"Va colta l'occasione per riconsiderare le strategie espositive umbre"
“La presenza a Foligno della ‘Madonna’ di Raffaello è, per tutta la comunità umbra, un evento che esalta le specificità dell'attesa culturale e spirituale che rende ineguagliabile, nel suo insieme, l'atmosfera di cui è ricca la dimensione del vivere ‘in provincia. Solo in un ambiente così definito (locale, provinciale, regionale) si esaltano, infatti, i tratti del più autentico apprezzamento di un'opera d'arte; è in un ambiente come questo – locale, provinciale, regionale – che il contatto con il capolavoro diventa piena osmosi fra il visitatore e l'opera d'arte. La comunità locale si rafforza intorno a ciò che sente come un ritorno, come se a tornare fosse un valore fondante della vita di tutti i giorni. La comunità sa quanta spoliazione, nei secoli, è avvenuta in termini di opere d'arte e di capolavori e sa che il processo è irreversibile. Proprio per questo si stringe più che mai intorno al capolavoro che l'intelligenza e la disponibilità dei responsabili dell'operazione – la Santa Sede e l'Eni – hanno permesso di far sostare, per alcuni giorni, nella città e nel tempio in cui l'opera ha vissuto per ben oltre duecento anni. Si potrà apprendere molto da questo episodio se, ripartito il capolavoro per Roma, ci si soffermerà a riconsiderare le strategie espositive umbre, che negli ultimi anni sembrano patire un momento di stasi. Sarà una riflessione da condurre in grande unità di intenti da parte di istanze civili e religiose, anche alla luce dei cambiamenti che il Pontificato di Papa Francesco sta attuando e col profondo orgoglio di poter annoverare fra i nuovi Cardinali l'amatissimo presule di Perugia, mons. Gualtiero Bassetti”.
“La presenza a Foligno della ‘Madonna’ di Raffaello è, per tutta la comunità umbra, un evento che esalta le specificità dell'attesa culturale e spirituale che rende ineguagliabile, nel suo insieme, l'atmosfera di cui è ricca la dimensione del vivere ‘in provincia. Solo in un ambiente così definito (locale, provinciale, regionale) si esaltano, infatti, i tratti del più autentico apprezzamento di un'opera d'arte; è in un ambiente come questo – locale, provinciale, regionale – che il contatto con il capolavoro diventa piena osmosi fra il visitatore e l'opera d'arte. La comunità locale si rafforza intorno a ciò che sente come un ritorno, come se a tornare fosse un valore fondante della vita di tutti i giorni. La comunità sa quanta spoliazione, nei secoli, è avvenuta in termini di opere d'arte e di capolavori e sa che il processo è irreversibile. Proprio per questo si stringe più che mai intorno al capolavoro che l'intelligenza e la disponibilità dei responsabili dell'operazione – la Santa Sede e l'Eni – hanno permesso di far sostare, per alcuni giorni, nella città e nel tempio in cui l'opera ha vissuto per ben oltre duecento anni. Si potrà apprendere molto da questo episodio se, ripartito il capolavoro per Roma, ci si soffermerà a riconsiderare le strategie espositive umbre, che negli ultimi anni sembrano patire un momento di stasi. Sarà una riflessione da condurre in grande unità di intenti da parte di istanze civili e religiose, anche alla luce dei cambiamenti che il Pontificato di Papa Francesco sta attuando e col profondo orgoglio di poter annoverare fra i nuovi Cardinali l'amatissimo presule di Perugia, mons. Gualtiero Bassetti”.