(Cittadino e Provincia) Fratta Todina 22 aprile ‘20 - “Non abbiamo dimenticato i nostri ragazzi. Siamo pronti per ripartire al più presto: abbiamo il dovere di aiutare le famiglie che sono ormai allo stremo delle forze.” Il Centro Speranza immortala in una foto i suoi operatori con braccia conserte e carrozzine vuote per comunicare vicinanza alle famiglie dei bambini e ragazzi con disabilità e la pronta disponibilità a riprendere il lavoro di assistenza e promozione della vita dei più fragili. Il Centro Speranza tuttavia non si è mai fermato. Ad appoggiarsi alla struttura, in regime semiresidenziale, sono circa 70 utenti provenienti da varie parti del territorio umbro: comuni della Media Valle del Tevere, perugino e ternano. Dal 22 marzo 2020 gli operatori hanno attivato un filo diretto con le famiglie degli assistiti per non lasciarle sole. L’assistente sociale, il medico, i terapisti della riabilitazione, gli educatori professionali e gli psicologi, hanno continuato ad offrire supporto a distanza per suggerire attività di svago, dare indicazioni sugli ausili e sulla strumentazione adattata per permettere a chi può di continuare ad esercitarsi per migliorare abilità e competenze.
Eppure le famiglie dei ragazzi e bambini con disabilità non ce la fanno più e il Centro Speranza fa appello alle autorità. Queste famiglie non hanno più una vita serena, la quarantena ha imposto un cambiamento radicale alla loro quotidianità, acuendo la solitudine e le difficoltà legate ai problemi preesistenti. Non dobbiamo dimenticarci di loro!. Nell’elenco delle attività allegato al Dpcm 10 aprile 2020 tra i codici Ateco ammessi oltre alle citate librerie e negozi per vendita al dettaglio di articoli per bambini, c’è anche il codice 88 “assistenza sociale non residenziale”. Quindi, secondo l’ultimo decreto, a partire dallo scorso 14 aprile, i familiari dei bambini e ragazzi con disabilità avrebbero potuto tornare a beneficiare del prezioso servizio del Centro Speranza.
La direzione sanitaria fa sapere che l’apertura sarà effettiva solo quando potrà essere assicurata la sicurezza per utenti e operatori. Nel frattempo, il Centro Speranza sta mettendo a punto il protocollo organizzativo per la gestione del rischio di contagio da coronavirus (SARS-CoV-2). Misure di distanziamento sociale, una diversa organizzazione degli spazi, la sanificazione e igienizzazione degli ambienti, nuove modalità di accesso, di gestione delle attività, dell’igiene degli utenti e di somministrazione del cibo oltre che l’uso obbligatorio dei Dispositivi di Protezione Personali, saranno alla base del piano di riapertura, in attesa di conoscere nel dettaglio le linee guide regionali.
Nell’imminenza della ripartenza del servizio, l’azienda sta provvedendo ad acquisire i DPI che linee guida internazionali consigliano - mascherine, visiere para schizzi, guanti, camici monouso, tute - necessari per ridurre il rischio di contagio degli utenti (la maggior parte affetta da pluripatologie) ed operatori sanitari (in numero di circa 50: medico, psicologi, infermieri, O.S.S., terapisti della riabilitazione, educatori professionali).
L’acquisto attraverso i comuni canali di mercato, oltre ad essere oneroso, rischia di avvenire molto in ritardo rispetto al tempo presunto della riapertura. Per tale motivo il Centro Speranza ha contattato le autorità referenti per avere la possibilità, prima di riaprire, di acquisire tali DPI e far effettuare preventivamente i tamponi per coronavirus sia al personale del Centro che agli utenti. Lo screening, infatti, è necessario per tutelare la delicata salute dei bambini e ragazzi accolti e garantire loro il diritto a beneficiare di interventi riabilitativi ed educativi così importanti per la qualità della loro vita. Guardando al futuro, col perdurare della situazione critica, il Centro si appella anche alla solidarietà dei cittadini per aiutare attraverso gesti di filantropia a coprire le nuove spese necessarie per continuare a garantire la salute e il benessere degli assistiti, insieme alla serenità dei loro familiari.
