Nel 2012 le Province sommano i tagli del 2010, 0,5 miliardi di euro, a quelli del luglio 2011, 0,7 miliardi di euro, ed anticipano al 2013 i tagli previsti nel 2014, 0,7 miliardi di euro
(Cittadino e Provincia – Perugia, 24 agosto ’11) - “L’estate bollente dell’Italia lascia profonde bruciature sui cittadini e sui lavoratori che hanno sempre pagato le tasse, sui pensionati, sugli enti locali che vedono drasticamente ridotta la loro capacità di azione. Riduce i diritti fondamentali quali quello alla cura ed alla salute con l’introduzione dei ticket in sanità. Prolunga la vita lavorativa dopo 40 anni di servizio e differisce il trattamento di fine rapporto (che ogni lavoratore versa in proprio nella busta paga). Promette la riduzione dei costi della politica nazionale, ma decide di accanirsi senza criteri realistici sulle Province e sui piccoli Comuni tanto perché è di moda parlare della “casta”. Discorso importante se bene impostato ed in una logica di riassetto istituzionale del paese corretta, con l’eliminazione di sovrapposizioni, ma nella certezza di “chi fa che cosa”. Esautora la partecipazione delle istituzioni e delle rappresentanze sindacali e di categoria alle decisioni che riguardano l’intero paese”. E’ quanto afferma l’assessore al bilancio della Provincia di Perugia Ornella Bellini. “Detto in altri termini – prosegue l’assessore Bellini - questa estate abbassa il livello di democrazia del paese con danni le cui conseguenze peseranno gravemente sui ceti più deboli già fortemente tartassati e con una ridotta capacità di acquisto. Che l’Italia sia un paese gravemente malato in economia è ormai sotto gli occhi di tutti. Che, di conseguenza, lo sia sul versante finanziario è la logica conseguenza. Chi lo nega lo fa per imbonire il popolo e per continuare a compiere scelte sbagliate. Scelte di stampo neoliberista e monetarista volute anche dall’Europa, ma che non creano sviluppo ed occupazione. La spirale è pericolosissima per tutti, a cominciare dallo Stato che non interviene più sullo sviluppo ed abbassa il livello dei servizi (si pensi all’istruzione, all’università, alla previdenza). Pericolosissima per gli enti locali che si vedono costretti a tagliare i loro servizi davvero importanti per i cittadini e per il territorio. Siamo in recessione: da qui si deve partire per chiamare tutti, ma proprio tutti, alle proprie responsabilità. In questa spirale abbiamo un governo confuso, illuso ed illusorio che in un mese emana due manovre finanziarie lacrime e sangue. Confuso perché se in Italia non si riattiva la crescita economica non si va da nessuna parte. Illusorio perché inganna l’Europa con la manovra di metà luglio fatta di tagli, ma che rinviava al 2013-2014 scelte strutturali. L’Europa non ci ha creduto; i mercati ci hanno creduto meno ed abbiamo avuto titoli di Stato che con l’incremento dei tassi di interesse si sono rimangiati tutte le economie previste nella manovra stessa. Illuso da una ripresa economica che non c’è più stata dal 2008 in poi. Sulla manovra di agosto non mi pronuncio perché auspico che il Parlamento la cambi in profondità andando a caricare il peso su chi finora non è stato toccato (rendite finanziarie, grosse rendite immobiliari, evasori, il lusso, anche l’IVA se necessario) e comunque adottando misure eque, sostenibili, attente alle fasce deboli e mettendo risorse per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione. Senza questo rilancio saremo costretti a tante manovre “brucia risorse”. Sostenibili non sono sicuramente i tagli lineari (una presa in giro dopo i decreti attuativi del federalismo!) imposti alle Province. Nel 2012 le Province sommano i tagli previsti nella manovra del 2010 (0,5 miliardi di euro) a quelli della manovra di luglio del 2011 (0,7 miliardi di euro), ed anticipano al 2013 i tagli previsti nel 2014 (0,7 miliardi di euro). A questi vanno aggiunti i tagli indiretti al momento non facilmente quantificabili. Vengono inoltre anticipati al 2012 i nuovi criteri del Patto di Stabilità Interno che prevedono premi per i pochi enti che lo rispetteranno e gravano su tutti gli altri anche questi premi”. “Insomma – conclude Bellini - l’asticella delle difficoltà è posta sempre più in alto affinché anche il campione olimpionico non la superi. Il tutto con buona pace di quel federalismo che avrebbe dovuto tutelare le sperequazioni tra nord, centro e sud con il Fondo di riequilibrio ed il Fondo perequativo già tagliati con le due manovre del 2011. A questo punto è forse opportuno fermare le lancette della riforma federale per capire dove andiamo a finire e come ci andiamo”.
