Il Consiglio dei Ministri della Giustizia dell’Unione europea ha recentemente approvato un testo normativo a tutela del diritto alla traduzione e all’interpretazione nei procedimenti penali. Il testo aveva già ricevuto nel corso dell’anno il via libera della Commissione e del Parlamento europeo. Questo è il primo provvedimento in assoluto dell’UE che stabilisce norme minime comuni per i diritti della difesa nei procedimenti penali. Le nuove norme conferiranno infatti ai cittadini il diritto di essere sentiti, di partecipare alle udienze e di ricevere assistenza legale nella propria lingua in ogni fase del procedimento penale dinanzi a tutti i giudici dell’Unione. La Commissione ha insistito sul diritto alla traduzione e all’interpretazione durante tutto il procedimento penale proprio per assicurare l’osservanza della convenzione europea dei diritti dell’uomo, della giurisprudenza della Corte di Strasburgo e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Grazie alla nuova normativa i cittadini riceveranno la traduzione scritta di tutti i documenti fondamentali, ad esempio l’atto contenente i capi d’imputazione, e avranno diritto all’interpretazione durante tutte le udienze, gli interrogatori e i colloqui con il proprio avvocato. A questi diritti l’indagato può rinunciare solo se ha ricevuto assistenza legale o informazioni esaustive sulle conseguenze della rinuncia. I costi della traduzione e dell’interpretazione saranno a carico dello Stato membro e non dell’indagato. Questo primo passo verso un processo equo per tutti nell’intera UE era atteso da molto tempo. Gli Stati membri hanno ora tre anni per recepire la legge nei rispettivi ordinamenti nazionali.
Il Consiglio dei Ministri della Giustizia dell’Unione europea ha recentemente approvato un testo normativo a tutela del diritto alla traduzione e all’interpretazione nei procedimenti penali. Il testo aveva già ricevuto nel corso dell’anno il via libera della Commissione e del Parlamento europeo. Questo è il primo provvedimento in assoluto dell’UE che stabilisce norme minime comuni per i diritti della difesa nei procedimenti penali. Le nuove norme conferiranno infatti ai cittadini il diritto di essere sentiti, di partecipare alle udienze e di ricevere assistenza legale nella propria lingua in ogni fase del procedimento penale dinanzi a tutti i giudici dell’Unione. La Commissione ha insistito sul diritto alla traduzione e all’interpretazione durante tutto il procedimento penale proprio per assicurare l’osservanza della convenzione europea dei diritti dell’uomo, della giurisprudenza della Corte di Strasburgo e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Grazie alla nuova normativa i cittadini riceveranno la traduzione scritta di tutti i documenti fondamentali, ad esempio l’atto contenente i capi d’imputazione, e avranno diritto all’interpretazione durante tutte le udienze, gli interrogatori e i colloqui con il proprio avvocato. A questi diritti l’indagato può rinunciare solo se ha ricevuto assistenza legale o informazioni esaustive sulle conseguenze della rinuncia. I costi della traduzione e dell’interpretazione saranno a carico dello Stato membro e non dell’indagato. Questo primo passo verso un processo equo per tutti nell’intera UE era atteso da molto tempo. Gli Stati membri hanno ora tre anni per recepire la legge nei rispettivi ordinamenti nazionali.