Sala consiliare stracolma di vecchie glorie, presidenti, tecnici e tifosi per dire "grazie" al popolare "Rama" - Guasticchi "Testimonial del territorio, esempio delle giovani generazioni"
(Cittadino e Provincia – Perugia, 5 Luglio 2010) - “Per aver promosso la nostra Provincia in ambito nazionale e internazionale mediante l’attività sportiva svolta con alta professionalità, competenza e serietà impegnandosi attraverso il suo insegnamento sui campi di calcio all’educazione per lo sport e al fair-play, esempio per le giovani generazioni”. Con questa motivazione, il Presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, ha consegnato la medaglia d’oro del Premio alla “carriera” a Silvano Ramaccioni, indimenticato direttore sportivo del Perugia dei “miracoli” e team manager del Milan per 26 anni. Il D-Day del popolare “Rama”, gentleman indiscusso della panchina, e’ stato celebrato, oggi a Perugia, nella suggestiva sala consiliare della Provincia, stracolma di vecchie glorie, di ex presidenti, tecnici, tifosi e tanti amici che hanno condiviso con Ramaccioni la passione per il calcio e lo sport in generale. Accanto a lui, insignito di adeguata onoreficenza, anche Ilario Castagner, mister di mille battaglie, prima sul versante biancorosso e poi sulla sponda rossonera. Schierati come nella migliore formazione i giocatori (Vannini, Ceccarini, Nappi, Novellino, Tinaglia), dirigenti, massaggiatori e addetti ai lavori del Perugia dei “miracoli” a festeggiare un grande personaggio dello sport che ha lasciato il segno e scritto pagine memorabili nella storia calcistica sulla direttrice Perugia-Milano: dopo oltre trent’anni, Ramaccioni, ha compiuto il miracolo di ricostituire la gloriosa panchina dei “super-grifoni”. Attestazioni di stima e messaggi di profonda riconoscenza sono pervenuti a Perugia anche dal Vice-Presidente Vicario del Milan, Adriano Galliani e dal team manager Vittorio Mentana a cui Ramaccioni, due anni fa, ha ceduto il testimone. “Un riconoscimento importante e concreto – ha sottolineato Galliani - che testimonia una lunga carriera e un impegno sportivo senza sosta, nato a Città di Castello e continuato, prima a Cesena, poi a Perugia e infine a Milano, dove i colori rossoneri sono diventati lo sfondo della sua vita”. “Si perché, è proprio il caso di parlare di “Rama” come di un uomo, anzi un gentiluomo mi piace dire, che ha vissuto pienamente una vita in rossonero. Ringrazio sentitamente la Provincia di Perugia – ha concluso Adriano Galliani – per l’assegnazione del Premio al nostro Silvano Ramaccioni, un premio che è un po’ di tutta la famiglia rossonera”. Anche Paolo Rossi, che sul finire degli anni Settanta, Ramaccioni, seppe strappare alla Juventus a vantaggio del suo Perugia, non ha esitato a definirlo come un “professionista serio e scrupoloso, un grande personaggio dello sport, capace di trasmettere a tutti, valori e ideali di profonda umanità”. “Quella di oggi e’ una giornata importante per lo sport e per la vita della nostra provincia – ha affermato il Presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi – il premio alla carriera a Silvano Ramaccioni, rappresenta un vero e proprio vanto per tutta la collettività, anche per coloro che non seguono lo sport ma che condividono, ne sono convinto, la rettitudine, professionalità e umanità con cui, l’ex ds e team manager di Perugia e Milan, ha operato nel mondo del calcio ai massimi livelli, avendo sempre a cuore il proprio territorio di origine e la sua gente”. Città di Castello, Cesena, Perugia e Milan dove per lui fu coniato il ruolo di team manager: quattro squadre con quattro diverse storie da raccontare. Oggi, a 71 anni compiuti, Silvano Ramaccioni, “Rama”, per gli amici, è per tutti il modello ideale di trait d’union tra squadra e allenatore. Dopo 26 anni, ha passato il testimone a Vittorio Mentana ed è diventato addetto agli arbitri in Italia nelle partite interne del Milan. Silvano