Granocchia (Idv) "Ente in prima linea per ripopolare la fauna ittica e risanare le morie di pesci provocate dagli scarichi abusivi"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 9 dicembre 2010 – Oltre 7mila anguille sono tornate a ripopolare il Tevere nel suo tratto principe a Ponte San Giovanni (nel tratto del Ponte Vecchio nella zona ad orario continuato per la pesca alla carpa) grazie ad un lancio mirato effettuato questa mattina dagli esperti del centro ittiogenico provinciale alla presenza delle associazioni dei pescatori, di numerosi cittadini perugini amanti del Fiume principe della città e della Regione. Il ripopolamento è stato fortemente voluto dal capogruppo dell’Idv, Franco Granocchia, con delega alla pesca e alle acque, e dal Presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi che da oltre un anno – prima con il ripopolamento di carpe e ciprinidi – si stanno occupando del rilancio del Tevere dopo la forte moria di pesci – per via di scarichi abusivi – avvenuta in passato. L’anguilla era il predatore principe del Tevere fino a trent’anni fa; poi per via delle chiuse artificiali il suo ricongiungimento con il Mare per la riproduzione e il ritorno nelle acque dolci degli avannotti è ormai diventato quasi impossibile determinando la quasi scomparsa di questa importante specie. “Oggi è un giorno importante per i pescatori e per gli amanti del Tevere – ha spiegato Granocchia – perché ritornano e ci resteranno per almeno un decennio oltre 7mila anguille in un abitat dove un tempo erano regine incontrastate della fauna ittica. Le anguille sono un bene prezioso per via della difficoltà di riproduzione e di risalite dal mare ai fiumi di origine. Con il Presidente Guasticchi ci stiamo occupando della tutela del Tevere non solo da un punto di vista della pesca illegale e del ripopolamento, ma anche sul fronte degli scarichi abusivi che ne alterano l’ecosistema. Non dimentichiamo che la Provincia di Perugia nei suoi centri ittiogenici del Trasimeno e della Valnerina ripopola in maniera autosufficiente torrenti, fiumi e laghi con pesci di pregio come il Luccio e la Trota Fario. Siamo anche in questo campo all’avanguardia come sanno bene gli oltre 20mila pescatori sportivi umbri”.
Amb10146.NB
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 9 dicembre 2010 – Oltre 7mila anguille sono tornate a ripopolare il Tevere nel suo tratto principe a Ponte San Giovanni (nel tratto del Ponte Vecchio nella zona ad orario continuato per la pesca alla carpa) grazie ad un lancio mirato effettuato questa mattina dagli esperti del centro ittiogenico provinciale alla presenza delle associazioni dei pescatori, di numerosi cittadini perugini amanti del Fiume principe della città e della Regione. Il ripopolamento è stato fortemente voluto dal capogruppo dell’Idv, Franco Granocchia, con delega alla pesca e alle acque, e dal Presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi che da oltre un anno – prima con il ripopolamento di carpe e ciprinidi – si stanno occupando del rilancio del Tevere dopo la forte moria di pesci – per via di scarichi abusivi – avvenuta in passato. L’anguilla era il predatore principe del Tevere fino a trent’anni fa; poi per via delle chiuse artificiali il suo ricongiungimento con il Mare per la riproduzione e il ritorno nelle acque dolci degli avannotti è ormai diventato quasi impossibile determinando la quasi scomparsa di questa importante specie. “Oggi è un giorno importante per i pescatori e per gli amanti del Tevere – ha spiegato Granocchia – perché ritornano e ci resteranno per almeno un decennio oltre 7mila anguille in un abitat dove un tempo erano regine incontrastate della fauna ittica. Le anguille sono un bene prezioso per via della difficoltà di riproduzione e di risalite dal mare ai fiumi di origine. Con il Presidente Guasticchi ci stiamo occupando della tutela del Tevere non solo da un punto di vista della pesca illegale e del ripopolamento, ma anche sul fronte degli scarichi abusivi che ne alterano l’ecosistema. Non dimentichiamo che la Provincia di Perugia nei suoi centri ittiogenici del Trasimeno e della Valnerina ripopola in maniera autosufficiente torrenti, fiumi e laghi con pesci di pregio come il Luccio e la Trota Fario. Siamo anche in questo campo all’avanguardia come sanno bene gli oltre 20mila pescatori sportivi umbri”.
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