"Aiutiamo Rudra Bianzino" - Un ordine del giorno in Provincia chiede sostegno e l'istituzione di un fondo 'Avviare un percorso istituzionale con il Comune di Pietralunga, la Regione e il Ministero della Gioventù'
(Cittadino e Provincia – Perugia, 6 febbraio ’10) - Con un ordine del giorno a favore di Rudra Bianzino, il gruppo Pd alla Provincia di Perugia chiede al Consiglio Provinciale di “impegnare il Presidente dell’Ente a promuovere un’iniziativa affinché possa essere avviato un percorso istituzionale, insieme al Comune di Pietralunga, alla Regione Umbria che è già parte attiva ed al Ministero della Gioventù che si sta interessando al caso, per individuare le più idonee modalità di sostegno per aiutare Rudra Bianzino in questa situazione difficile e delicata. Inoltre si propone, compatibilmente con le possibilità finanziarie, l’istituzione di un fondo atto a sostenere un’iniziativa concreta a favore del minore e di quanti si dovessero trovare nella medesima straordinaria condizione. Infine, se il Consiglio lo riterrà opportuno, si chiede di prendere contatto con il comitato “Verità per Aldo” per avere informazioni ed i necessari approfondimenti sulla attuale situazione processuale, per verificare se sussistono le condizioni di un concreto e certo impegno del nostro Ente, sempre più vicino ai cittadini, in una presa di posizione a tutela dei diritti civili ed umani che sono inalienabili e ben al di sopra delle ideologie e degli schieramenti politici”. Nel documento si sottolinea che “la triste vicenda di Aldo Bianzino è nota sia in Umbria che nel resto del nostro Paese, avendo turbato le coscienze civiche di tutti coloro che hanno a cuore i temi dei diritti civili e della giustizia. Come noto, il 44enne falegname di Pietralunga è deceduto nel carcere di Capanne due giorni dopo il suo arresto, avvenuto insieme a quello della moglie il 12 ottobre 2007, in seguito al rinvenimento presso la sua abitazione di una piccola coltivazione di canapa indiana. L’accusa era di spaccio, ma in realtà dalla stessa perquisizione risultò che fosse in possesso di soli 30 euro. Ad oltre due anni dalla morte, il Gup di Perugia ha deciso per il rinvio a giudizio dell’agente di Polizia Penitenziaria accusato di omissione di soccorso, omissione di atti d’ufficio e di falso. Nell’incidente probatorio effettuato nel corso delle indagini, i detenuti della cella adiacente hanno testimoniato di averlo sentito più volte chiedere aiuto durante la notte e domandare inutilmente l’intervento di un medico. Sempre per attenersi soltanto ai fatti, l’esame autoptico sul corpo piuttosto esile di Aldo, ha rivelato un ematoma al cervello e una profondo lesione al fegato. In seguito alle indagini è stata disposta l’archiviazione del procedimento aperto contro ignoti per omicidio poiché, secondo il giudice (lo stesso che aveva disposto la carcerazione) il decesso avvenne per cause naturali come conseguenza di un aneurisma cerebrale, ritenendo, in base agli accertamenti svolti dalla Procura, che la lesione al fegato fosse legata alle manovre di rianimazione conseguenti l’aneurisma. Per chiedere chiarezza e portare all’attenzione della città e dei mass madia il caso, subito dopo la morte di Aldo Bianzino, è nato un comitato nell’Associazione “Verità per Aldo Bianzino” il quale si è costituito parte civile e qualche settimana fa è stato ammesso al processo riguardante la guardia carceraria sotto procedimento, la cui data è stata stabilita per il dibattimento il prossimo 28 giugno. Nel frattempo la moglie del falegname, Roberta Radici, è morta in ospedale dove era ricoverata in attesa di trapianto di fegato e così pure la madre 90enne, lasciando solo il figlio della coppia che all’epoca dell’arresto dei genitori aveva solo 14 anni. Questo adolescente, Rudra Branzino, vive ancora nel cascinale piuttosto isolato di Pietralunga, insieme ad uno zio che è stato fatto appositamente tornare dall’estero dove risiedeva ed è stato nominato tutore. La sua situazione risulta assai complicata e molto difficile, perché il sedicenne, che frequenta la scuola superiore di Umbertide, non ha disponibilità economiche in quanto i suoi genitori non avevano conti in banca o risparmi e lo zio lavora saltuariamente. Ovviamente è seguito dai servizi del Comune, ma oltre a mantenersi deve anche sostenere gli oneri delle spese processuali in corso. A suo favore è sorta una pubblica sottoscrizione che vede impegnati alcuni nomi noti dello spettacolo e della cultura italiani, ma quanto già donato potrà essere nelle piene disponibilità del giovane solo con la maggiore età, mentre per il momento può usufruire del conto corrente a suo nome solo per spese strettamente necessarie. Solidarietà umana va alla sfortunata famiglia di un uomo non violento e “gandhiano”, come viene definito dal fratello in una lettera inviata al Presidente della Repubblica, che aveva scelto di vivere nelle splendide campagne della nostra Provincia, ed in particolare al giovane figlio che qui continua a vivere”.