Frattatodina.2001.DB
(Cittadino e Provincia) Fratta Todina 22 aprile ‘20 - “Non abbiamo dimenticato i nostri ragazzi. Siamo pronti per ripartire al più presto: abbiamo il dovere di aiutare le famiglie che sono ormai allo stremo delle forze.” Il Centro Speranza immortala in una foto i suoi operatori con braccia conserte e carrozzine vuote per comunicare vicinanza alle famiglie dei bambini e ragazzi con disabilità e la pronta disponibilità a riprendere il lavoro di assistenza e promozione della vita dei più fragili. Il Centro Speranza tuttavia non si è mai fermato. Ad appoggiarsi alla struttura, in regime semiresidenziale, sono circa 70 utenti provenienti da varie parti del territorio umbro: comuni della Media Valle del Tevere, perugino e ternano. Dal 22 marzo 2020 gli operatori hanno attivato un filo diretto con le famiglie degli assistiti per non lasciarle sole. L’assistente sociale, il medico, i terapisti della riabilitazione, gli educatori professionali e gli psicologi, hanno continuato ad offrire supporto a distanza per suggerire attività di svago, dare indicazioni sugli ausili e sulla strumentazione adattata per permettere a chi può di continuare ad esercitarsi per migliorare abilità e competenze.
Eppure le famiglie dei ragazzi e bambini con disabilità non ce la fanno più e il Centro Speranza fa appello alle autorità. Queste famiglie non hanno più una vita serena, la quarantena ha imposto un cambiamento radicale alla loro quotidianità, acuendo la solitudine e le difficoltà legate ai problemi preesistenti. Non dobbiamo dimenticarci di loro!. Nell’elenco delle attività allegato al Dpcm 10 aprile 2020 tra i codici Ateco ammessi oltre alle citate librerie e negozi per vendita al dettaglio di articoli per bambini, c’è anche il codice 88 “assistenza sociale non residenziale”. Quindi, secondo l’ultimo decreto, a partire dallo scorso 14 aprile, i familiari dei bambini e ragazzi con disabilità avrebbero potuto tornare a beneficiare del prezioso servizio del Centro Speranza.
La direzione sanitaria fa sapere che l’apertura sarà effettiva solo quando potrà essere assicurata la sicurezza per utenti e operatori. Nel frattempo, il Centro Speranza sta mettendo a punto il protocollo organizzativo per la gestione del rischio di contagio da coronavirus (SARS-CoV-2). Misure di distanziamento sociale, una diversa organizzazione degli spazi, la sanificazione e igienizzazione degli ambienti, nuove modalità di accesso, di gestione delle attività, dell’igiene degli utenti e di somministrazione del cibo oltre che l’uso obbligatorio dei Dispositivi di Protezione Personali, saranno alla base del piano di riapertura, in attesa di conoscere nel dettaglio le linee guide regionali.
Nell’imminenza della ripartenza del servizio, l’azienda sta provvedendo ad acquisire i DPI che linee guida internazionali consigliano - mascherine, visiere para schizzi, guanti, camici monouso, tute - necessari per ridurre il rischio di contagio degli utenti (la maggior parte affetta da pluripatologie) ed operatori sanitari (in numero di circa 50: medico, psicologi, infermieri, O.S.S., terapisti della riabilitazione, educatori professionali).
L’acquisto attraverso i comuni canali di mercato, oltre ad essere oneroso, rischia di avvenire molto in ritardo rispetto al tempo presunto della riapertura. Per tale motivo il Centro Speranza ha contattato le autorità referenti per avere la possibilità, prima di riaprire, di acquisire tali DPI e far effettuare preventivamente i tamponi per coronavirus sia al personale del Centro che agli utenti. Lo screening, infatti, è necessario per tutelare la delicata salute dei bambini e ragazzi accolti e garantire loro il diritto a beneficiare di interventi riabilitativi ed educativi così importanti per la qualità della loro vita. Guardando al futuro, col perdurare della situazione critica, il Centro si appella anche alla solidarietà dei cittadini per aiutare attraverso gesti di filantropia a coprire le nuove spese necessarie per continuare a garantire la salute e il benessere degli assistiti, insieme alla serenità dei loro familiari.
Frattatodina.2001.DB