(Cittadino e Provincia – Perugia, 20 aprile ’12) – “Dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, un maestro del valore e dell’ingegno di Luca Signorelli non ha avuto un’attenzione pubblica degna del suo nome se non in una lontana mostra (era il 1953) organizzata in Toscana. La celebrità dell’artista e i riconoscimenti a lui arrivati, nelle sedi museali proprie e nei manuali di storia dell’arte, nelle pubblicazioni specialistiche e negli approfondimenti di storia locale, hanno avuto un corso lineare e progressivo, ma mai s’era pensato di progettare un evento di portata mondiale come quello che ci accingiamo a vivere”. E’ quanto si legge in una nota della presidenza e dell’assessorato alla cultura della Provincia di Perugia. “La mostra, - prosegue la nota - insieme con tutto ciò che l’accompagna e la rende assolutamente all’avanguardia nel panorama di riferimento, è in realtà un esempio molto calzante della possibilità di attivare percorsi in grado di dimostrare l’esistenza, nel tempo passato e in quello dei nostri giorni, di quell’“Italia di mezzo” su cui, dall’inizio del mandato, la Giunta provinciale in carica sta operando con assoluta convinzione e unità d’intenti. Chi, infatti, meglio di Luca Signorelli, toscano di Cortona, che ha lasciato proprio in Umbria la maggior parte dei suoi capolavori, può rappresentare l’emblema vivente di una biografia spesa a unire, nel nome dell’arte e della sua produzione, interi territori al di là dei confini geografici, prendendo semmai per buoni e autentici solo quelli naturali e paesaggistici di valli e colline, di fiumi e montagne per dare loro un posto di tutto rilievo nella propria opera? Il grande evento signorelliano che caratterizza il 2012 in Umbria è, inoltre, motivo per una riflessione in più sulla riscoperta del territorio locale come archivio di epoche storiche le quali, non riducibili a un totalizzante medioevo, si rivelano quanto mai disponibili al dialogo con la nostra contemporaneità. Il Quattrocento e il Cinquecento sono la grande riscoperta della cultura e della storia dell’arte umbra nel passaggio dal Novecento al nuovo secolo: la lunga gestazione dell’evento peruginesco, infatti, fa coincidere con almeno un ventennio fa l’inizio dell’impresa che porta oggi, con le mostre dedicate a Luca Signorelli, al punto d’approdo di un percorso in cui lo splendore e la razionalità, la modernità e la prospettiva dell’arte rinascimentale ridisegnano radicalmente il territorio umbro e suggeriscono itinerari di attraversamento di esso sicuramente più in linea con le esigenze complesse della coscienza dei residenti e degli ospiti del secondo millennio”. “L’esperienza maturata con le mostre di Pintoricchio e di Piermatteo d’Amelia – conclude la nota - ha fornito un crescendo di consapevolezza culturale che si traduce, con le mostre di Signorelli dislocate tra Perugia e Città di Castello, in proficui aggiornamenti organizzativi e dà lo stimolo per una comunicazione dell’evento in cui lo specialismo degli storici dell’arte può finalmente avvalersi di mezzi e strumenti adeguati al coinvolgimento di un pubblico vasto e motivato. Sono, tutte queste, esperienze che faranno maturare il nostro territorio e che si pongono in profonda sintonia con l’impegno della Provincia di Perugia teso a dare valore e significato al sistema integrato di tutte le realtà comunali, viste nella multiformità storica e nella poliedricità estetica delle loro componenti culturali”.
Oi12216.GC/PORT.GG
(Cittadino e Provincia – Perugia, 20 aprile ’12) – “Dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, un maestro del valore e dell’ingegno di Luca Signorelli non ha avuto un’attenzione pubblica degna del suo nome se non in una lontana mostra (era il 1953) organizzata in Toscana. La celebrità dell’artista e i riconoscimenti a lui arrivati, nelle sedi museali proprie e nei manuali di storia dell’arte, nelle pubblicazioni specialistiche e negli approfondimenti di storia locale, hanno avuto un corso lineare e progressivo, ma mai s’era pensato di progettare un evento di portata mondiale come quello che ci accingiamo a vivere”. E’ quanto si legge in una nota della presidenza e dell’assessorato alla cultura della Provincia di Perugia. “La mostra, - prosegue la nota - insieme con tutto ciò che l’accompagna e la rende assolutamente all’avanguardia nel panorama di riferimento, è in realtà un esempio molto calzante della possibilità di attivare percorsi in grado di dimostrare l’esistenza, nel tempo passato e in quello dei nostri giorni, di quell’“Italia di mezzo” su cui, dall’inizio del mandato, la Giunta provinciale in carica sta operando con assoluta convinzione e unità d’intenti. Chi, infatti, meglio di Luca Signorelli, toscano di Cortona, che ha lasciato proprio in Umbria la maggior parte dei suoi capolavori, può rappresentare l’emblema vivente di una biografia spesa a unire, nel nome dell’arte e della sua produzione, interi territori al di là dei confini geografici, prendendo semmai per buoni e autentici solo quelli naturali e paesaggistici di valli e colline, di fiumi e montagne per dare loro un posto di tutto rilievo nella propria opera? Il grande evento signorelliano che caratterizza il 2012 in Umbria è, inoltre, motivo per una riflessione in più sulla riscoperta del territorio locale come archivio di epoche storiche le quali, non riducibili a un totalizzante medioevo, si rivelano quanto mai disponibili al dialogo con la nostra contemporaneità. Il Quattrocento e il Cinquecento sono la grande riscoperta della cultura e della storia dell’arte umbra nel passaggio dal Novecento al nuovo secolo: la lunga gestazione dell’evento peruginesco, infatti, fa coincidere con almeno un ventennio fa l’inizio dell’impresa che porta oggi, con le mostre dedicate a Luca Signorelli, al punto d’approdo di un percorso in cui lo splendore e la razionalità, la modernità e la prospettiva dell’arte rinascimentale ridisegnano radicalmente il territorio umbro e suggeriscono itinerari di attraversamento di esso sicuramente più in linea con le esigenze complesse della coscienza dei residenti e degli ospiti del secondo millennio”. “L’esperienza maturata con le mostre di Pintoricchio e di Piermatteo d’Amelia – conclude la nota - ha fornito un crescendo di consapevolezza culturale che si traduce, con le mostre di Signorelli dislocate tra Perugia e Città di Castello, in proficui aggiornamenti organizzativi e dà lo stimolo per una comunicazione dell’evento in cui lo specialismo degli storici dell’arte può finalmente avvalersi di mezzi e strumenti adeguati al coinvolgimento di un pubblico vasto e motivato. Sono, tutte queste, esperienze che faranno maturare il nostro territorio e che si pongono in profonda sintonia con l’impegno della Provincia di Perugia teso a dare valore e significato al sistema integrato di tutte le realtà comunali, viste nella multiformità storica e nella poliedricità estetica delle loro componenti culturali”.
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