Convegno promosso dalla neo Consigliera di parità Bracco. Guasticchi: "Donne prime a pagare in tempo di crisi"- Bellini: "Soggettività femminile motore di crescita"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 19 novembre ’10 – Nel triennio 2007-2009 in Umbria si è registrata una generale diminuzione dell’occupazione femminile, ad eccezione dell’aumento di forme di impiego flessibili, che, tuttavia, non compensano la diminuzione del totale delle altre tipologie contrattuali. Un fenomeno che non trova conforto nel fatto che la nostra regione, con il suo 53,4% di occupazione femminile, si posiziona al di sopra della media nazionale, ferma invece al 46,4%. L’occasione per riflettere sulle ancora tante criticità che interessano il rapporto tra le donne e il mondo del lavoro in Umbria è stata offerta dal convegno promosso dalla neo Consigliera di parità della Provincia di Perugia Gemma Paola Bracco dal titolo “Il lavoro femminile in Umbria: situazione e prospettive” che si è svolto questo pomeriggio in Provincia. Un incontro aperto dal saluto del presidente Marco Vinicio Guasticchi, che ha sottolineato come la vulnerabilità della donna sia una costante nel tempo: “Nel mondo del lavoro – sono state le sue parole – la parità non è stata ancora raggiunta, e il problema si avverte in tutta la sua crudezza nei momenti di crisi proprio come quello che stiamo vivendo. Le istituzioni – ha aggiunto – devono continuare a lavorare in un percorso culturale che modifichi tale situazione”. Come ricordato dalla Consigliera Bracco, il Trattato di Lisbona del 2000 si era dato l’ambizioso obiettivo di raggiungere entro la fine del 2010 un tasso di occupazione femminile, tra 15 e 64 anni, pari al 60%. “Quell’obiettivo ambizioso – ha affermato - ora più che mai ci dimostra che la strada da percorrere per l’ottenimento di qualche risultato è ben lungi dalla realizzazione”. Dai dati forniti emerge che nelle tipologie lavorative delle donne residenti in Umbria il saldo tra nuove assunzioni e cessazioni è negativo nel lavoro dipendente a tempo determinato, nel periodo 2008 – 2009; per l’apprendistato, invece, è negativo solo nel 2009. In generale le criticità maggiori si presentano sia per le tipologie contrattuali del lavoro a tempo determinato, sia per quello indeterminato, interinale e per l’apprendistato, soprattutto per le giovani donne. “Purtroppo, anche nel terzo millennio – ha spiegato Bracco - le donne si trovano troppo spesso davanti alla scelta tra lavoro e famiglia, vengono sovente lasciate completamente sole ad accudire figli e anziani, riuscendo con grande difficoltà a conciliare le due cose. La bassa occupazione femminile, la differenza retributiva tra uomini e donne, a scapito di queste ultime, determina effetti negativi sulla crescita economica del Paese e sulla natalità”. Di fronte a questo scenario per Bracco le azioni prioritarie da mettere in atto sono l’incentivazione di misure di sostegno all’occupazione femminile concrete e facilmente accessibili, il superamento della differenza retributiva tra uomini e donne, la previsione di aiuti concreti che permettano di conciliare maternità e lavoro. Al convegno è intervenuta anche l’assessore provinciale Ornella Bellini secondo la quale “occorre riflettere su un Paese da rimodellare in termini di democrazia paritaria e compiere un salto di qualità per far sì che l'insieme delle politiche di programmazione assuma una lettura di genere. La soggettività femminile – ha aggiunto - deve essere inserita in tutti i piani di sviluppo locale quale motore dell'innovazione e della crescita. Questo è l'imperativo politico necessario per consentirci di lavorare nella giusta ottica, per proporre un nuovo patto sociale che veda partecipi di un nuovo orizzonte non solo i sistemi istituzionali, ma anche le imprese e le forze sociali ed economiche”. Hanno dato il loro contributo ai lavori del convegno anche Teresa Severini Zaganelli, imprenditrice del Gruppo Lungarotti, Serena Moriondo, Segretaria regionale Sindacato Cgil Umbria, Maria Zappelli, Presidente Comitato Imprenditoria Femminile CCIAA di Perugia, e Alessandra Ligi, Direttore della Sede Provinciale Inail di Perugia.
