(Cittadino e Provincia – Perugia, 28 aprile ’12) – Il destino di 55 dipendenti della Spigadoro di Foligno (rimasti senza lavoro dal 29 agosto 2011) è appeso ad una data: il 31 maggio 2012, giorno in cui il giudice ha fissato l’udienza per il fallimento della storica azienda produttrice di pasta. E della crisi del pastificio umbro si è discusso nella mattinata di venerdì in III Commissione consiliare permanente alla quale hanno partecipato, oltre ai consiglieri provinciali, anche il Presidente della Provincia, il suo Vice, il sindaco di Foligno, la proprietà dell’azienda nella persona di Giuseppe Podella, i rappresentanti sindacali Loreto Fioretti (Cisl), Massimo Venturini (Cgil), Stefano Tedeschi (Uil), il dottor Peruzzi di Sviluppumbria ed alcuni lavoratori. La riunione ha preso le mosse da un ordine del giorno presentato il 17 novembre 2011 dal capogruppo dei Socialisti Riformisti in Consiglio provinciale avente ad oggetto proprio questa crisi che stava emergendo in quel periodo. Da allora varie sono state le trattative per tentare il rilancio, tra cui con Vincenzo Aliani (produttore vinicolo di Ramazzano), con una società indiana, oltre a questi circolava anche il nome di Zeppadoro, proprietario della Molini Spigadoro di Bastia. Ma ad oggi ancora niente di certo se non l’annuncio dato stamani in Commissione da Sviluppumbria che la settimana scorsa avrebbe incontrato un altro gruppo estero interessato a formalizzare una manifestazione di interesse che si attende a giorni. Nell’incontro la proprietà ha sottolineato che il vero interesse manifestato finora si è limitato al marchio e non all’attività produttiva nel suo complesso. “Una prospettiva seria di rilancio della Spigadoro passa, invece, - ha detto Podella – attraverso proposte che si faranno carico oltre che del marchio anche dei macchinari e dello stabilimento. Da questo punto di vista – ha continuato – richiamo ad una azione più corretta rispetto alla valutazione di proposte che sono state sino ad oggi utilizzate per far vedere che c’erano potenziali acquirenti ma che in realtà non erano affatto interessati”. Visto che la data del 31 maggio si avvicina il presidente dell’Ente ha affermato che “trattative singole non si possono fare altrimenti se ne diluiscono le azioni. Propongo la Provincia quale coordinatrice delle azioni istituzionali. Evitare gli accordi su altri tavoli altrimenti si lascerà spazio agli speculatori”. Il vice presidente ha fatto una proposta concreta e cioè un tavolo interistituzionale che preveda la presenza di rappresentanti di Regione, Provincia, Comune di Foligno, proprietà e lavoratori che ogni venerdì nella sede dell’Ente in Piazza Italia si riunisca per fare il punto. “Gli obiettivi che si devono perseguire sono scongiurare il fallimento ed evitare di vendere solo il marchio, poiché Foligno non può perdere un’attività produttiva con una storia che dobbiamo difendere da tutti i punti di vista”. Di questo avviso anche il sindaco di Foligno per il quale “l’impianto deve rimanere nel territorio” ed ha esortato ad avere ottimismo perché “ancora niente è irreversibile”. Ma per l’Idv su questa vicenda “si è dormito sopra ed ora, in soli trenata giorni non è facile recuperare”.
Oi12241.RBr
(Cittadino e Provincia – Perugia, 28 aprile ’12) – Il destino di 55 dipendenti della Spigadoro di Foligno (rimasti senza lavoro dal 29 agosto 2011) è appeso ad una data: il 31 maggio 2012, giorno in cui il giudice ha fissato l’udienza per il fallimento della storica azienda produttrice di pasta. E della crisi del pastificio umbro si è discusso nella mattinata di venerdì in III Commissione consiliare permanente alla quale hanno partecipato, oltre ai consiglieri provinciali, anche il Presidente della Provincia, il suo Vice, il sindaco di Foligno, la proprietà dell’azienda nella persona di Giuseppe Podella, i rappresentanti sindacali Loreto Fioretti (Cisl), Massimo Venturini (Cgil), Stefano Tedeschi (Uil), il dottor Peruzzi di Sviluppumbria ed alcuni lavoratori. La riunione ha preso le mosse da un ordine del giorno presentato il 17 novembre 2011 dal capogruppo dei Socialisti Riformisti in Consiglio provinciale avente ad oggetto proprio questa crisi che stava emergendo in quel periodo. Da allora varie sono state le trattative per tentare il rilancio, tra cui con Vincenzo Aliani (produttore vinicolo di Ramazzano), con una società indiana, oltre a questi circolava anche il nome di Zeppadoro, proprietario della Molini Spigadoro di Bastia. Ma ad oggi ancora niente di certo se non l’annuncio dato stamani in Commissione da Sviluppumbria che la settimana scorsa avrebbe incontrato un altro gruppo estero interessato a formalizzare una manifestazione di interesse che si attende a giorni. Nell’incontro la proprietà ha sottolineato che il vero interesse manifestato finora si è limitato al marchio e non all’attività produttiva nel suo complesso. “Una prospettiva seria di rilancio della Spigadoro passa, invece, - ha detto Podella – attraverso proposte che si faranno carico oltre che del marchio anche dei macchinari e dello stabilimento. Da questo punto di vista – ha continuato – richiamo ad una azione più corretta rispetto alla valutazione di proposte che sono state sino ad oggi utilizzate per far vedere che c’erano potenziali acquirenti ma che in realtà non erano affatto interessati”. Visto che la data del 31 maggio si avvicina il presidente dell’Ente ha affermato che “trattative singole non si possono fare altrimenti se ne diluiscono le azioni. Propongo la Provincia quale coordinatrice delle azioni istituzionali. Evitare gli accordi su altri tavoli altrimenti si lascerà spazio agli speculatori”. Il vice presidente ha fatto una proposta concreta e cioè un tavolo interistituzionale che preveda la presenza di rappresentanti di Regione, Provincia, Comune di Foligno, proprietà e lavoratori che ogni venerdì nella sede dell’Ente in Piazza Italia si riunisca per fare il punto. “Gli obiettivi che si devono perseguire sono scongiurare il fallimento ed evitare di vendere solo il marchio, poiché Foligno non può perdere un’attività produttiva con una storia che dobbiamo difendere da tutti i punti di vista”. Di questo avviso anche il sindaco di Foligno per il quale “l’impianto deve rimanere nel territorio” ed ha esortato ad avere ottimismo perché “ancora niente è irreversibile”. Ma per l’Idv su questa vicenda “si è dormito sopra ed ora, in soli trenata giorni non è facile recuperare”.
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