Consiglio provinciale approva nuovo regolamento per appalti, concessioni e contratti. Prevede procedure trasparenti e snelle, codice etico e controlli bimestrali - Frullani "Rappresenta un importante passo avanti, strettamente legato alla programmazione dei lavori pubblici e alla pianificazione degli interventi"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 2 aprile ’09 – Dopo un lungo iter nelle Commissioni e sostituendo un regolamento ormai vecchio del 1991, il Consiglio Provinciale approva, con 17 voti a favore e 3 astensioni delle minoranze, il nuovo Regolamento per la disciplina degli appalti, concessioni e contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. “Un Regolamento – sono le parole dell’Assessore Daniela Frullani – che rappresenta un importante passo avanti , strettamente legato alla programmazione dei lavori pubblici e alla pianificazione degli interventi, che si poggia sui cardini della trasparenza e dell’efficacia e che favorisce al massimo l’uso degli strumenti informatici e telematici, che tutela i diritti del lavoro, la qualità delle opere pubbliche e il rispetto dell’ambiente. La grande novità è l’introduzione del ‘Codice Etico degli Appalti’ che regola i rapporti degli operatori economici concorrenti, degli amministratori e dei dipendenti della Provincia, prevedendo sanzioni per questi ultimi in caso di inosservanza delle disposizioni. Inoltre, il nuovo Regolamento prevede numerose tipologie di procedure: gara aperta, ristretta, negoziata con o senza bando, dialogo competitivo oppure, tra le più recenti, accordo quadro, sistemi dinamici di acquisizione, aste elettroniche. Le procedure negoziate senza bando possono essere espletate fino a 500mila euro (prima erano di 100mila euro) con il limite di 5 partecipanti. La Provincia ha voluto istituire tre fasce, prevedendo per le gare più consistenti di 500mila euro la partecipazione di 20 operatori. Prevista anche la stesura di report bimestrali sul flusso delle procedure di gara gestite e chiuse e di quelle in programmazione, report che scaturiscono da un sistema di presidio e monitoraggio dell’Ente sugli appalti dei lavori pubblici. Un Regolamento che va verso innovazioni sostanziali, che si prefigge di rispettare il principio di rotazione di coloro che operano nel settore, cerca di evitare frazionamenti nelle operazioni e che si pone l’obiettivo di avere tutti gli elementi per una vasta azione di controllo generale delle varie attività dell’Ente”.
La condivisione al Regolamento arriva da Bruno Biagiotti, capogruppo di An, seppure con alcuni dubbi dovuti al non inserimento del sistema del sorteggio “per rendere più trasparente la commissione d’esame delle pratiche” (a questo Frullani ha poi replicato dicendo che andrebbe in contrasto con lo stesso principio di rotazione) e alla “non sufficiente tutela del nostro territorio e delle nostre imprese”. Palmiero Bruscia (Pd) ha sottolineato come questo nuovo strumento risponda al dettato di massima trasparenza, “una grande garanzia e la cura migliore”, e offra strumenti per sostenere le imprese locali. “Un obiettivo – ha detto – che può essere perseguito con un intelligente mix delle potenzialità, tutte legittime, che lo stesso Regolamento offre”. “Questo Regolamento – sono state le parole di Guido De Prisco (Prc) – è scritto per il 90% sulla base della normativa vigente. E’ ben fatto perché lascia poco spazio all’interpretazione; altri Enti dovrebbero prenderlo ad esempio”. Anche per Fiorello Primi (Pd) si tratta di “un buon lavoro e più mani condiviso e convinto, che può essere di esempio per altre amministrazioni. “Un Regolamento – afferma – che riesce a conciliare tante cose insieme: la certezza del diritto, la trasparenza, i controlli incrociati, la tutela del lavoro e la snellezza delle procedure”. “Non si può dire a priori se il Regolamento sarà positivo - commenta Ivo Fagiolari capogruppo di Forza Italia, annunciando la propria astensione – Ci sono dei limiti esterni, la farraginosità della normativa, la scarsa professionalità sul piano amministrativo del tessuto economico locale, la crisi che spinge il sistema a competere con operazioni anche poco chiare per avere l’assegnazione dei lavori, e limiti interni come ad esempio il fatto che il settore appalti era “un cono d’ombra” cosa che ha rallentato la sua revisione e che le procedure sono ‘abborracciate’. E’ necessario lavorare per la riforma della macchina amministrativa, per la formazione, introdurre procedure innovative e la rotazione del personale che gestisce il settore”.
