(Cittadino e Provincia) – Perugia, 22 febbraio 2014 – Apprezzamenti ma anche qualche critica all’operato della Polizia provinciale di Perugia sono venuti dalla I Commissione consiliare provinciale permanente presieduta da Massimiliano Capitani (Pd), alla quale ha partecipato anche il coordinatore intercomprensoriale del Corpo Giuseppe Caputo. In particolare le maggiori osservazioni si sono concentrate sulla scarsa attenzione all’aspetto ambientale da parte della polizia provinciale emersi soprattutto in riferimento alla battaglia che la medesima commissione sta combattendo a salvaguardia della salute di alcuni corsi d’acqua come il Marroggia, il Clitunno, Timia e Teverone che risultano inquinati. A detta dei commissari non si è fatto abbastanza in termini di vigilanza, visto che la situazione è rimasta invariata da qualche anno questa parte. A tal riguardo Caputo ha tenuto a sottolineare come il nodo sicurezza assorba gran parte delle forze a disposizione per assolvere tutti gli impegni richiesti da convenzioni stipulate con altri enti, come per esempio il patto “Perugia città sicura” che vedono gli agenti provinciali impegnati quotidianamente di giorno e di notte. “Stiamo rispondendo ad un preciso indirizzo politico che punta sulla sicurezza – ha detto Caputo – che è previsto dalla legge e al quale noi non possiamo sottrarci”. Capitani ha ribadito che “andrebbe fatto un maggiore sforzo in difesa dell’aspetto ambientale”. Per Luca Baldelli (Prc) “solo con la sinergia tra le parti interessate, ad iniziare dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) , si possono contrastare reati ambientali”. Franco Asciutti (Ncd) ha detto che “è giusto che la polizia provinciale venga utilizzata anche per le funzioni che vadano oltre alle tradizionali, ma è necessario impiegare al meglio le forze”. Enrico Bastioli (Socialisti Riformisti) ha rimarca che “ci troviamo di fronte ad una situazione che merita gli approfondimenti necessari per capire se l’impostazione iniziale della polizia provinciale è stata rispettata. È vero – ha aggiunto – che la sicurezza è importante ma non si possono tralasciare le altre funzioni demandate dalla legge e la materia dell’ambiente sicuramente non è trascurabile”. Sulla stessa linea Giampiero Panfili (FI-PDL) che ribadisce come oltre alla sicurezza la polizia provinciale debba rispondere ad altri problemi che non sono meno importanti. Il consigliere di opposizione ha, poi, puntato il dito sulla necessità di corsi di formazione per gli agenti nelle delicate materie di rifiuti speciali ed ambiente. “Se la polizia provinciale facesse un’attenta operazione suill’ambiente sarebbe un bene per la provincia stessa e per i cittadini”. Piero Sorcini (FI-PDL) ha reputato “fuori luogo” aggredire la polizia provinciale perché “in questi anni è stata una delle poche cose che hanno dato lustro a questo ente. Il principio e l’indirizzo politico generale – ha aggiunto – che vedono puntare maggiormente sulla sicurezza sono giusti, poi se occorre qualche aggiustamento organizzativo rientra nella normalità delle cose. Bisogna continuare a percorrere questa strada senza tornare indietro poiché questa è la necessità e i cittadini vedono con benevolenza”. Franco Granocchia (Idv) ha spiegato come “il regolamento della polizia provinciale era nato per un certo scopo che riguardava, tra le altre cose, l’ambiente e il controllo del territorio. Pertanto la sicurezza va affidata alle forze dell’ordine come la polizia e carabinieri e il Corpo deve tornare a marcare il territorio”. Claudio Fallarino (Pd) fa notare come i “compiti istituzionali sono quelli che prevede la Costituzione e non, come accada nella pratica, quelli derivanti dai vari accordi stipulati. C’è bisogno di una professionalità diversa – ha sottolineato -. Spesso si scambia la sostanza con l’immagine, ma quest’ultima deve essere accompagnata dalla prima”.
