Le parole del Presidente della Provincia di Perugia: "I grossi colpi che nell'ultimo quinquennio sono arrivati al sistema produttivo stanno lasciando, anno dopo anno, celebrazione dopo celebrazione, segni di crescente difficoltÃÂ fra gli occupati e momenti di viva tensione fra coloro che, in numero sempre crescente, vengono espulsi o addirittura rifiutati dal mercato del lavoro..."
Le parole del Presidente della Provincia di Perugia: “I grossi colpi che nell’ultimo quinquennio sono arrivati al sistema produttivo stanno lasciando, anno dopo anno, celebrazione dopo celebrazione, segni di crescente difficoltà fra gli occupati e momenti di viva tensione fra coloro che, in numero sempre crescente, vengono espulsi o addirittura rifiutati dal mercato del lavoro. Il primo maggio, che è stato elegia e canto degli operai, si vena del colore oscuro della tragedia della disoccupazione, ha il sapore del comportamento privo di orientamenti, porta i riflessi di un esangue dibattito fra forze sociali e governo, ma riempie sempre le piazze di una ventata inesauribile di dignità e di volontà di progresso”.“Tra il nichilismo, che può sopravvenire, e il sussulto di orgoglio degli operai che rinasce oltre ogni amara sconfitta, esiste il terreno in cui la politica, non ridotta al pur necessario contenimento tecnico della spesa e all’altrettanto tecnico bisogno di spingere il capitale a trovare le sue vie di espansione, deve tornare a rivendicare il protagonismo di chi, nel lavoro, è pronto a investire per intero il senso della propria vita e di quella dei suoi figli”. “L’azione della Provincia di Perugia ha inteso situarsi concretamente dentro questo punto di snodo, concentrandosi sui processi di formazione e sulla formulazione di percorsi di orientamento al lavoro, sulle opportunità per riposizionarsi sul mercato del lavoro e sul canale che dall’Italia centrale può realizzare unità virtuose fra comunità locale e comunità europea, dando eguali chance di avanzamento tanto all’impresa, ai costruttori di impresa, quanto ai lavoratori che vi opereranno. In ognuna di queste direzioni, l’impegno dell’istituzione punta da tempo a far riguadagnare alla comunità locale il senso delle proprie potenzialità imprenditoriali e occupazionali, cosicché la riforma del mercato del lavoro, ormai alle porte, possa trovarci non impreparati, non sulla difensiva, ma originali interpreti di una risposta efficace ai terremoti della finanza mondiale. Questo è lo spirito con cui siamo vicini alla celebrazione del primo maggio del 2012, richiamando ognuno di noi a quel senso di vigile sperimentazione dell’intelligenza e a quella forte sottolineatura della responsabilità individuale dalla cui combinazione non potrà non uscire la declinazione futura della dimensione lavorativa, del ruolo del profitto e della necessità della ridistribuzione delle ricchezze. La dignità che ha sempre caratterizzato l'uomo al lavoro continua anche oggi a identificare il margine estremo di progresso che ciascuna società, anche la più in crisi, può coltivare”. “Finché si riconosce al lavoro e solo al lavoro il valore di produzione di nuove risorse intellettuali e pratiche oltre le difficoltà congiunturali del sistema economico, ci sono possibilità inesplorate di progresso e di produzione di ricchezza, perché attraverso la parola ‘lavoro’ non si nomina mai una macchina o un software ma colui che a quella macchina e a quell’intelligenza digitale trasferisce la propria dignità di essere umano”.
Le parole del Presidente della Provincia di Perugia: “I grossi colpi che nell’ultimo quinquennio sono arrivati al sistema produttivo stanno lasciando, anno dopo anno, celebrazione dopo celebrazione, segni di crescente difficoltà fra gli occupati e momenti di viva tensione fra coloro che, in numero sempre crescente, vengono espulsi o addirittura rifiutati dal mercato del lavoro. Il primo maggio, che è stato elegia e canto degli operai, si vena del colore oscuro della tragedia della disoccupazione, ha il sapore del comportamento privo di orientamenti, porta i riflessi di un esangue dibattito fra forze sociali e governo, ma riempie sempre le piazze di una ventata inesauribile di dignità e di volontà di progresso”.“Tra il nichilismo, che può sopravvenire, e il sussulto di orgoglio degli operai che rinasce oltre ogni amara sconfitta, esiste il terreno in cui la politica, non ridotta al pur necessario contenimento tecnico della spesa e all’altrettanto tecnico bisogno di spingere il capitale a trovare le sue vie di espansione, deve tornare a rivendicare il protagonismo di chi, nel lavoro, è pronto a investire per intero il senso della propria vita e di quella dei suoi figli”. “L’azione della Provincia di Perugia ha inteso situarsi concretamente dentro questo punto di snodo, concentrandosi sui processi di formazione e sulla formulazione di percorsi di orientamento al lavoro, sulle opportunità per riposizionarsi sul mercato del lavoro e sul canale che dall’Italia centrale può realizzare unità virtuose fra comunità locale e comunità europea, dando eguali chance di avanzamento tanto all’impresa, ai costruttori di impresa, quanto ai lavoratori che vi opereranno. In ognuna di queste direzioni, l’impegno dell’istituzione punta da tempo a far riguadagnare alla comunità locale il senso delle proprie potenzialità imprenditoriali e occupazionali, cosicché la riforma del mercato del lavoro, ormai alle porte, possa trovarci non impreparati, non sulla difensiva, ma originali interpreti di una risposta efficace ai terremoti della finanza mondiale. Questo è lo spirito con cui siamo vicini alla celebrazione del primo maggio del 2012, richiamando ognuno di noi a quel senso di vigile sperimentazione dell’intelligenza e a quella forte sottolineatura della responsabilità individuale dalla cui combinazione non potrà non uscire la declinazione futura della dimensione lavorativa, del ruolo del profitto e della necessità della ridistribuzione delle ricchezze. La dignità che ha sempre caratterizzato l'uomo al lavoro continua anche oggi a identificare il margine estremo di progresso che ciascuna società, anche la più in crisi, può coltivare”. “Finché si riconosce al lavoro e solo al lavoro il valore di produzione di nuove risorse intellettuali e pratiche oltre le difficoltà congiunturali del sistema economico, ci sono possibilità inesplorate di progresso e di produzione di ricchezza, perché attraverso la parola ‘lavoro’ non si nomina mai una macchina o un software ma colui che a quella macchina e a quell’intelligenza digitale trasferisce la propria dignità di essere umano”.