Ambiti interessati dai coni visuali
Lo studio sui “Coni Visuali” qui pubblicato riporta i primi risultati di una operazione avviata dal Servizio PTCP ed Urbanistica della Provincia di Perugia in occasione dell’adeguamento del proprio strumento di pianificazione d’area vasta alla normativa regionale contenuta nella Lr.27/2000 (PUT), con un libro dal titolo [Il “belvedere” tra memoria e attualità, per una tutela attiva dell’immagine dell’Umbria].
Ora questa pubblicazione è resa fruibile per conto del Servizio Progettazione viaria, Pianificazione, Espropri, Demanio, insieme all’ ufficio Territorio e Pianificazione che tramite la rete web della Provincia, mette a disposizione di tutti gli interessati, gli elaborati ed in specifico le schede corrispondenti dei coni visuali, provenienti da documentazione fotografica e da fonti iconografiche, individuati in ambiti con un grado di permanenza dei caratteri paesaggistici originari, tale da definirli ed essere collocati in giudizio critico tra “conservazione” e ”conservazione parziale”. (rif. elaborato A.3.4 Coni visuali e l’immagine dell’Umbria” del PTCP)
Si tratta di un’operazione complessa che ha avuto l’obiettivo di mettere a punto percorsi metodologici e procedure per un controllo delle trasformazioni del patrimonio paesaggistico indirizzato il più direttamente possibile sulle sue componenti e ciò per affrontare il tema della tutela in maniera tempestiva ed efficace.
Le competenze della Provincia, anche in quanto titolare, fino alla adozione e poi approvazione del PPR (Piano Paesaggistico Regionale) della Regione Umbria, della pianificazione ambientale e panoramica, sono sostanzialmente quelle di coordinamento e raccordo ed affinché tali competenze possano esprimersi è necessario che l’azione provinciale avvenga in un ambiente di linguaggi condivisi e di obbiettivi compatibili.
Si tratta, da un lato, di un modo di percepire il paesaggio ad oggi, epoca di mobilità diffusa, non più consueto e, dall’altro anche di un tipo di paesaggio che rischia di scomparire per la già definitiva scomparsa del sistema mezzadrile su cui si era normato.
Certamente questo approccio non può essere esaustivo del tema della tutela. Essa non può limitarsi alla individuazione ed alla conservazione di panoramici vedute che pur rappresentano le trame del fascino che l'Umbria ha esercitato nel tempo.
Il lavoro qui presentato, finalizzato alla formulazione degli indirizzi metodologici e di gestione del PTCP, va pertanto letto come una prima parte, pur importante in quanto inserisce significative novità tra gli elementi della pianificazione comunale, dell’azione provinciale di coordinamento della pianificazione ambientale dei comuni.
L’operazione avviata dalla Provincia è proseguita verso un approccio completo del tema dell'immagine dell’Umbria” e della sua tutela indagando nuove modalità di percezione del paesaggio che derivano dal mettere in rapporto i sistemi paesaggistici (e quindi non solo vedute o panorami) e sistema infrastrutturale viario. In tal modo si è definito un altro elemento specifico della pianificazione ambientale e paesaggistica su cui promuovere la produzione di indirizzi, metodologie ed azioni di tutela e valorizzazione.
Di seguito si riporta il testo, presente nelle prime pagine del libro, dove si definiscono le linee della ricerca, gli obiettivi, la metodologia e gli esiti, che hanno condotto poi alla pubblicazione del libro; il “belvedere” tra memoria e attualità, ed. 2003.
Il Piano Urbanistico Territoriale della Regione Umbria afferma che il paesaggio umbro, caratterizzato dall’intreccio tra risorse antropiche e patrimonio naturale, è alla base dell’«lmmagine dell’Umbria» così fortemente diffusa ed accreditata anche all’esterno della Regione.
Si tratta di una «Immagine» assai complessa, determinata dalla sintesi di una molteplicità di visioni, storie, esperienze vissute in prima o in terza persona; tutte diverse: nessuna esaustiva della complessità, ma ognuna contenente qualche parte significativa di quella. Un approccio all’immagine attraverso questi richiami imperfetti, vuol dire ricercare l’anima (il nesso relazionale) di queste esperienze sensoriali e quindi le componenti della complessità espressa.
