Unesco - Riunione in Provincia per salvare la sede perugina dell'agenzia globale delle acque - Il Presidente Guasticchi incontra parlamentari e membri del segretariato internazionale per trovare soluzione comune da proporre al Governo
(Cittadino e Provincia – Perugia 26 gennaio 2010) - La sede Unesco a Perugia che ospita il segretariato del programma di valutazione mondiale dell’acqua è a rischio di trasferimento in altri Paesi per via della mancata ratifica da parte del Ministero dell’Ambiente del protocollo di intesa tra Governo, Unesco e Regione dell’Umbria. Non essendoci una legge che di fatto stabilisce un fondo fisso – 2milioni 500mila euro - alle attività della più grande agenzia sull’acqua globale, l’Unesco sta pensando di portare fuori dal Paese il segretariato. Al momento ha concesso una estensione dell'accordo con l'Italia per far rimanere gli uffici a Colombella fino alla fine di agosto. Una situazione di grave imbarazzo internazionale che il Consiglio provinciale di Perugia e l’amministrazione provinciale diretta dal presidente Marco Vinicio Guasticchi stanno cercando di evitare all’Italia e all’Umbria cercando di portare la questione direttamente sui banchi del Governo e sugli scranni del Parlamento. Da qui la riunione allargata a parlamentari umbri – presenti i senatori Fioroni (Pd) e Asciutti (Pdl) – alla giunta regionale – presente l’assessore Carlo Liviantoni – e ovviamente ai rappresentanti Unesco della sede di Colombella. “Bisogna sbloccare in tempi rapidissimi la partita con il Ministero dell’Ambiente” ha affermato il presidente della Giunta provinciale, Marco Vinicio Guasticchi – “Il consiglio ha approvato un documento all’unanimità sulla necessità di impegnarsi per mantenere il segretariato del programma valutazione mondiale dell’acqua. Dobbiamo perciò fare un’azione di lobby istituzionale (parlamentari, assessori regionali, capigruppo e istituzioni) in nome di una spinta comune che consenta all’Unte di mantenere la propria sede a Perugia come stabilità dagli accordi internazionali”. Il professore Lucio Ubertini, rappresentante IHP Unesco a Parigi, ha ricordato come faticosamente nel 2007 l’Italia ha strappato questo importante riconoscimento sulle acque globali. “Per ottenere in Italia un simile ufficio di così grande importanza strategica – ha spiegato Ubertini – abbiamo battuto la concorrenza di Giappone, Svezia e Germania che già da tempo finanziavano con molti milioni di euro l’attività sul fabbisogno mondiale dell’acqua. Ci sono voluti diversi anni e molte riunioni per arrivare a questo risultato. Grazie all’accordo del 21 novembre 2007. Qui abbiamo il monitoraggio dell’acqua globale, l’agenzia dell’acqua del mondo. Un miracolo che rischiamo di perdere ora per i ritardi della ratifica del Ministro dell’ambiente”. Preoccupazione è stata espressa da Michela Miletto, vice direttore del programma Unesco a Colombella: “Siamo molto preoccupati della situazione e quindi ringraziamo le istituzioni umbre che stanno cercando insieme a noi di trovare una soluzione. Il segretariato dell’Unesco coordina 26 agenzie delle Nazioni Unite e altre di natura regionale o affiliate per un totale 46 agenzie che si occupano di acqua. E’ fondamentale per la elaborazione delle risorse idriche e per la presentazione di un rapporto ogni 3 anni e da sottoporre ai membri del forum mondiale dell’acqua. E’ un documento autorevole e viene rivolto alle massime autorità degli stati. In questa situazione di incertezza ci è molto difficile poter pianificare o implementare attività a medio e lungo termine, quali per esempio quelle di formazione che implicano collaborazioni o accordi con possibili partners. A dicembre del 2009 il Ministero dell'Ambiente ha approvato la richiesta del WWAP-UNESCO di una estensione a costo zero dell'accordo finanziario che aveva scadenza al 31 dicembre 2009, fino ad agosto 2010, nell'attesa del completamento della ratifica. Questo significa che attualmente le attività del WWAP sono finanziate da fondi residui del 2009. Una situazione di precarietà che sta rallentando i lavori di un settore mondiale considerato cruciale”. La precarietà è tutta determinata dalla mancanza della legge nazionale che rende fisso, anno dopo anno, il fondo 2milioni 500mila euro al segretariato. Giampiero Rasimelli (capogruppo Pd): “Le istituzioni umbre e i parlamentari della nostra regione – ha spiegato – si trovano concordi nel portare avanti questa battaglia in maniera unitaria. E’ necessario se vogliamo evitare una figuraccia internazionale intervenire subito cercando di contattare il Governo e il Ministero all’Ambiente perché l’Unesco non aspetterà fino alla fine di agosto prima di prendere una decisione sul trasferimento”.