Ramaccioni ed il calcio si sono incontrati a Città di Castello nel 1954: aveva quindici anni. Il Rapid Duomo, la sua prima squadra, dove, con l’appellativo di “Sbrana” giocava da terzino, poi entrò nelle giovanili del Città di Castello ed infine, intorno ai vent’anni , ricoprì il ruolo di terzino nella Tiberis di Umbertide. Nel 1962 alcuni dirigenti dell’A.C. Città di Castello gli proposero di unirsi a loro quale apprendista segretario. Da quel giorno Silvano Ramaccioni non ha vissuto piu’ una domenica senza sedersi in panchina. Undici anni con il Città di Castello gli consentirono di conoscere e di farsi conoscere in tutto l’ambiente del calcio sia semiprofessionistico che professionistico. Furono degli anni formativi, passati a stretto contatto con gli appassionati calciofili locali, da Pino Giani, al presidente “amico” Franco Caldei, fino al compianto commendator Azelio Renzacci. Nel 1973 questo mondo di “provincia” cominciò a farsi stretto per Silvano Ramaccioni, che, con il cuore a pezzi, accettò gli inviti che da anni giungevano da realtà calcistiche di spessore nazionale. Si spostò a Cesena in serie A, chiamato dal mitico presidente Dino Manuzzi. Rimase un solo anno in Romagna, nel 1974 accettò la chiamata da Perugia dove contribuì alla realizzazione del “Perugia dei miracoli”: otto anni formidabili trascorsi con l’indimenticabile presidente Franco D’Attoma, con i tecnici Castagner, Giagnoni ed Ulivieri e con un gruppo di giocatori eccezionali. Raggiunsero il top con un secondo posto in serie A non subendo nessuna sconfitta, fu un momento esaltante; ma il ricordo di quegli anni resiste al tempo anche con il dolore per la perdita del grande Renato Curi e la brutta pagina del calcio scommesse. Nel 1982, l’avventura perugina finisce e Silvano Ramaccioni fa il grande salto al Milan. Nel maggio del 1982, a 43 anni, è approdato nella gloriosa società rossonera, che stava lottando per non retrocedere (poi retrocesse). Con la presidenza Farina ripartì dalla serie B. In panchina chiamò Ilario Castagner, che con un grande campionato riportò subito il Milan in serie A. Nel 1986 inizia l’era Berlusconi: i primi due anni rimase come direttore sportivo insieme ad Ariedo Braida. All’inizio della terza stagione il presidente decise di avere ruoli più precisi e coniò per Ramaccioni la qualifica di team manager. Al Milan ha vinto tutto quello che poteva vincere: 7 Campionati, 5 Supercoppe italiane e 1 coppa Italia, in Europa 5 Coppe dei campioni e 5 Supercoppe europee, nel mondo 3 Intercontinentali. Nella sua lunga avventura milanista, Ramaccioni ha collaborato con 10 diversi allenatori: Castagner, Galbiati, Liedholm, Sacchi, Capello, Tabarez, Zaccheroni, Cesare Maldini, Terim, Ancelotti. Dalla stagione 2008-2009, dopo 26 anni, ha ceduto il testimone di team manager a Vittorio Mentana ed è diventato addetto agli arbitri in Italia nelle partite interne del Milan. Silvano Ramaccioni, visibilmente emozionato ha così esordito nella sala del Consiglio Provinciale: “Ringrazio il Presidente Guasticchi che ricordo, in certe festività natalizie, come un ragazzo che frequentava la stessa chiesetta di Monte Acuto. I ringraziamenti da fare e i personaggi da ricordare sono molti: penso a Renato Curi, Franco D’Attoma e Spartaco Ghini su tutti. I miei otto anni a Perugia sono serviti per prendere la laurea in calcio, che come sapete non esiste in nessuno ateneo. Io qui ho avuto modo di conoscere come si deve vivere di calcio nella maniera giusta e con i metodi giusti. Siamo riusciti ad arrivare secondo, imbattuti, in un campionato a 16 squadre dove con ognuna era una lotta vera. Il riconoscimento della Provincia mi riempie di gioia e soffro per le condizioni in cui versa oggi il movimento calcistico a Perugia. Però spero che si possa fare un settore giovanile forte dove tanti perugini non stiano solo sugli spalti ma possano indossare anche la maglia del Perugia”. Per