(Cittadino e Provincia) – Perugia 7 maggio 2012 – “Le illogiche speranze di qualcuno – afferma una nota del gruppo provinciale del Prc - circa la volontà del Governo Monti di tassare le rendite e i grandi patrimoni, così diffuse all’avvio del nuovo esecutivo anche a sinistra, sono miseramente naufragate . Come avrebbe potuto, un Governo emanazione di interessi oligarchici, di speculatori e grandi tycoons della finanza e del mondo bancario, emanare una misura che proprio quegli interessi andrebbe a colpire, sgravando al contempo i lavoratori dipendenti, i piccoli lavoratori autonomi, i pensionati, da un carico fiscale sempre più pesante e iniquo ? Le illusioni, come le bugie, hanno le gambe corte, e così gli italiani si sono ritrovati sul groppone l’Imposta Municipale Unica ( acronimo : IMU ), che lungi dall’andare a colpire le grandi ricchezze finanziarie e immobiliari, quelle sopra 800 mila euro, va a tartassare una volta di più chi ha compiuto enormi sacrifici per farsi un’abitazione, magari col lavoro da emigrante, con l’aggiunta di paradossi antisociali come quello dell’anziano che, costretto a vivere in una residenza protetta per motivi di salute, si vede tassare la propria casa come “ seconda casa “ (!). L’assurdità di una tassa spacciata per patrimoniale, quando invece ne è l’esatto opposto, è insultante : quale patrimoniale tasserebbe un patrimonio al lordo dei debiti ? E inoltre : i cittadini che hanno lavorato una vita per avere una casa debbono pagare con l’IMU quello che non verseranno più le Fondazioni, i cui patrimoni, in un silenzio assordante, sono stati esentati da ogni tipo di tassazione dal buon Monti ? E che dire della menzogna su un ‘IMU riservata solo alle seconde case, quando invece molti Comuni hanno già rivisto al rialzo l’imposizione sulla prima casa, cogliendo la palla al balzo ? Secondo calcoli di fonti affidabili, a Roma, per un immobile accatastato in A/2 e A/3, in zona semicentrale, tenendo conto delle detrazioni per i figli a carico, mediamente per la prima casa si pagheranno 639 euro per famiglia; a Cuneo l'imposta peserà mediamente 97 euro a famiglia; a Parma, 118 euro; a Forlì 233 euro; a Ravenna 187 euro; a Reggio Emilia 98 euro; a Salerno 229 euro; a Palermo 159 euro; a Trieste 181 euro, a Cagliari 122 euro; a Caserta 203 euro; a Catania 209 euro; a Torino 322 euro; ad Aosta 224 euro; a Modena 243 euro; a Sassari 97 euro; ad Arezzo 52 euro; a Monza 179 euro ( Fonte UIL ). Il FMI, la Banca Mondiale e gli altri organi di potere della finanza transnazionale chiedono il sangue dei lavoratori, dei pensionati, dei piccoli artigiani e commercianti per puntellare il sistema capitalistico in crisi, gettando fumo negli occhi ai cittadini e ai lavoratori sul carattere necessario delle misure antipopolari di Monti e company per rilanciare l’economia. In realtà, si pensa ancora una volta ad assicurare la redistribuzione del reddito, anche in un contesto di forte crisi, dai salari e dagli stipendi alla rendita speculativa e ai grandi patrimoni, col risultato che la crisi si avviterà ancor di più su se stessa trascinando nel vortice l’economia reale, spingendo ancora di più il Paese nella spirale di una recessione sconvolgente, che alla fine della tempesta lascerà in piedi solo le grandi imprese e i grandi istituti di credito, per la gioia dei “ mandarini del capitale globale “ e che hanno architettato questo grandioso processo di ristrutturazione capitalistica, mirato a produrre ancor di più la concentrazione della ricchezza in poche mani . Quando la cura al male è la perpetuazione del male stesso, un Paese non può sperare nel proprio futuro : per questo è necessario lottare perché l’IMU venga tolta di mezzo e sostituita da una vera patrimoniale, progressiva, a partire dalle grandi ricchezze sopra gli 800 mila euro . Questo diventa essenziale per redistribuire il reddito dall’alto verso il basso, spostare l’imposizione fiscale dal lavoro produttivo alla rendita speculativa e ai patrimoni, consentendo la ripresa dei consumi, il riavvio degli investimenti, la capacità di spesa degli Enti locali. Oggi più che mai è evidente che questa piattaforma si deve accompagnare alla richiesta di un deciso taglio delle spese improduttive, a partire da quelle militari : lo scandalo di un Governo che chiede sacrifici e poi compera gli aerei da guerra F 35 per future, esiziali avventure, che