso l’Alveolo e i depuratori di Casone e Pietra Rossa. “Le competenze sul territorio sono proprie degli enti locali – ha fatto osservare Bruno Biagiotti (Pdl) – non del Governo centrale. E spesso non si pianifica secondo criteri che rispettano l’ambiente. Auspichiamo una maggiore attenzione anche da parte delle Provincia e il prossimo Bilancio dell’Ente sarà un banco di prova in questo senso”. “Su questo fronte – ha invece sostenuto Franco Granocchia (Idv) – siamo all’anno zero. L’Europa potrebbe mettere a disposizione risorse importanti, ma non ci sono capacità e volontà progettuali. C’è una debolezza delle istituzioni – ha aggiunto stigmatizzando l’assenza dei Comuni interessati – che non riescono a fronteggiare queste problematiche”. “L’Italia non investe quasi nulla nella difesa del suolo”: è stato il pensiero espresso infine da Giampiero Fugnanesi (Pdci) per il quale rispetto ai problemi della Valle Umbra ha ribadito la necessità di mettere in piedi un piano operativo immediato.
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