Ilario Castagner “Silvano è stato l’unico dirigente che è riuscito a restare imbattuto con due squadre diverse: con il Perugia dei Miracoli e con il Milan. Inoltre tutti gli allenatori e giocatori che hanno avuto a che fare con lui lo hanno eletto come il migliore dirigente. Lui non crea mai problemi ma semplifica sempre tutte le vicende”. “Dopo la tanta esperienza maturata come Team Manager, - ha detto Luigi Repace, presidente della Figc dell’Umbria - sono sicuro che ora Silvano Ramaccioni potrà dare molto anche come responsabile degli arbitri per le partite in casa del Milan, permettendo così di rendere migliore anche questo settore”. “Sono di fede milanista e del Perugia – ha sottolineato l’On. Giampiero Bocci - Silvano Ramaccioni rappresenta dunque per me e tanti come me, il Team Manager delle grandi vittorie e di quella signorilità nello sport che purtroppo non sempre viene manifestata da tutti. Un testimonial come Ramaccioni è un segno anche di speranza per una società del Perugia costretta a rialzarsi e lottare su campi minori”. “Ho avuto modo di conoscere alcuni fa Silvano Ramaccioni – ha aggiunto Roberto Bertini, assessore allo sport della Provincia di Perugia - per la premiazione del Premio Nestore di Marsciano. Sono bastate poche parole per farlo venire in Umbria nonostante i molti impegni professionali e personali. Per Ramaccioni l’Umbria e la Provincia di Perugia sono sempre rimaste nel cuore, segno di grande umiltà, signorilità e attaccamento alle radici”.
Una nota in sostegno dell’iniziativa, è giunta dall’On. Walter Verini, impossibilitato a partecipare. Una ‘bella iniziativa – secondo Verini - che premia un grande personaggio tifernate, un ‘figlio’ della provincia di Perugia che ha onorato il calcio italiano e lo sport in generale con straordinario valore e con quella umanità che tutti gli hanno sempre riconosciuto’.
La giornata è stata coordinata da Remo Gasperini, Presidente Ussi – Unione Stampa Sportiva Italiana, Gruppo Umbro, il quale, in tale qualità, ha premiato Silvano Ramaccioni.
Oi10310.PORT.GG/NB
(Cittadino e Provincia – Perugia, 5 Luglio 2010) - “Per aver promosso la nostra Provincia in ambito nazionale e internazionale mediante l’attività sportiva svolta con alta professionalità, competenza e serietà impegnandosi attraverso il suo insegnamento sui campi di calcio all’educazione per lo sport e al fair-play, esempio per le giovani generazioni”. Con questa motivazione, il Presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, ha consegnato la medaglia d’oro del Premio alla “carriera” a Silvano Ramaccioni, indimenticato direttore sportivo del Perugia dei “miracoli” e team manager del Milan per 26 anni. Il D-Day del popolare “Rama”, gentleman indiscusso della panchina, e’ stato celebrato, oggi a Perugia, nella suggestiva sala consiliare della Provincia, stracolma di vecchie glorie, di ex presidenti, tecnici, tifosi e tanti amici che hanno condiviso con Ramaccioni la passione per il calcio e lo sport in generale. Accanto a lui, insignito di adeguata onoreficenza, anche Ilario Castagner, mister di mille battaglie, prima sul versante biancorosso e poi sulla sponda rossonera. Schierati come nella migliore formazione i giocatori (Vannini, Ceccarini, Nappi, Novellino, Tinaglia), dirigenti, massaggiatori e addetti ai lavori del Perugia dei “miracoli” a festeggiare un grande personaggio dello sport che ha lasciato il segno e scritto pagine memorabili nella storia calcistica sulla direttrice Perugia-Milano: dopo oltre trent’anni, Ramaccioni, ha compiuto il miracolo di ricostituire la gloriosa panchina dei “super-grifoni”. Attestazioni di stima e messaggi di profonda riconoscenza sono pervenuti a Perugia anche dal Vice-Presidente Vicario del Milan, Adriano Galliani e dal team manager Vittorio Mentana a cui Ramaccioni, due anni fa, ha ceduto il testimone. “Un riconoscimento importante e concreto – ha sottolineato Galliani - che testimonia