tiene migliaia e migliaia di soldati in giro per il mondo in missioni che non servono a nulla se non a garantire lauti profitti alle multinazionali e ai signori della guerra, diventa un elemento da denunciare con forza, in una fase così drammatica. Così come si deve tornare a denunciare ad alta voce, e non in maniera episodica, lo scandalo dei superstipendi dei dirigenti statali, dei grandi manager, delle pensioni d’oro elargite a piene mani e difese dall’asse PD – PDL proprio mentre, con la riforma dei coefficienti e dei rendimenti, si falcidiano quelle di operai e impiegati. Unire tutti questi punti e tracciare un grande programma antagonista , radicale, è il primo passo per la costruzione del Partito del Lavoro, tappa assolutamente necessaria, dal momento che anche le prossime elezioni dimostreranno l’insufficienza e l’inadeguatezza di tutti i Partiti e le sensibilità di sinistra ( autentica ) nel fronteggiare la fase nel chiuso degli steccati partitici. Davvero si pensa che con un 2 % a testa o poco più l’avvenire di chi vive del proprio lavoro e del Paese tutto avrà rosee prospettive ? Il PRC da tempo non solo ha le sue parole d’ordine, ma ha anche e soprattutto le sue proposte per far uscire il Paese dalla crisi in avanti, in senso progressista; la manifestazione del 12 maggio dovrà servire ad aggiungere altri pezzi al mosaico, cioè ad aggregare attorno ad un programma realmente alternativo un vasto schieramento che superi personalismi, incrostazioni burocratiche e autoreferenziali, mentalità difensiviste rispetto a feudi partitici ormai non più difendibili, in quanto fortini splendidamente isolati dalla società reale. Occorre formare un blocco sociale , il blocco del lavoro , che unisca operai, impiegati, piccoli artigiani e commercianti, precari, disoccupati, cassintegrati, in grado di far trionfare le ragioni del lavoro produttivo e dell’economia reale su quelle, perverse, della rendita, della speculazione, del caos finanziario e monetario incarnate da Monti e dai suoi protettori. Si sarà in grado di fare il salto necessario ? Se sì, allora avremo reso un servizio di storica importanza al Paese e ai lavoratori”.
Gc12156.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 7 maggio 2012 – “Le illogiche speranze di qualcuno – afferma una nota del gruppo provinciale del Prc - circa la volontà del Governo Monti di tassare le rendite e i grandi patrimoni, così diffuse all’avvio del nuovo esecutivo anche a sinistra, sono miseramente naufragate . Come avrebbe potuto, un Governo emanazione di interessi oligarchici, di speculatori e grandi tycoons della finanza e del mondo bancario, emanare una misura che proprio quegli interessi andrebbe a colpire, sgravando al contempo i lavoratori dipendenti, i piccoli lavoratori autonomi, i pensionati, da un carico fiscale sempre più pesante e iniquo ? Le illusioni, come le bugie, hanno le gambe corte, e così gli italiani si sono ritrovati sul groppone l’Imposta Municipale Unica ( acronimo : IMU ), che lungi dall’andare a colpire le grandi ricchezze finanziarie e immobiliari, quelle sopra 800 mila euro, va a tartassare una volta di più chi ha compiuto enormi sacrifici per farsi un’abitazione, magari col lavoro da emigrante, con l’aggiunta di paradossi antisociali come quello dell’anziano che, costretto a vivere in una residenza protetta per motivi di salute, si vede tassare la propria casa come “ seconda casa “ (!). L’assurdità di una tassa spacciata per patrimoniale, quando invece ne è l’esatto opposto, è insultante : quale patrimoniale tasserebbe un patrimonio al lordo dei debiti ? E inoltre : i cittadini che hanno lavorato una vita per avere una casa debbono pagare con l’IMU quello che non verseranno più le Fondazioni, i cui patrimoni, in un silenzio assordante, sono stati esentati da ogni tipo di tassazione dal buon Monti ? E che dire della menzogna su un ‘IMU riservata solo alle seconde case, quando invece molti Comuni hanno già rivisto al rialzo l’imposizione sulla prima casa, cogliendo la palla al balzo ? Secondo calcoli di fonti affidabili, a Roma, per un immobile accatastato in A/2 e A/3, in zona semicentrale, tenendo conto delle detrazioni per i figli a carico, mediamente per la prima casa si pagheranno 639 euro per famiglia; a Cuneo l'imposta peserà mediamente 97 euro a famiglia; a Parma, 118 euro; a Forlì 233 euro; a Ravenna 187 