A Città della Pieve la scuola si interroga sul pensiero scomodo e divisivo di don Milani
(Cittadino e Provincia) – Città della Pieve, 31 maggio ’23 – “Il rischio è che questa società non sappia progettare il suo futuro. Servono cittadini ‘responsabili del tutto’. Occorre recuperare il valore della partecipazione e della parola, ‘chiave fatata’ capace di aprire ogni porta”. Per questo il messaggio di don Lorenzo Milani è quanto mai attuale e la sua continua ad essere una profezia.
E’ questo il contributo portato martedì pomeriggio da Stefano Coscia, membro della Fondazione don Milani, a Città della Pieve al convegno “Il problema degli altri è uguale al mio”. Un evento, promosso in occasione del centenario della nascita del fondatore della Scuola di Barbiana dall’Istituto superiore Italo Calvino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della Formazione e l’Università per Stranieri di Perugia, Dipartimento di Lingua, Letteratura e Arti Italiane nel mondo, e con il patrocinio dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria, del Comune e dell’associazione AltreMenti insieme per l’autismo ODV.
Una sala S. Agostino gremita di docenti ha seguito gli interventi degli esperti invitati a sviluppare riflessioni su come la didattica sperimentata a Barbiana possa parlare e indicare percorsi da esplorare alla scuola odierna.
“La risposta di don Milani alla scuola classista del suo tempo – ha fatto osservare Floriana Falcinelli, già docente della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università agli studi di Perugia - fu una scuola della partecipazione attiva di docenti e alunni alla conoscenza, un modello che chiama alla responsabilità liberante e al pensiero critico. Quella di don Milani non è una scuola” facile” dove “non si fa niente”, ma in cui è richiesto impegno, fatica e applicazione, si lavora sul concetto di scoperta, di partecipazione in cui le discipline sanno restituire il senso della propria esistenza”.
Di pensiero “scomodo”, perché libera le differenze, e “divisivo” ha parlato anche Moira Sannipoli, docente associata in Didattica e Pedagogia speciale presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università di Perugia. “Siamo un paese contraddittorio - ha sostenuto - che si è sempre nascosto dietro l’idea che le leggi ci garantiscono dei diritti, ma le verità di diritto e quelle di fatto sono in realtà molto diverse, ed è ancora molto difficile a scuola mettere in pratica parole come l’inclusione che qualcuno chiama inserimento, altri integrazione”.
“La scuola di Don Milani non è una proposta”, ha ricordato alla platea Cristina Gaggioli, ricercatrice in Didattica e Pedagogia Speciale presso l’Università per Stranieri di Perugia proponendo con un video la testimonianza di Adele Corradi, insegnante collaboratrice del priore. “Gli insegnanti – ha poi spiegato – possono giocare un ruolo cruciale nell’accendere la motivazione dei propri studenti. Don Milani ha ribaltato lo sguardo educativo: non più ‘io mi prendo cura di te’, ma ‘tu mi stai a cuore’”.
L’incontro pievese, coordinato dalla curatrice Alessandra Capponi, si è chiuso con le parole della dirigente scolastica Maria Luongo giunta al suo ultimo anno di servizio: “I ragazzi non hanno bisogno di cose. Per don Milani la professione del docente implica di sporcarsi le mani, rendersi disponibile a farsi giudicare, perchè in classe i nostri alunni guardano dietro la maschera e giudicano”.
I lavori del convegno si erano aperti con il saluto del sindaco Fausto Risini che si è complimentato con i promotori dell’evento e ha indirizzato un plauso in particolar modo all’associazione AltreMenti e alla sua vitalità.
Ha assistito al convegno anche la consigliera regionale Simona Meloni.
PIEVE23044.ET
(Cittadino e Provincia) – Città della Pieve, 31 maggio ’23 – “Il rischio è che questa società non sappia progettare il suo futuro. Servono cittadini ‘responsabili del tutto’. Occorre recuperare il valore della partecipazione e della parola, ‘chiave fatata’ capace di aprire ogni porta”. Per questo il messaggio di don Lorenzo Milani è quanto mai attuale e la sua continua ad essere una profezia.
E’ questo il contributo portato martedì pomeriggio da Stefano Coscia, membro della Fondazione don Milani, a Città della Pieve al convegno “Il problema degli altri è uguale al mio”. Un evento, promosso in occasione del centenario della nascita del fondatore della Scuola di Barbiana dall’Istituto superiore Italo Calvino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della Formazione e l’Università per Stranieri di Perugia, Dipartimento di Lingua, Letteratura e Arti Italiane nel mondo, e con il patrocinio dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria, del Comune e dell’associazione AltreMenti insieme per l’autismo ODV.
Una sala S. Agostino gremita di docenti ha seguito gli interventi degli esperti invitati a sviluppare riflessioni su come la didattica sperimentata a Barbiana possa parlare e indicare percorsi da esplorare alla scuola odierna.
“La risposta di don Milani alla scuola classista del suo tempo – ha fatto osservare Floriana Falcinelli, già docente della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università agli studi di Perugia - fu una scuola della partecipazione attiva di docenti e alunni alla conoscenza, un modello che chiama alla responsabilità liberante e al pensiero critico. Quella di don Milani non è una scuola” facile” dove “non si fa niente”, ma in cui è richiesto impegno, fatica e applicazione, si lavora sul concetto di scoperta, di partecipazione in cui le discipline sanno restituire il senso della propria esistenza”.
Di pensiero “scomodo”, perché libera le differenze, e “divisivo” ha parlato anche Moira Sannipoli, docente associata in Didattica e Pedagogia speciale presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università di Perugia. “Siamo un paese contraddittorio - ha sostenuto - che si è sempre nascosto dietro l’idea che le leggi ci garantiscono dei diritti, ma le verità di diritto e quelle di fatto sono in realtà molto diverse, ed è ancora molto difficile a scuola mettere in pratica parole come l’inclusione che qualcuno chiama inserimento, altri integrazione”.
“La scuola di Don Milani non è una proposta”, ha ricordato alla platea Cristina Gaggioli, ricercatrice in Didattica e Pedagogia Speciale presso l’Università per Stranieri di Perugia proponendo con un video la testimonianza di Adele Corradi, insegnante collaboratrice del priore. “Gli insegnanti – ha poi spiegato – possono giocare un ruolo cruciale nell’accendere la motivazione dei propri studenti. Don Milani ha ribaltato lo sguardo educativo: non più ‘io mi prendo cura di te’, ma ‘tu mi stai a cuore’”.
L’incontro pievese, coordinato dalla curatrice Alessandra Capponi, si è chiuso con le parole della dirigente scolastica Maria Luongo giunta al suo ultimo anno di servizio: “I ragazzi non hanno bisogno di cose. Per don Milani la professione del docente implica di sporcarsi le mani, rendersi disponibile a farsi giudicare, perchè in classe i nostri alunni guardano dietro la maschera e giudicano”.
I lavori del convegno si erano aperti con il saluto del sindaco Fausto Risini che si è complimentato con i promotori dell’evento e ha indirizzato un plauso in particolar modo all’associazione AltreMenti e alla sua vitalità.
Ha assistito al convegno anche la consigliera regionale Simona Meloni.
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