una lunga carriera e un impegno sportivo senza sosta, nato a Città di Castello e continuato, prima a Cesena, poi a Perugia e infine a Milano, dove i colori rossoneri sono diventati lo sfondo della sua vita”. “Si perché, è proprio il caso di parlare di “Rama” come di un uomo, anzi un gentiluomo mi piace dire, che ha vissuto pienamente una vita in rossonero. Ringrazio sentitamente la Provincia di Perugia – ha concluso Adriano Galliani – per l’assegnazione del Premio al nostro Silvano Ramaccioni, un premio che è un po’ di tutta la famiglia rossonera”. Anche Paolo Rossi, che sul finire degli anni Settanta, Ramaccioni, seppe strappare alla Juventus a vantaggio del suo Perugia, non ha esitato a definirlo come un “professionista serio e scrupoloso, un grande personaggio dello sport, capace di trasmettere a tutti, valori e ideali di profonda umanità”. “Quella di oggi e’ una giornata importante per lo sport e per la vita della nostra provincia – ha affermato il Presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi – il premio alla carriera a Silvano Ramaccioni, rappresenta un vero e proprio vanto per tutta la collettività, anche per coloro che non seguono lo sport ma che condividono, ne sono convinto, la rettitudine, professionalità e umanità con cui, l’ex ds e team manager di Perugia e Milan, ha operato nel mondo del calcio ai massimi livelli, avendo sempre a cuore il proprio territorio di origine e la sua gente”. Città di Castello, Cesena, Perugia e Milan dove per lui fu coniato il ruolo di team manager: quattro squadre con quattro diverse storie da raccontare. Oggi, a 71 anni compiuti, Silvano Ramaccioni, “Rama”, per gli amici, è per tutti il modello ideale di trait d’union tra squadra e allenatore. Dopo 26 anni, ha passato il testimone a Vittorio Mentana ed è diventato addetto agli arbitri in Italia nelle partite interne del Milan. Silvano Ramaccioni ed il calcio si sono incontrati a Città di Castello nel 1954: aveva quindici anni. Il Rapid Duomo, la sua prima squadra, dove, con l’appellativo di “Sbrana” giocava da terzino, poi entrò nelle giovanili del Città di Castello ed infine, intorno ai vent’anni , ricoprì il ruolo di terzino nella Tiberis di Umbertide. Nel 1962 alcuni dirigenti dell’A.C. Città di Castello gli proposero di unirsi a loro quale apprendista segretario. Da quel giorno Silvano Ramaccioni non ha vissuto piu’ una domenica senza sedersi in panchina. Undici anni con il Città di Castello gli consentirono di conoscere e di farsi conoscere in tutto l’ambiente del calcio sia semiprofessionistico che professionistico. Furono degli anni formativi, passati a stretto contatto con gli appassionati calciofili locali, da Pino Giani, al presidente “amico” Franco Caldei, fino al compianto commendator Azelio Renzacci. Nel 1973 questo mondo di “provincia” cominciò a farsi stretto per Silvano Ramaccioni, che, con il cuore a pezzi, accettò gli inviti che da anni giungevano da realtà calcistiche di spessore nazionale. Si spostò a Cesena in serie A, chiamato dal mitico presidente Dino Manuzzi. Rimase un solo anno in Romagna, nel 1974 accettò la chiamata da Perugia dove contribuì alla realizzazione del “Perugia dei miracoli”: otto anni formidabili trascorsi con l’indimenticabile presidente Franco D’Attoma, con i tecnici Castagner, Giagnoni ed Ulivieri e con un gruppo di giocatori eccezionali. Raggiunsero il top con un secondo posto in serie A non subendo nessuna sconfitta, fu un momento esaltante; ma il ricordo di quegli anni resiste al tempo anche con il dolore per la perdita del grande Renato Curi e la brutta pagina del calcio scommesse. Nel 1982, l’avventura perugina finisce e Silvano Ramaccioni fa il grande salto al Milan. Nel maggio del 1982, a 43 anni, è approdato nella gloriosa società rossonera, che stava lottando per non retrocedere (poi retrocesse). Con la presidenza Farina ripartì dalla serie B. In panchina chiamò Ilario Castagner, che con un