GC10025.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 6 febbraio ’10) - Con un ordine del giorno a favore di Rudra Bianzino, il gruppo Pd alla Provincia di Perugia chiede al Consiglio Provinciale di “impegnare il Presidente dell’Ente a promuovere un’iniziativa affinché possa essere avviato un percorso istituzionale, insieme al Comune di Pietralunga, alla Regione Umbria che è già parte attiva ed al Ministero della Gioventù che si sta interessando al caso, per individuare le più idonee modalità di sostegno per aiutare Rudra Bianzino in questa situazione difficile e delicata. Inoltre si propone, compatibilmente con le possibilità finanziarie, l’istituzione di un fondo atto a sostenere un’iniziativa concreta a favore del minore e di quanti si dovessero trovare nella medesima straordinaria condizione. Infine, se il Consiglio lo riterrà opportuno, si chiede di prendere contatto con il comitato “Verità per Aldo” per avere informazioni ed i necessari approfondimenti sulla attuale situazione processuale, per verificare se sussistono le condizioni di un concreto e certo impegno del nostro Ente, sempre più vicino ai cittadini, in una presa di posizione a tutela dei diritti civili ed umani che sono inalienabili e ben al di sopra delle ideologie e degli schieramenti politici”. Nel documento si sottolinea che “la triste vicenda di Aldo Bianzino è nota sia in Umbria che nel resto del nostro Paese, avendo turbato le coscienze civiche di tutti coloro che hanno a cuore i temi dei diritti civili e della giustizia. Come noto, il 44enne falegname di Pietralunga è deceduto nel carcere di Capanne due giorni dopo il suo arresto, avvenuto insieme a quello della moglie il 12 ottobre 2007, in seguito al rinvenimento presso la sua abitazione di una piccola coltivazione di canapa indiana. L’accusa era di spaccio, ma in realtà dalla stessa perquisizione risultò che fosse in possesso di soli 30 euro. Ad oltre due anni dalla morte, il Gup di Perugia ha deciso per il rinvio a giudizio dell’agente di Polizia Penitenziaria accusato di omissione di soccorso, omissione di atti d’ufficio e di falso. Nell’incidente probatorio effettuato nel corso delle indagini, i detenuti della cella adiacente hanno testimoniato di averlo sentito più volte chiedere aiuto durante la notte e domandare inutilmente l’intervento di un medico. Sempre per attenersi soltanto ai fatti, l’esame autoptico sul corpo piuttosto esile di Aldo, ha rivelato un ematoma al cervello e una profondo lesione al fegato. In seguito alle indagini è stata disposta l’archiviazione del procedimento aperto contro ignoti per omicidio poiché, secondo il giudice (lo stesso che aveva disposto la carcerazione) il decesso avvenne per cause naturali come conseguenza di un aneurisma cerebrale, ritenendo, in base agli accertamenti svolti dalla Procura, che la lesione al fegato fosse legata alle manovre di rianimazione conseguenti l’aneurisma. Per chiedere chiarezza e portare all’attenzione della città e dei mass madia il caso, subito dopo la morte di Aldo Bianzino, è nato un comitato nell’Associazione “Verità per Aldo Bianzino” il quale si è costituito parte civile e qualche settimana fa è stato ammesso al processo riguardante la guardia carceraria sotto procedimento, la cui data è stata stabilita per il dibattimento il prossimo 28 giugno. Nel frattempo la moglie del falegname, Roberta Radici, è morta in ospedale dove era ricoverata in attesa di trapianto di fegato e così pure la madre 90enne, lasciando solo il figlio della coppia che all’epoca dell’arresto dei genitori aveva solo 14 anni. Questo adolescente, Rudra Branzino, vive ancora nel cascinale piuttosto isolato di Pietralunga, insieme ad uno zio che è stato fatto appositamente tornare dall’estero dove risiedeva ed è stato nominato tutore. La sua situazione risulta assai complicata e molto difficile, perché il sedicenne, che frequenta la scuola superiore di Umbertide, non ha disponibilità economiche in quanto i suoi genitori non avevano conti in banca o risparmi e lo zio lavora saltuariamente. Ovviamente è seguito dai servizi del Comune, ma oltre a mantenersi deve anche sostenere gli oneri delle spese processuali in corso. A suo favore è sorta una pubblica sottoscrizione che vede impegnati alcuni nomi noti dello spettacolo e della cultura italiani, ma quanto già donato potrà essere nelle piene disponibilità del giovane solo con la maggiore età, mentre per il momento può usufruire del conto corrente a suo nome solo per spese strettamente necessarie. Solidarietà umana va alla sfortunata famiglia di un uomo non violento e “gandhiano”, come viene definito dal fratello in una lettera inviata al Presidente della Repubblica, che aveva scelto di vivere nelle splendide campagne della nostra Provincia, ed in particolare al giovane figlio che qui continua a vivere”.
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