euro; a Reggio Emilia 98 euro; a Salerno 229 euro; a Palermo 159 euro; a Trieste 181 euro, a Cagliari 122 euro; a Caserta 203 euro; a Catania 209 euro; a Torino 322 euro; ad Aosta 224 euro; a Modena 243 euro; a Sassari 97 euro; ad Arezzo 52 euro; a Monza 179 euro ( Fonte UIL ). Il FMI, la Banca Mondiale e gli altri organi di potere della finanza transnazionale chiedono il sangue dei lavoratori, dei pensionati, dei piccoli artigiani e commercianti per puntellare il sistema capitalistico in crisi, gettando fumo negli occhi ai cittadini e ai lavoratori sul carattere necessario delle misure antipopolari di Monti e company per rilanciare l’economia. In realtà, si pensa ancora una volta ad assicurare la redistribuzione del reddito, anche in un contesto di forte crisi, dai salari e dagli stipendi alla rendita speculativa e ai grandi patrimoni, col risultato che la crisi si avviterà ancor di più su se stessa trascinando nel vortice l’economia reale, spingendo ancora di più il Paese nella spirale di una recessione sconvolgente, che alla fine della tempesta lascerà in piedi solo le grandi imprese e i grandi istituti di credito, per la gioia dei “ mandarini del capitale globale “ e che hanno architettato questo grandioso processo di ristrutturazione capitalistica, mirato a produrre ancor di più la concentrazione della ricchezza in poche mani . Quando la cura al male è la perpetuazione del male stesso, un Paese non può sperare nel proprio futuro : per questo è necessario lottare perché l’IMU venga tolta di mezzo e sostituita da una vera patrimoniale, progressiva, a partire dalle grandi ricchezze sopra gli 800 mila euro . Questo diventa essenziale per redistribuire il reddito dall’alto verso il basso, spostare l’imposizione fiscale dal lavoro produttivo alla rendita speculativa e ai patrimoni, consentendo la ripresa dei consumi, il riavvio degli investimenti, la capacità di spesa degli Enti locali. Oggi più che mai è evidente che questa piattaforma si deve accompagnare alla richiesta di un deciso taglio delle spese improduttive, a partire da quelle militari : lo scandalo di un Governo che chiede sacrifici e poi compera gli aerei da guerra F 35 per future, esiziali avventure, che tiene migliaia e migliaia di soldati in giro per il mondo in missioni che non servono a nulla se non a garantire lauti profitti alle multinazionali e ai signori della guerra, diventa un elemento da denunciare con forza, in una fase così drammatica. Così come si deve tornare a denunciare ad alta voce, e non in maniera episodica, lo scandalo dei superstipendi dei dirigenti statali, dei grandi manager, delle pensioni d’oro elargite a piene mani e difese dall’asse PD – PDL proprio mentre, con la riforma dei coefficienti e dei rendimenti, si falcidiano quelle di operai e impiegati. Unire tutti questi punti e tracciare un grande programma antagonista , radicale, è il primo passo per la costruzione del Partito del Lavoro, tappa assolutamente necessaria, dal momento che anche le prossime elezioni dimostreranno l’insufficienza e l’inadeguatezza di tutti i Partiti e le sensibilità di sinistra ( autentica ) nel fronteggiare la fase nel chiuso degli steccati partitici. Davvero si pensa che con un 2 % a testa o poco più l’avvenire di chi vive del proprio lavoro e del Paese tutto avrà rosee prospettive ? Il PRC da tempo non solo ha le sue parole d’ordine, ma ha anche e soprattutto le sue proposte per far uscire il Paese dalla crisi in avanti, in senso progressista; la manifestazione del 12 maggio dovrà servire ad aggiungere altri pezzi al mosaico, cioè ad aggregare attorno ad un programma realmente alternativo un vasto schieramento che superi personalismi, incrostazioni burocratiche e autoreferenziali, mentalità difensiviste rispetto a feudi partitici ormai non più difendibili, in quanto fortini splendidamente isolati dalla società reale. Occorre formare un blocco sociale , il blocco del lavoro , che unisca operai, impiegati, piccoli artigiani e commercianti, precari, disoccupati, cassintegrati, in grado di far trionfare le ragioni del lavoro produttivo e dell’economia reale su quelle, perverse, della rendita, della speculazione, del caos finanziario e monetario incarnate da Monti e dai suoi protettori. Si sarà in grado di fare il salto necessario ? Se sì, allora avremo reso un servizio di storica importanza al Paese e ai lavoratori”.
Gc12156.red