Tale immagine è infatti fondata sulle condizioni complessive che determinano un ambiente di qualità in cui possono ben svilupparsi le relazioni sociali ed umane. Tutelare l’”lmmagine dell’Umbria” vuol dire quindi mantenere la capacità e la forza di queste condizioni ambientali per garantire la loro autoriproduzione; ciò presuppone una azione di controllo sui meccanismi di trasformazione del territorio per verificarne la compatibilità con le risorse e quindi la sostenibilità dei processi.
La complessità e varietà morfologica del territorio umbro, ben esemplificata all’interno della provincia di Perugia, e la conseguente capacità di proporre differenziate visioni di paesaggio, costituisce una specifica risorsa da tutelare; e per questa tutela il Piano Urbanistico Territoriale (PUT), con l’art.25, attribuisce la competenza, per la localizzazione e la disciplina, al Piano territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
I «Coni visuali da preservare» costituiscono il contenuto di un tema specifico che il nuovo PUT assegna al PTCP. Quest’ultimo ha inteso svilupparlo secondo una linea di ricerca che si rapporta alla particolarità del tema che qui suggerisce un atteggiamento statico e «contemplativo» nella percezione di un panorama da un punto di vista fisso (cono visuale).
II cono visuale (insieme ai i panorami da esso inquadrati) è quindi uno di quegli strumenti che hanno contribuito a connotare gli spazi umbri ed a rendere sempre più ricca, ma altrettanto universalmente riconoscibile, l’immagine dell’Umbria”; le immagini da esso derivate infatti sono state raccontate, in tutti i modi sensibili, ricordate e ripetute fino a farlo divenire un concetto comune, icone che sintetizzano una realtà variegata.
Il problema è stato quindi impostato sulla ricerca delle immagini che hanno contribuito alla costruzione di questa concettualizzazione dell’ambiente fisico umbro, sulla ricostruzione del processo di formazione ed ancora sul suo sviluppo fino a oggi introducendo il tempo come soggetto attivo del processo e coautore del paesaggio e, quindi, inserendo il tema della visione del paesaggio in un ambito più specificamente di pianificazione.
La linea di ricerca seguita vuole infatti operare, tra le praticamente infinite serie di visuali che si potrebbero realizzare all’interno del territorio della provincia in rapporto ai sistemi morfologico ed insediativo, una fondamentale selezione che raccolga quei coni visuali il cui valore estetico, ma anche storico o scientifico, risulti già ufficializzato da forme di pubblicizzazione e pertanto costituisce di fatto un elemento su cui si fonda l’immagine dell’Umbria” accreditata al suo esterno.
Stabilito di non dover prendere in considerazione, in questa fase della ricerca, le immagini di paesaggio intra moenia che, rappresentando un «salto di scala»; potranno essere oggetto degli eventuali e successivi approfondimenti da effettuare nei singoli comuni in fase di redazione dei PRG, si è ritenuto opportuno indagare un vasto campo di “generi” di racconto dei caratteri fisici del territorio: il documentario fotografico, la selezione dell’appunto grafico, il riconoscimento di rango attraverso la pittura, il sostegno pedagogico della guida e il racconto di emozioni della letteratura di viaggio.
Ciò è stato fatto, sia pure in modo non esaustivo, in quanto tale ventaglio di generi costituisce un significativo esempio della complessità degli approcci possibili al tema del paesaggio ed un’occasione per sperimentare la diversità delle ricadute che da essi si possono avere nella gestione delle trasformazioni fisiche del territorio.
La ricerca delle fonti e la successiva analisi è stata impostata sui seguenti generi:
Il paesaggio e le vedute del territorio della provincia di Perugia nella letteratura, nella manualistica di viaggio, nelle guide;
Il paesaggio e le vedute del territorio della provincia di Perugia nella immagine pittorica (pittura e stampe);
Il paesaggio e le vedute del territorio della provincia di Perugia nella documentazione fotografica;
Il paesaggio e le vedute del territorio della provincia di Perugia nella tutela paesaggistica e panoramica.