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(Cittadino e Provincia) – Perugia, 22 febbraio 2014 – Apprezzamenti ma anche qualche critica all’operato della Polizia provinciale di Perugia sono venuti dalla I Commissione consiliare provinciale permanente presieduta da Massimiliano Capitani (Pd), alla quale ha partecipato anche il coordinatore intercomprensoriale del Corpo Giuseppe Caputo. In particolare le maggiori osservazioni si sono concentrate sulla scarsa attenzione all’aspetto ambientale da parte della polizia provinciale emersi soprattutto in riferimento alla battaglia che la medesima commissione sta combattendo a salvaguardia della salute di alcuni corsi d’acqua come il Marroggia, il Clitunno, Timia e Teverone che risultano inquinati. A detta dei commissari non si è fatto abbastanza in termini di vigilanza, visto che la situazione è rimasta invariata da qualche anno questa parte. A tal riguardo Caputo ha tenuto a sottolineare come il nodo sicurezza assorba gran parte delle forze a disposizione per assolvere tutti gli impegni richiesti da convenzioni stipulate con altri enti, come per esempio il patto “Perugia città sicura” che vedono gli agenti provinciali impegnati quotidianamente di giorno e di notte. “Stiamo rispondendo ad un preciso indirizzo politico che punta sulla sicurezza – ha detto Caputo – che è previsto dalla legge e al quale noi non possiamo sottrarci”. Capitani ha ribadito che “andrebbe fatto un maggiore sforzo in difesa dell’aspetto ambientale”. Per Luca Baldelli (Prc) “solo con la sinergia tra le parti interessate, ad iniziare dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) , si possono contrastare reati ambientali”. Franco Asciutti (Ncd) ha detto che “è giusto che la polizia provinciale venga utilizzata anche per le funzioni che vadano oltre alle tradizionali, ma è necessario impiegare al meglio le forze”. Enrico Bastioli (Socialisti Riformisti) ha rimarca che “ci troviamo di fronte ad una situazione che merita gli approfondimenti necessari per capire se l’impostazione iniziale della polizia provinciale è stata rispettata. È vero – ha aggiunto – che la sicurezza è importante ma non si possono tralasciare le altre funzioni demandate dalla legge e la materia dell’ambiente sicuramente non è trascurabile”. Sulla stessa linea Giampiero Panfili (FI-PDL) che ribadisce come oltre alla sicurezza la polizia provinciale debba rispondere ad altri problemi che non sono meno importanti. Il consigliere di opposizione ha, poi, puntato il dito sulla necessità di corsi di formazione per gli agenti nelle delicate materie di rifiuti speciali ed ambiente. “Se la polizia provinciale facesse un’attenta operazione suill’ambiente sarebbe un bene per la provincia stessa e per i cittadini”. Piero Sorcini (FI-PDL) ha reputato “fuori luogo” aggredire la polizia provinciale perché “in questi anni è stata una delle poche cose che hanno dato lustro a questo ente. Il principio e l’indirizzo politico generale – ha aggiunto – che vedono puntare maggiormente sulla sicurezza sono giusti, poi se occorre qualche aggiustamento organizzativo rientra nella normalità delle cose. Bisogna continuare a percorrere questa strada senza tornare indietro poiché questa è la necessità e i cittadini vedono con benevolenza”. Franco Granocchia (Idv) ha spiegato come “il regolamento della polizia provinciale era nato per un certo scopo che riguardava, tra le altre cose, l’ambiente e il controllo del territorio. Pertanto la sicurezza va affidata alle forze dell’ordine come la polizia e carabinieri e il Corpo deve tornare a marcare il territorio”. Claudio Fallarino (Pd) fa notare come i “compiti istituzionali sono quelli che prevede la Costituzione e non, come accada nella pratica, quelli derivanti dai vari accordi stipulati. C’è bisogno di una professionalità diversa – ha sottolineato -. Spesso si scambia la sostanza con l’immagine, ma quest’ultima deve essere accompagnata dalla prima”.
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