Presciutti: “La Provincia di Perugia intende continuare a dare il proprio contributo”
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 19 novembre '25 - Con il convegno “Archivi della sofferenza e spazio pubblico: salute, linguaggi e prassi trasformative” in programma giovedì e venerdì e organizzato dall’Ateneo perugino, prende il via il ciclo di eventi su “A 60 anni dall’avvio dell’autoriforma della psichiatria in Umbria 1965-2025: Umbria dal manicomio alla salute mentale comunitaria”.
Una serie di appuntamenti promossi dalla Fondazione Alessandro e Tullio Seppilli insieme ad altre istituzioni (Dipartimento di Filosofia Scienze umane sociali e della formazione dell’Università di Perugia, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria, Archivio di Stato di Perugia) e con il patrocinio della Provincia di Perugia e del Comune di Perugia.
Questa serie di iniziative saranno occasioni da un lato per rileggere i motivi ispiratori e l’attualità del processo di autoriforma della psichiatria umbra, iniziato sessanta anni fa che ha coinvolto l’intera società regionale e che ha preceduto di quasi tre lustri la cosiddetta legge Basaglia (1978), e dall’altro per analizzare le principali criticità nella tutela della salute mentale oggi, individuando i percorsi per superarle tenendo conto del quadro normativo nazionale e regionale.
“La Provincia di Perugia – dichiara il presidente Massimiliano Presciutti - si sente profondamente coinvolta in questo progetto in quanto nel processo di riforma della psichiatria l’Ente ha storicamente giocato un ruolo fondamentale, anticipando di oltre quindici anni la cosiddetta Legge Basaglia. Il pensiero naturalmente corre al gesto coraggioso di llvano Rasimelli, che mise piede nell’ospedale psichiatrico di Santa Margherita, la cui gestione era delegata alla Provincia, e fece scoppiare lo scandalo della violenza e del degrado del manicomio, dando avvio alla sua progressiva chiusura. Pur non detenendo più competenze di tipo tecnico – aggiunge Presciutti – forti di questa prestigiosa storia e delle energie che anche il nostro Ente nel corso degli anni, accanto alle altre istituzionali regionali, ha saputo esprimere, intendiamo partecipare a questi importanti momenti di confronto e costruzione di nuovi e più efficaci percorsi. Sul piano più squisitamente politico vogliamo dunque continuare a dare il nostro contributo nel percorso di tutela della salute mentale rispetto al quale oggi sembrano essere messi in discussione principi e diritti acquisiti”.
OI25097.ET
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 19 novembre '25 - Con il convegno “Archivi della sofferenza e spazio pubblico: salute, linguaggi e prassi trasformative” in programma giovedì e venerdì e organizzato dall’Ateneo perugino, prende il via il ciclo di eventi su “A 60 anni dall’avvio dell’autoriforma della psichiatria in Umbria 1965-2025: Umbria dal manicomio alla salute mentale comunitaria”.
Una serie di appuntamenti promossi dalla Fondazione Alessandro e Tullio Seppilli insieme ad altre istituzioni (Dipartimento di Filosofia Scienze umane sociali e della formazione dell’Università di Perugia, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria, Archivio di Stato di Perugia) e con il patrocinio della Provincia di Perugia e del Comune di Perugia.
Questa serie di iniziative saranno occasioni da un lato per rileggere i motivi ispiratori e l’attualità del processo di autoriforma della psichiatria umbra, iniziato sessanta anni fa che ha coinvolto l’intera società regionale e che ha preceduto di quasi tre lustri la cosiddetta legge Basaglia (1978), e dall’altro per analizzare le principali criticità nella tutela della salute mentale oggi, individuando i percorsi per superarle tenendo conto del quadro normativo nazionale e regionale.
“La Provincia di Perugia – dichiara il presidente Massimiliano Presciutti - si sente profondamente coinvolta in questo progetto in quanto nel processo di riforma della psichiatria l’Ente ha storicamente giocato un ruolo fondamentale, anticipando di oltre quindici anni la cosiddetta Legge Basaglia. Il pensiero naturalmente corre al gesto coraggioso di llvano Rasimelli, che mise piede nell’ospedale psichiatrico di Santa Margherita, la cui gestione era delegata alla Provincia, e fece scoppiare lo scandalo della violenza e del degrado del manicomio, dando avvio alla sua progressiva chiusura. Pur non detenendo più competenze di tipo tecnico – aggiunge Presciutti – forti di questa prestigiosa storia e delle energie che anche il nostro Ente nel corso degli anni, accanto alle altre istituzionali regionali, ha saputo esprimere, intendiamo partecipare a questi importanti momenti di confronto e costruzione di nuovi e più efficaci percorsi. Sul piano più squisitamente politico vogliamo dunque continuare a dare il nostro contributo nel percorso di tutela della salute mentale rispetto al quale oggi sembrano essere messi in discussione principi e diritti acquisiti”.
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