Il 7 settembre 2013, tutti uniti per la pace, credenti e uomini di buona volontÃÂ
Il Presidente della Provincia Guasticchi, in qualità di Presidente del coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace, si è rivolto ai presidenti delle Regioni, ai sindaci e agli assessori alla pace, diritti umani e cooperazione internazionale, dichiarando:
“L’invito del Santo Padre è rivolto tutti i credenti, ma anche a tutti gli uomini e le donne di buona volontà e alle istituzioni. Un appello che non può rimanere inascoltato. Del resto nessuna comunità locale, neanche la più mite e laboriosa, può dimenticare di avere vissuto momenti e periodi di acuta crisi e di scontri bellici. Pagine drammatiche scritte nella memoria storica, consegnate agli archivi, incise nelle pietre delle città oggi solo un po' annerite dai violenti incendi di secoli fa: girando per i nostri borghi, l'antica vicenda della guerra ci si ripropone come una lezione non pedante, ma come monito vivo, avvertimento, esortazione a cercare di non ripetere le tragedie dei nostri antenati. Così, il nostro impegno di oggi per preservare il mondo dalla possibilità, sempre riemergente come vediamo in questi giorni, di conflitti di incerta estensione territoriale lo dobbiamo coltivare senz'altro verso i nostri figli, ma, nello spirito che lega le nostre pacifiche comunità locali, lo dobbiamo in qualche modo dedicare a quanti ci hanno precedeuto e non sempre hanno potuto farlo in condizioni di pace. Questa traccia, questo collegamento fra le generazioni non potrà che permetterci un'adesione ancora più convinta alla manifestazione del senso di responsabilità individuale per la pace alla quale siamo chiamati dal forte richiamo pronunciato, con tono fermo e con cuore purissimo, la scorsa domenica da Papa Francesco”.
Il Presidente della Provincia Guasticchi, in qualità di Presidente del coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace, si è rivolto ai presidenti delle Regioni, ai sindaci e agli assessori alla pace, diritti umani e cooperazione internazionale, dichiarando:
“L’invito del Santo Padre è rivolto tutti i credenti, ma anche a tutti gli uomini e le donne di buona volontà e alle istituzioni. Un appello che non può rimanere inascoltato. Del resto nessuna comunità locale, neanche la più mite e laboriosa, può dimenticare di avere vissuto momenti e periodi di acuta crisi e di scontri bellici. Pagine drammatiche scritte nella memoria storica, consegnate agli archivi, incise nelle pietre delle città oggi solo un po' annerite dai violenti incendi di secoli fa: girando per i nostri borghi, l'antica vicenda della guerra ci si ripropone come una lezione non pedante, ma come monito vivo, avvertimento, esortazione a cercare di non ripetere le tragedie dei nostri antenati. Così, il nostro impegno di oggi per preservare il mondo dalla possibilità, sempre riemergente come vediamo in questi giorni, di conflitti di incerta estensione territoriale lo dobbiamo coltivare senz'altro verso i nostri figli, ma, nello spirito che lega le nostre pacifiche comunità locali, lo dobbiamo in qualche modo dedicare a quanti ci hanno precedeuto e non sempre hanno potuto farlo in condizioni di pace. Questa traccia, questo collegamento fra le generazioni non potrà che permetterci un'adesione ancora più convinta alla manifestazione del senso di responsabilità individuale per la pace alla quale siamo chiamati dal forte richiamo pronunciato, con tono fermo e con cuore purissimo, la scorsa domenica da Papa Francesco”.