Il pregiato pesce, in sofferenza per i cambiamenti climatici e l'immissione di specie alloctone, viene allevato - mantenendo la purezza della razza lacustre umbra - con successo nel centro ittiogenico del Trasimeno
(Cittadino e Provincia – Perugia, 22 giugno ‘10) – E’ stato per secoli il predatore principe del Lago Trasimeno e le sue carni bianche sono state e sono tutt’ora il piatto tipico dei comuni che si affacciano sul bacino lacustre umbro, eppure del Luccio del Trasimeno si sapeva poco e nulla sotto un punto di vista biologico, scientifico e naturalistico. Da qui la nascita del libro “Il Luccio del Trasimeno” realizzato da esperti della Provincia di Perugia e dell’Università degli studi di Perugia, dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale. Gli autori dell’opera – facile da leggere e da capire nonostante sia una ricerca scientifica e adatta a studiosi ma anche ad amanti della natura del Trasimeno – sono Livia Lucentini, Mauro Natali e Fausto Panara. L’opera approfondisce tutti i punti di forza e di debolezza del luccio nostrano, fino ad arrivare allo studio dell’allevamento in cattività – nel centro ittiogenico della Provincia di Perugia – dove Perugia è stata sempre all’avanguardia. “Alla fine degli anni ’70 le informazioni sull’allevamento del Luccio erano poche e differenti tra loro. Come centro abbiamo iniziato con una sperimentazione lenta ma efficace tanto che nel 1993 la nostra formula è stata alla base di un congresso internazionale. Ora ogni produciamo e immettiamo nel Lago Trasimeno qualcosa come 250mila lucci di 8 centimetri. Quanti riescano ad arrivare alla maturità sessuale è difficile saperlo. Sappiamo che la popolazione del Lago oscilla intorno alle 50mila unità. Senza l’intervento della Provincia questo predatore fantastico e di pregio commerciale sarebbe praticamente estinto”. Gli studi riportati sul libro infatti nascono dall’esigenza di salvare il predatore nel Trasimeno messo in difficoltà da pesci alloctoni – come il carassio e il black bass – e dai cambiamenti climatici che hanno diminuito le zone di frega dove avviene la riproduzione. Salvare il luccio vuol dire salvare anche le tradizioni popolari dei comuni lacustri di casa nostra. Alla presentazione del Libro è intervenuto anche il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi che ne ha redatto la prefazione dove si esalta il lavoro del centro ittiogenico della provincia in 25 anni di tutela e ripopolamento dei pesci originari del Trasimeno che oltre al Luccio, sono la Tinca, l’Anguilla, la scardola.
Lag10025.NB
(Cittadino e Provincia – Perugia, 22 giugno ‘10) – E’ stato per secoli il predatore principe del Lago Trasimeno e le sue carni bianche sono state e sono tutt’ora il piatto tipico dei comuni che si affacciano sul bacino lacustre umbro, eppure del Luccio del Trasimeno si sapeva poco e nulla sotto un punto di vista biologico, scientifico e naturalistico. Da qui la nascita del libro “Il Luccio del Trasimeno” realizzato da esperti della Provincia di Perugia e dell’Università degli studi di Perugia, dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale. Gli autori dell’opera – facile da leggere e da capire nonostante sia una ricerca scientifica e adatta a studiosi ma anche ad amanti della natura del Trasimeno – sono Livia Lucentini, Mauro Natali e Fausto Panara. L’opera approfondisce tutti i punti di forza e di debolezza del luccio nostrano, fino ad arrivare allo studio dell’allevamento in cattività – nel centro ittiogenico della Provincia di Perugia – dove Perugia è stata sempre all’avanguardia. “Alla fine degli anni ’70 le informazioni sull’allevamento del Luccio erano poche e differenti tra loro. Come centro abbiamo iniziato con una sperimentazione lenta ma efficace tanto che nel 1993 la nostra formula è stata alla base di un congresso internazionale. Ora ogni produciamo e immettiamo nel Lago Trasimeno qualcosa come 250mila lucci di 8 centimetri. Quanti riescano ad arrivare alla maturità sessuale è difficile saperlo. Sappiamo che la popolazione del Lago oscilla intorno alle 50mila unità. Senza l’intervento della Provincia questo predatore fantastico e di pregio commerciale sarebbe praticamente estinto”. Gli studi riportati sul libro infatti nascono dall’esigenza di salvare il predatore nel Trasimeno messo in difficoltà da pesci alloctoni – come il carassio e il black bass – e dai cambiamenti climatici che hanno diminuito le zone di frega dove avviene la riproduzione. Salvare il luccio vuol dire salvare anche le tradizioni popolari dei comuni lacustri di casa nostra. Alla presentazione del Libro è intervenuto anche il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi che ne ha redatto la prefazione dove si esalta il lavoro del centro ittiogenico della provincia in 25 anni di tutela e ripopolamento dei pesci originari del Trasimeno che oltre al Luccio, sono la Tinca, l’Anguilla, la scardola.
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