La ricerca, sia in relazione ai tempi disponibili che al prevalente e programmatico suo valore esemplificativo, non può essere considerata esaustiva per l’intero territorio della provincia.
Nonostante il significativo numero di vedute indagate (complessivamente 229, di cui 109 descrizioni letterarie) e la rappresentatività delle stesse soprattutto per l’incrocio dei generi di appartenenza e per la varietà delle situazioni rappresentate, rimangono molte le zone non coperte da vedute o coni visuali e comunque ogni zona, anche quelle “toccate” da questo lavoro, dispone di una quantità ben superiore di “citazioni”.
Questo fatto, oltre ad evidenziare la problematicità dell’assunto del 1 comma dell’art.25 del PUT che assegna il compito al PTCP di “...individuare i coni visuali da preservare” e la necessità obbligata di procedere per gradi in questo processo conoscitivo, ha motivato la scelta della Provincia di Perugia di procedere, in questa prima esperienza, con la ricerca di alcuni di quei documenti che hanno provveduto ad affermare e diffondere l’immagine dell’Umbria” nel mondo. Inoltre questo fatto porta a graduare il procedimento anche in senso verticale, attraverso approfondimenti legati ai processi di pianificazione comunale.
I quattro generi segnalati rappresentano fonti senz’altro ricche e l’attuale sperimentazione ne ha dimostrato l’efficacia metodologica; essi non sono comunque gli unici ed, in ambito locale, possono essere individuati ulteriori percorsi tanto particolari quanto significativi.
Il primo gruppo di fonti (letteratura di viaggio, guide, eco.) ha fornito un quadro cospicuo della presenza di viaggiatori in Umbria fin dall’inizio dell’età moderna, ma ha anche messo in evidenza come tale frequentazione sia stata limitata, almeno fino alla nostra contemporaneità, a percorsi canonici, marginalizzando di fatto gran parte del territorio della Provincia. Queste descrizioni, che pur nella impossibilità di essere ricondotte ad un punto di vista univoco risultano indubbiamente riferibili ad un ambito territoriale definito, hanno fornito un repertorio di immagini letterarie, d’insieme o puntuali, che ha consentito di rafforzare, specificare o correggere la lettura delle immagini indagate seguendo gli altri generi e pertanto sono state raffrontate alle immagini che descrivono quegli ambiti conseguendo la possibilità di una doppia lettura di quelle.
Tra gli altri generi, il secondo ed il terzo, per la loro peculiare natura (stampe, pitture, foto), hanno consentito una ricostruzione del proprio ambito sul territorio, in modo quasi generalizzato (con qualche eccezione per quanto riguarda il materiale derivante dal Piccolpasso, per il quale il carattere funzionale del lavoro di rappresentazione dei luoghi ha talvolta portato alla costruzione di immagini virtuali con la giustapposizione degli elementi significativi e quindi non sempre fedelissime alla realtà).
Il quarto genere invece, anch’esso come il primo basato sulla parola scritta, ha portato a leggere la motivazione ufficiale della dichiarazione di vincolo alla stregua di un testo letterario, consentendo, alla pari dei generi iconografici, la precisa individuazione della veduta ed ha offerto l’occasione di una importante verifica sulla capacità del vincolo di sostenere la tutela.
L’obbiettivo generale è quello di verifica- re in che misura la visione dei luoghi (i panorami, le visuali) che nel passato sono stati considerati emblematici della “natura” dell’Umbria, ha conservato, oggi, quei caratteri di “tipicità dell’eccellenza” e può pertanto mantenere quella funzione rappresentativa esemplare della continuità in un contesto che comunque sta modificandosi. Questa condizione esemplare, di per se stessa, un “bene”, potrebbe richiedere una particolare attenzione nella gestione delle trasformazioni del territorio ai fini della propria tutela. Tale obbiettivo assume un ulteriore importante significato in rapporto alle visuali su cui agisce il vincolo di tutela esercitato daH’.art.139, comma 1 lettera d), del Dls. 490/99.