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(Cittadino e Provincia – Perugia 26 gennaio 2010) - La sede Unesco a Perugia che ospita il segretariato del programma di valutazione mondiale dell’acqua è a rischio di trasferimento in altri Paesi per via della mancata ratifica da parte del Ministero dell’Ambiente del protocollo di intesa tra Governo, Unesco e Regione dell’Umbria. Non essendoci una legge che di fatto stabilisce un fondo fisso – 2milioni 500mila euro - alle attività della più grande agenzia sull’acqua globale, l’Unesco sta pensando di portare fuori dal Paese il segretariato. Al momento ha concesso una estensione dell'accordo con l'Italia per far rimanere gli uffici a Colombella fino alla fine di agosto. Una situazione di grave imbarazzo internazionale che il Consiglio provinciale di Perugia e l’amministrazione provinciale diretta dal presidente Marco Vinicio Guasticchi stanno cercando di evitare all’Italia e all’Umbria cercando di portare la questione direttamente sui banchi del Governo e sugli scranni del Parlamento. Da qui la riunione allargata a parlamentari umbri – presenti i senatori Fioroni (Pd) e Asciutti (Pdl) – alla giunta regionale – presente l’assessore Carlo Liviantoni – e ovviamente ai rappresentanti Unesco della sede di Colombella. “Bisogna sbloccare in tempi rapidissimi la partita con il Ministero dell’Ambiente” ha affermato il presidente della Giunta provinciale, Marco Vinicio Guasticchi – “Il consiglio ha approvato un documento all’unanimità sulla necessità di impegnarsi per mantenere il segretariato del programma valutazione mondiale dell’acqua. Dobbiamo perciò fare un’azione di lobby istituzionale (parlamentari, assessori regionali, capigruppo e istituzioni) in nome di una spinta comune che consenta all’Unte di mantenere la propria sede a Perugia come stabilità dagli accordi internazionali”. Il professore Lucio Ubertini, rappresentante IHP Unesco a Parigi, ha ricordato come faticosamente nel 2007 l’Italia ha strappato questo importante riconoscimento sulle acque globali. “Per ottenere in Italia un simile ufficio di così grande importanza strategica – ha spiegato Ubertini – abbiamo battuto la concorrenza di Giappone, Svezia e Germania che già da tempo finanziavano con molti milioni di euro l’attività sul fabbisogno mondiale dell’acqua. Ci sono voluti diversi anni e molte riunioni per arrivare a questo risultato. Grazie all’accordo del 21 novembre 2007. Qui abbiamo il monitoraggio dell’acqua globale, l’agenzia dell’acqua del mondo. Un miracolo che rischiamo di perdere ora per i ritardi della ratifica del Ministro dell’ambiente”. Preoccupazione è stata espressa da Michela Miletto, vice direttore del programma Unesco a Colombella: “Siamo molto preoccupati della situazione e quindi ringraziamo le istituzioni umbre che stanno cercando insieme a noi di trovare una soluzione. Il segretariato dell’Unesco coordina 26 agenzie delle Nazioni Unite e altre di natura regionale o affiliate per un totale 46 agenzie che si occupano di acqua. E’ fondamentale per la elaborazione delle risorse idriche e per la presentazione di un rapporto ogni 3 anni e da sottoporre ai membri del forum mondiale dell’acqua. E’ un documento autorevole e viene rivolto alle massime autorità degli stati. In questa situazione di incertezza ci è molto difficile poter pianificare o implementare attività a medio e lungo termine, quali per esempio quelle di formazione che implicano collaborazioni o accordi con possibili partners. A dicembre del 2009 il Ministero dell'Ambiente ha approvato la richiesta del WWAP-UNESCO di una estensione a costo zero dell'accordo finanziario che aveva scadenza al 31 dicembre 2009, fino ad agosto 2010, nell'attesa del completamento della ratifica. Questo significa che attualmente le attività del WWAP sono finanziate da fondi residui del 2009. Una situazione di precarietà che sta rallentando i lavori di un settore mondiale considerato cruciale”. La precarietà è tutta determinata dalla mancanza della legge nazionale che rende fisso, anno dopo anno, il fondo 2milioni 500mila euro al segretariato. Giampiero Rasimelli (capogruppo Pd): “Le istituzioni umbre e i parlamentari della nostra regione – ha spiegato – si trovano concordi nel portare avanti questa battaglia in maniera unitaria. E’ necessario se vogliamo evitare una figuraccia internazionale intervenire subito cercando di contattare il Governo e il Ministero all’Ambiente perché l’Unesco non aspetterà fino alla fine di agosto prima di prendere una decisione sul trasferimento”.
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