PERS10049.ET
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 19 novembre ’10 – Nel triennio 2007-2009 in Umbria si è registrata una generale diminuzione dell’occupazione femminile, ad eccezione dell’aumento di forme di impiego flessibili, che, tuttavia, non compensano la diminuzione del totale delle altre tipologie contrattuali. Un fenomeno che non trova conforto nel fatto che la nostra regione, con il suo 53,4% di occupazione femminile, si posiziona al di sopra della media nazionale, ferma invece al 46,4%. L’occasione per riflettere sulle ancora tante criticità che interessano il rapporto tra le donne e il mondo del lavoro in Umbria è stata offerta dal convegno promosso dalla neo Consigliera di parità della Provincia di Perugia Gemma Paola Bracco dal titolo “Il lavoro femminile in Umbria: situazione e prospettive” che si è svolto questo pomeriggio in Provincia. Un incontro aperto dal saluto del presidente Marco Vinicio Guasticchi, che ha sottolineato come la vulnerabilità della donna sia una costante nel tempo: “Nel mondo del lavoro – sono state le sue parole – la parità non è stata ancora raggiunta, e il problema si avverte in tutta la sua crudezza nei momenti di crisi proprio come quello che stiamo vivendo. Le istituzioni – ha aggiunto – devono continuare a lavorare in un percorso culturale che modifichi tale situazione”. Come ricordato dalla Consigliera Bracco, il Trattato di Lisbona del 2000 si era dato l’ambizioso obiettivo di raggiungere entro la fine del 2010 un tasso di occupazione femminile, tra 15 e 64 anni, pari al 60%. “Quell’obiettivo ambizioso – ha affermato - ora più che mai ci dimostra che la strada da percorrere per l’ottenimento di qualche risultato è ben lungi dalla realizzazione”. Dai dati forniti emerge che nelle tipologie lavorative delle donne residenti in Umbria il saldo tra nuove assunzioni e cessazioni è negativo nel lavoro dipendente a tempo determinato, nel periodo 2008 – 2009; per l’apprendistato, invece, è negativo solo nel 2009. In generale le criticità maggiori si presentano sia per le tipologie contrattuali del lavoro a tempo determinato, sia per quello indeterminato, interinale e per l’apprendistato, soprattutto per le giovani donne. “Purtroppo, anche nel terzo millennio – ha spiegato Bracco - le donne si trovano troppo spesso davanti alla scelta tra lavoro e famiglia, vengono sovente lasciate completamente sole ad accudire figli e anziani, riuscendo con grande difficoltà a conciliare le due cose. La bassa occupazione femminile, la differenza retributiva tra uomini e donne, a scapito di queste ultime, determina effetti negativi sulla crescita economica del Paese e sulla natalità”. Di fronte a questo scenario per Bracco le azioni prioritarie da mettere in atto sono l’incentivazione di misure di sostegno all’occupazione femminile concrete e facilmente accessibili, il superamento della differenza retributiva tra uomini e donne, la previsione di aiuti concreti che permettano di conciliare maternità e lavoro. Al convegno è intervenuta anche l’assessore provinciale Ornella Bellini secondo la quale “occorre riflettere su un Paese da rimodellare in termini di democrazia paritaria e compiere un salto di qualità per far sì che l'insieme delle politiche di programmazione assuma una lettura di genere. La soggettività femminile – ha aggiunto - deve essere inserita in tutti i piani di sviluppo locale quale motore dell'innovazione e della crescita. Questo è l'imperativo politico necessario per consentirci di lavorare nella giusta ottica, per proporre un nuovo patto sociale che veda partecipi di un nuovo orizzonte non solo i sistemi istituzionali, ma anche le imprese e le forze sociali ed economiche”. Hanno dato il loro contributo ai lavori del convegno anche Teresa Severini Zaganelli, imprenditrice del Gruppo Lungarotti, Serena Moriondo, Segretaria regionale Sindacato Cgil Umbria, Maria Zappelli, Presidente Comitato Imprenditoria Femminile CCIAA di Perugia, e Alessandra Ligi, Direttore della Sede Provinciale Inail di Perugia.
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