Baldelli (III Commissione): "Ripopolare la specie e consentirne il prelievo solo in alcuni territori dove è più presente e con forti restrizioni per il carniere"
(Cittadino e Provincia – Perugia 28 luglio ‘10) – Il caso “starna” è ancora all’ordine del giorno della discussione sull’imminente stagione venatoria. Dopo l’intervento del capogruppo del Partito Socialista, Enrico Bastioli, anche il capogruppo del Prc e presidente della Terza Commissione , Luca Baldelli, ha preso posizione sui divieti che riguardano il pregiato volatile. “E’ ora che le istituzioni prendano una scelta netta, chiara e il più possibile univoca rispetto a questo argomento” ha scritto in una nota Baldelli “E’ evidente che, , se si vuole ripopolare uno o più territori con la specie “ perdix perdix italica “, un tempo apprezzatissima dal mondo venatorio per le sue peculiarità ( prontezza istintiva alle sollecitazioni, rapporto ottimale con il cane ecc… ), ed oggi pressoché scomparsa per varie cause, è necessario in linea di massima interdire la caccia a questa specie, coerentemente con quanto prescrive il calendario venatorio 2010 / 2011. Dopodiché, si possono individuare ambiti ( zone appenniniche ecc.. ) dove, con limiti severi al carniere, la specie può essere cacciabile in considerazione della rarità complessiva delle specie cacciabili esistenti”. Per Baldelli sarebbe uno spreco di denaro perseguire una politica “demagogica e irrazionale” che da un lato potenzia gli involi e le zone di ripopolamento e dall’altra consente di sparare in ogni territorio, senza distinzioni, ad una specie che si intende incrementare e riportare in auge. “Intere associazioni venatorie – ha spiegato il presidente della III Commissione in diverse zone dell’Umbria, hanno firmato documenti che chiedono il ripopolamento dei territori con la starna italica e la proibizione della caccia a questa specie. E’ bene quindi che, su questo come su altri aspetti, si abbia buon memoria e coerenza. L’approccio più giusto, pèrtanto, è quello di uno sviluppo degli involi e delle zone di ripopolamento, con generale proibizione della caccia alla starna stessa, o fissazione di fasce di rispetto le più ampie possibili, eccezion fatta per quei contesti territoriali ed ambientali dove, magari, la starna risulta essere una delle pochissime specie effettivamente cacciabili”.
GC10218.NB
(Cittadino e Provincia – Perugia 28 luglio ‘10) – Il caso “starna” è ancora all’ordine del giorno della discussione sull’imminente stagione venatoria. Dopo l’intervento del capogruppo del Partito Socialista, Enrico Bastioli, anche il capogruppo del Prc e presidente della Terza Commissione , Luca Baldelli, ha preso posizione sui divieti che riguardano il pregiato volatile. “E’ ora che le istituzioni prendano una scelta netta, chiara e il più possibile univoca rispetto a questo argomento” ha scritto in una nota Baldelli “E’ evidente che, , se si vuole ripopolare uno o più territori con la specie “ perdix perdix italica “, un tempo apprezzatissima dal mondo venatorio per le sue peculiarità ( prontezza istintiva alle sollecitazioni, rapporto ottimale con il cane ecc… ), ed oggi pressoché scomparsa per varie cause, è necessario in linea di massima interdire la caccia a questa specie, coerentemente con quanto prescrive il calendario venatorio 2010 / 2011. Dopodiché, si possono individuare ambiti ( zone appenniniche ecc.. ) dove, con limiti severi al carniere, la specie può essere cacciabile in considerazione della rarità complessiva delle specie cacciabili esistenti”. Per Baldelli sarebbe uno spreco di denaro perseguire una politica “demagogica e irrazionale” che da un lato potenzia gli involi e le zone di ripopolamento e dall’altra consente di sparare in ogni territorio, senza distinzioni, ad una specie che si intende incrementare e riportare in auge. “Intere associazioni venatorie – ha spiegato il presidente della III Commissione in diverse zone dell’Umbria, hanno firmato documenti che chiedono il ripopolamento dei territori con la starna italica e la proibizione della caccia a questa specie. E’ bene quindi che, su questo come su altri aspetti, si abbia buon memoria e coerenza. L’approccio più giusto, pèrtanto, è quello di uno sviluppo degli involi e delle zone di ripopolamento, con generale proibizione della caccia alla starna stessa, o fissazione di fasce di rispetto le più ampie possibili, eccezion fatta per quei contesti territoriali ed ambientali dove, magari, la starna risulta essere una delle pochissime specie effettivamente cacciabili”.
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