Eco11016.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 24 agosto ’11) - “L’estate bollente dell’Italia lascia profonde bruciature sui cittadini e sui lavoratori che hanno sempre pagato le tasse, sui pensionati, sugli enti locali che vedono drasticamente ridotta la loro capacità di azione. Riduce i diritti fondamentali quali quello alla cura ed alla salute con l’introduzione dei ticket in sanità. Prolunga la vita lavorativa dopo 40 anni di servizio e differisce il trattamento di fine rapporto (che ogni lavoratore versa in proprio nella busta paga). Promette la riduzione dei costi della politica nazionale, ma decide di accanirsi senza criteri realistici sulle Province e sui piccoli Comuni tanto perché è di moda parlare della “casta”. Discorso importante se bene impostato ed in una logica di riassetto istituzionale del paese corretta, con l’eliminazione di sovrapposizioni, ma nella certezza di “chi fa che cosa”. Esautora la partecipazione delle istituzioni e delle rappresentanze sindacali e di categoria alle decisioni che riguardano l’intero paese”. E’ quanto afferma l’assessore al bilancio della Provincia di Perugia Ornella Bellini. “Detto in altri termini – prosegue l’assessore Bellini - questa estate abbassa il livello di democrazia del paese con danni le cui conseguenze peseranno gravemente sui ceti più deboli già fortemente tartassati e con una ridotta capacità di acquisto. Che l’Italia sia un paese gravemente malato in economia è ormai sotto gli occhi di tutti. Che, di conseguenza, lo sia sul versante finanziario è la logica conseguenza. Chi lo nega lo fa per imbonire il popolo e per continuare a compiere scelte sbagliate. Scelte di stampo neoliberista e monetarista volute anche dall’Europa, ma che non creano sviluppo ed occupazione. La spirale è pericolosissima per tutti, a cominciare dallo Stato che non interviene più sullo sviluppo ed abbassa il livello dei servizi (si pensi all’istruzione, all’università, alla previdenza). Pericolosissima per gli enti locali che si vedono costretti a tagliare i loro servizi davvero importanti per i cittadini e per il territorio. Siamo in recessione: da qui si deve partire per chiamare tutti, ma proprio tutti, alle proprie responsabilità. In questa spirale abbiamo un governo confuso, illuso ed illusorio che in un mese emana due manovre finanziarie lacrime e sangue. Confuso perché se in Italia non si riattiva la crescita economica non si va da nessuna parte. Illusorio perché inganna l’Europa con la manovra di metà luglio fatta di tagli, ma che rinviava al 2013-2014 scelte strutturali. L’Europa non ci ha creduto; i mercati ci hanno creduto meno ed abbiamo avuto titoli di Stato che con l’incremento dei tassi di interesse si sono rimangiati tutte le economie previste nella manovra stessa. Illuso da una ripresa economica che non c’è più stata dal 2008 in poi. Sulla manovra di agosto non mi pronuncio perché auspico che il Parlamento la cambi in profondità andando a caricare il peso su chi finora non è stato toccato (rendite finanziarie, grosse rendite immobiliari, evasori, il lusso, anche l’IVA se necessario) e comunque adottando misure eque, sostenibili, attente alle fasce deboli e mettendo risorse per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione. Senza questo rilancio saremo costretti a tante manovre “brucia risorse”. Sostenibili non sono sicuramente i tagli lineari (una presa in giro dopo i decreti attuativi del federalismo!) imposti alle Province. Nel 2012 le Province sommano i tagli previsti nella manovra del 2010 (0,5 miliardi di euro) a quelli della manovra di luglio del 2011 (0,7 miliardi di euro), ed anticipano al 2013 i tagli previsti nel 2014 (0,7 miliardi di euro). A questi vanno aggiunti i tagli indiretti al momento non facilmente quantificabili. Vengono inoltre anticipati al 2012 i nuovi criteri del Patto di Stabilità Interno che prevedono premi per i pochi enti che lo rispetteranno e gravano su tutti gli altri anche questi premi”. “Insomma – conclude Bellini - l’asticella delle difficoltà è posta sempre più in alto affinché anche il campione olimpionico non la superi. Il tutto con buona pace di quel federalismo che avrebbe dovuto tutelare le sperequazioni tra nord, centro e sud con il Fondo di riequilibrio ed il Fondo perequativo già tagliati con le due manovre del 2011. A questo punto è forse opportuno fermare le lancette della riforma federale per capire dove andiamo a finire e come ci andiamo”.
Eco11016.GC