grande campionato riportò subito il Milan in serie A. Nel 1986 inizia l’era Berlusconi: i primi due anni rimase come direttore sportivo insieme ad Ariedo Braida. All’inizio della terza stagione il presidente decise di avere ruoli più precisi e coniò per Ramaccioni la qualifica di team manager. Al Milan ha vinto tutto quello che poteva vincere: 7 Campionati, 5 Supercoppe italiane e 1 coppa Italia, in Europa 5 Coppe dei campioni e 5 Supercoppe europee, nel mondo 3 Intercontinentali. Nella sua lunga avventura milanista, Ramaccioni ha collaborato con 10 diversi allenatori: Castagner, Galbiati, Liedholm, Sacchi, Capello, Tabarez, Zaccheroni, Cesare Maldini, Terim, Ancelotti. Dalla stagione 2008-2009, dopo 26 anni, ha ceduto il testimone di team manager a Vittorio Mentana ed è diventato addetto agli arbitri in Italia nelle partite interne del Milan. Silvano Ramaccioni, visibilmente emozionato ha così esordito nella sala del Consiglio Provinciale: “Ringrazio il Presidente Guasticchi che ricordo, in certe festività natalizie, come un ragazzo che frequentava la stessa chiesetta di Monte Acuto. I ringraziamenti da fare e i personaggi da ricordare sono molti: penso a Renato Curi, Franco D’Attoma e Spartaco Ghini su tutti. I miei otto anni a Perugia sono serviti per prendere la laurea in calcio, che come sapete non esiste in nessuno ateneo. Io qui ho avuto modo di conoscere come si deve vivere di calcio nella maniera giusta e con i metodi giusti. Siamo riusciti ad arrivare secondo, imbattuti, in un campionato a 16 squadre dove con ognuna era una lotta vera. Il riconoscimento della Provincia mi riempie di gioia e soffro per le condizioni in cui versa oggi il movimento calcistico a Perugia. Però spero che si possa fare un settore giovanile forte dove tanti perugini non stiano solo sugli spalti ma possano indossare anche la maglia del Perugia”. Per Ilario Castagner “Silvano è stato l’unico dirigente che è riuscito a restare imbattuto con due squadre diverse: con il Perugia dei Miracoli e con il Milan. Inoltre tutti gli allenatori e giocatori che hanno avuto a che fare con lui lo hanno eletto come il migliore dirigente. Lui non crea mai problemi ma semplifica sempre tutte le vicende”. “Dopo la tanta esperienza maturata come Team Manager, - ha detto Luigi Repace, presidente della Figc dell’Umbria - sono sicuro che ora Silvano Ramaccioni potrà dare molto anche come responsabile degli arbitri per le partite in casa del Milan, permettendo così di rendere migliore anche questo settore”. “Sono di fede milanista e del Perugia – ha sottolineato l’On. Giampiero Bocci - Silvano Ramaccioni rappresenta dunque per me e tanti come me, il Team Manager delle grandi vittorie e di quella signorilità nello sport che purtroppo non sempre viene manifestata da tutti. Un testimonial come Ramaccioni è un segno anche di speranza per una società del Perugia costretta a rialzarsi e lottare su campi minori”. “Ho avuto modo di conoscere alcuni fa Silvano Ramaccioni – ha aggiunto Roberto Bertini, assessore allo sport della Provincia di Perugia - per la premiazione del Premio Nestore di Marsciano. Sono bastate poche parole per farlo venire in Umbria nonostante i molti impegni professionali e personali. Per Ramaccioni l’Umbria e la Provincia di Perugia sono sempre rimaste nel cuore, segno di grande umiltà, signorilità e attaccamento alle radici”.
Una nota in sostegno dell’iniziativa, è giunta dall’On. Walter Verini, impossibilitato a partecipare. Una ‘bella iniziativa – secondo Verini - che premia un grande personaggio tifernate, un ‘figlio’ della provincia di Perugia che ha onorato il calcio italiano e lo sport in generale con straordinario valore e con quella umanità che tutti gli hanno sempre riconosciuto’.
La giornata è stata coordinata da Remo Gasperini, Presidente Ussi – Unione Stampa Sportiva Italiana, Gruppo Umbro, il quale, in tale qualità, ha premiato Silvano Ramaccioni.
Oi10310.PORT.GG/NB