Esp09033.GC
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 2 aprile ’09 – Dopo un lungo iter nelle Commissioni e sostituendo un regolamento ormai vecchio del 1991, il Consiglio Provinciale approva, con 17 voti a favore e 3 astensioni delle minoranze, il nuovo Regolamento per la disciplina degli appalti, concessioni e contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. “Un Regolamento – sono le parole dell’Assessore Daniela Frullani – che rappresenta un importante passo avanti , strettamente legato alla programmazione dei lavori pubblici e alla pianificazione degli interventi, che si poggia sui cardini della trasparenza e dell’efficacia e che favorisce al massimo l’uso degli strumenti informatici e telematici, che tutela i diritti del lavoro, la qualità delle opere pubbliche e il rispetto dell’ambiente. La grande novità è l’introduzione del ‘Codice Etico degli Appalti’ che regola i rapporti degli operatori economici concorrenti, degli amministratori e dei dipendenti della Provincia, prevedendo sanzioni per questi ultimi in caso di inosservanza delle disposizioni. Inoltre, il nuovo Regolamento prevede numerose tipologie di procedure: gara aperta, ristretta, negoziata con o senza bando, dialogo competitivo oppure, tra le più recenti, accordo quadro, sistemi dinamici di acquisizione, aste elettroniche. Le procedure negoziate senza bando possono essere espletate fino a 500mila euro (prima erano di 100mila euro) con il limite di 5 partecipanti. La Provincia ha voluto istituire tre fasce, prevedendo per le gare più consistenti di 500mila euro la partecipazione di 20 operatori. Prevista anche la stesura di report bimestrali sul flusso delle procedure di gara gestite e chiuse e di quelle in programmazione, report che scaturiscono da un sistema di presidio e monitoraggio dell’Ente sugli appalti dei lavori pubblici. Un Regolamento che va verso innovazioni sostanziali, che si prefigge di rispettare il principio di rotazione di coloro che operano nel settore, cerca di evitare frazionamenti nelle operazioni e che si pone l’obiettivo di avere tutti gli elementi per una vasta azione di controllo generale delle varie attività dell’Ente”.
La condivisione al Regolamento arriva da Bruno Biagiotti, capogruppo di An, seppure con alcuni dubbi dovuti al non inserimento del sistema del sorteggio “per rendere più trasparente la commissione d’esame delle pratiche” (a questo Frullani ha poi replicato dicendo che andrebbe in contrasto con lo stesso principio di rotazione) e alla “non sufficiente tutela del nostro territorio e delle nostre imprese”. Palmiero Bruscia (Pd) ha sottolineato come questo nuovo strumento risponda al dettato di massima trasparenza, “una grande garanzia e la cura migliore”, e offra strumenti per sostenere le imprese locali. “Un obiettivo – ha detto – che può essere perseguito con un intelligente mix delle potenzialità, tutte legittime, che lo stesso Regolamento offre”. “Questo Regolamento – sono state le parole di Guido De Prisco (Prc) – è scritto per il 90% sulla base della normativa vigente. E’ ben fatto perché lascia poco spazio all’interpretazione; altri Enti dovrebbero prenderlo ad esempio”. Anche per Fiorello Primi (Pd) si tratta di “un buon lavoro e più mani condiviso e convinto, che può essere di esempio per altre amministrazioni. “Un Regolamento – afferma – che riesce a conciliare tante cose insieme: la certezza del diritto, la trasparenza, i controlli incrociati, la tutela del lavoro e la snellezza delle procedure”. “Non si può dire a priori se il Regolamento sarà positivo - commenta Ivo Fagiolari capogruppo di Forza Italia, annunciando la propria astensione – Ci sono dei limiti esterni, la farraginosità della normativa, la scarsa professionalità sul piano amministrativo del tessuto economico locale, la crisi che spinge il sistema a competere con operazioni anche poco chiare per avere l’assegnazione dei lavori, e limiti interni come ad esempio il fatto che il settore appalti era “un cono d’ombra” cosa che ha rallentato la sua revisione e che le procedure sono ‘abborracciate’. E’ necessario lavorare per la riforma della macchina amministrativa, per la formazione, introdurre procedure innovative e la rotazione del personale che gestisce il settore”.
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