Il perseguimento dell’obbiettivo della verifica e, soprattutto, l’individuazione dei contenuti e della specificità del cono visuale tutelato, consentono di estrarre ulteriori elementi di valutazione dell’ambito indagato e di esercitare un controllo sulle trasformazioni anche al di fuori dell’area di applicazione del vincolo di tutela (che è, sovente, circoscritto al punto di vista del cono visuale) spingendo anzi ad operare - già in fase di pianificazione urbanistica e sia pure in termini di indirizzo - sull’intero ambito interessato dal cono visuale.
Infine, considerando la diffusione di questi caratteri di tipicità sul territorio per cui qualsiasi centro medioevale arroccato su una collina o posto a mezzacosta su una montagna può essere simbolo riconoscibile del sistema dei centri storici umbri, un ulteriore obbiettivo potrà essere quello di portare al generale lo specifico, vale a dire di estrarre tutto ciò che, rilevato in particolari situazioni, può considerarsi esemplare di una situazione diffusa e ciò anche al fine di studiarne i legami con i processi di trasformazione degli assetti insediativi tuttora in atto sul territorio della provincia e, quindi, ricavarne indirizzi e criteri per il loro controllo.
Il metodo seguito si basa sulla verifica della permanenza all’oggi dei caratteri paesaggistici riscontrati nella visione originaria e del grado di trasformazione avvenuta; il confronto è anche riscontro del collegamento diretto tra elementi del paesaggio e scelte insediative corrispondenti all’organizzazione della società intesa in senso complessivo. Pertanto risulta facilmente distinguibile la trasformazione coerente o funzionale ad un processo in qualche modo previsto e sostenuto, da quella a questo estranea.
Nell’esame delle vedute o dei panorami selezionati, è sempre stato presente l’assunto della veduta mediata dall’immagi- ne rappresentata: ciò ha significato che l’oggetto del riscontro è stato quella “veduta”, con il suo taglio e con gli elementi costitutivi messi in evidenza in varia misura a seconda dei generi trattati. E’ chiaro che, a seconda che si tratti di pittura o ancor più di stampe (con una sintesi a monte fatta dall’artista) ovvero di fotografie (ove la sintesi è rappresentata prevalentemente dal taglio e dall’inquadratura), la valutazione sul grado di trasformazione ad oggi potrà risultare non del tutto omogenea.
Dal punto di vista metodologico uno degli esiti del lavoro è l’individuazione, per ogni visuale rintracciata del grado di modificazione oggi riscontrabile.
Sulla discriminante fondamentale conservazione-trasformazione, sono stati individuate quattro diverse situazioni che caratterizzano la corrispondenza tra l’immagine originale ed il riscontro all’oggi: conservazione, conservazione parziale, trasformazione parziale, trasformazione. Su queste situazioni tipo, i PRG saranno chiamati ad organizzare la specifica disciplina.
Un secondo esito del lavoro è dato dalle indicazioni ed indirizzi, di carattere più generale, che possono scaturire dalla analisi ed elaborazione dei caratteri territoriali su gruppi di vedute formati per ambiti o per temi. Questo lavoro di riaggregazione delle vedute esaminate ha consentito infatti di rintracciare alcuni caratteri comuni, espressamente evidenziati dalle singole immagini (spesso in maniera problematica per la loro attuale instabilità conseguente alle modificazioni subite) che segnano in modo particolare quei paesaggi e, quindi, ha portato ad individuare temi e materiali per ulteriori e più specifici indirizzi paesaggistici nei confronti della pianificazione comunale. In questo caso si tratta dell’approfondimento della lettura già fatta dal PTCP per unità di paesaggio, mediante annotazioni particolari e specifiche, riferibili ad ambiti più vasti che non alle singole vedute e che implementano la strumentazione a disposizione dei PRG e di quanti si occupano di pianificazione e progettazione paesaggistica.