(Cittadino e Provincia – Perugia 8 febbraio 2012) – Dopo il successo del consiglio aperto sulla importanza per i cittadini e per le attività produttive di una Provincia, più leggera, riformata, ma ancora presente nello scacchiere del governo del territorio, e il lavoro delle commissione provinciali sul rilancio dell’ente; il Consiglio provinciale nella seduta di ieri ha approvato i documenti “No ad un Italia senza Province” e quello locale “sulla riforma dell’ente ma che rimanga elettivo e con vere competenze di operatività e sostegno ai comuni”. Se il secondo documento – che si rivolge alla Regione dopo una prima riorganizzazione che penalizza il futuro delle Province di Perugia e Terni – è stato approvato con i voti di maggioranze e opposizione; invece il primo redatto a livello nazionale dall’unione delle province italiane non ha ottenuto il voto del gruppo dell’Italia dei Valori che è rimasta fedele alle linee guida del partito a livello nazionale e regionale. Non sono mancate le polemiche tra gruppi di maggioranza e la richiesta di dimissioni degli esponenti Idv da parte del Pdl. “Con la formula istituzionale prevista dai regolamenti – ha affermato il capogruppo del Pdl, Piero Sorcini, a nome di tutto il suo gruppo consiliare – chiediamo ufficialmente al Presidente della Giunta provinciale Marco Vinicio Guasticchi di togliere le deleghe al vice-presidente Aviano Rossi e il consigliere delegato Franco Granocchia in quanto esponenti di una forza politica che non ha nessuna intenzione di portare avanti i progetti, gli investimenti e il rilancio dell’economia messi in essere dalla Provincia. Come dimostra il voto sul documento dell’Upi”. Il capogruppo Franco Granocchia ha risposto all’attacco della minoranza: “Il nostro gruppo non prende lezioni nessuno tanto meno dal Pdl. Noi abbiamo sempre lavorato con intensità e portando in casa risultati. E lo continueremo a fare finché l’ente avrà un ruolo. Rispettando il mandato elettorale. Ma allo stesso tempo non votiamo un documento auto-celebrativo come quello dell’Upi che non rappresenta noi e il nostro elettorato”. Il capogruppo del Pd, Giampiero Rasimeli: “Le nostre posizione sul ruolo della province le abbiamo espresse nei documenti che sono in votazione. Non si capisce perché l’Idv approvi un documento e bocci l’altro che hanno tra loro una continuità. In questa maniera si crea ulteriore confusione che può incidere sulle scelte che saranno prese in Regione”. Il capogruppo del Psi, Enrico Bastioli, aveva chiesto “una unità su tutti e due i documenti per dare un segnale che la Provincia non è una casta, che è fondamentale per il buon governo dei territorio e allo stesso tempo è fonte di un rilancio dell’economia nei comuni”. Deluso il capogruppo del Prc, Baldelli: “Dopo l’emergenza neve di questi giorni e il lavoro svolto dalla Provincia si era dato anche segnale tangibile della capacità di intervento senza egoismi territoriali dell’ente. Ora le divisioni sul documento non fanno altro che alimentare un clima elettorale che non c’entra nulla con quello di intervento sulla crisi che i cittadini ci chiedono”.
Oi12082.NB
(Cittadino e Provincia – Perugia 8 febbraio 2012) – Dopo il successo del consiglio aperto sulla importanza per i cittadini e per le attività produttive di una Provincia, più leggera, riformata, ma ancora presente nello scacchiere del governo del territorio, e il lavoro delle commissione provinciali sul rilancio dell’ente; il Consiglio provinciale nella seduta di ieri ha approvato i documenti “No ad un Italia senza Province” e quello locale “sulla riforma dell’ente ma che rimanga elettivo e con vere competenze di operatività e sostegno ai comuni”. Se il secondo documento – che si rivolge alla Regione dopo una prima riorganizzazione che penalizza il futuro delle Province di Perugia e Terni – è stato approvato con i voti di maggioranze e opposizione; invece il primo redatto a livello nazionale dall’unione delle province italiane non ha ottenuto il voto del gruppo dell’Italia dei Valori che è rimasta fedele alle linee guida del partito a livello nazionale e regionale. Non sono mancate le polemiche tra gruppi di maggioranza e la richiesta di dimissioni degli esponenti Idv da parte del Pdl. “Con la formula istituzionale prevista dai regolamenti – ha affermato il capogruppo del Pdl, Piero Sorcini, a nome di tutto il suo gruppo consiliare – chiediamo ufficialmente al Presidente della Giunta provinciale Marco Vinicio Guasticchi di togliere le deleghe al vice-presidente Aviano Rossi e il consigliere delegato Franco Granocchia in quanto esponenti di una forza politica che non ha nessuna intenzione di portare avanti i progetti, gli investimenti e il rilancio dell’economia messi in essere dalla Provincia. Come dimostra il voto sul documento dell’Upi”. Il capogruppo Franco Granocchia ha risposto all’attacco della minoranza: “Il nostro gruppo non prende lezioni nessuno tanto meno dal Pdl. Noi abbiamo sempre lavorato con intensità e portando in casa risultati. E lo continueremo a fare finché l’ente avrà un ruolo. Rispettando il mandato elettorale. Ma allo stesso tempo non votiamo un documento auto-celebrativo come quello dell’Upi che non rappresenta noi e il nostro elettorato”. Il capogruppo del Pd, Giampiero Rasimeli: “Le nostre posizione sul ruolo della province le abbiamo espresse nei documenti che sono in votazione. Non si capisce perché l’Idv approvi un documento e bocci l’altro che hanno tra loro una continuità. In questa maniera si crea ulteriore confusione che può incidere sulle scelte che saranno prese in Regione”. Il capogruppo del Psi, Enrico Bastioli, aveva chiesto “una unità su tutti e due i documenti per dare un segnale che la Provincia non è una casta, che è fondamentale per il buon governo dei territorio e allo stesso tempo è fonte di un rilancio dell’economia nei comuni”. Deluso il capogruppo del Prc, Baldelli: “Dopo l’emergenza neve di questi giorni e il lavoro svolto dalla Provincia si era dato anche segnale tangibile della capacità di intervento senza egoismi territoriali dell’ente. Ora le divisioni sul documento non fanno altro che alimentare un clima elettorale che non c’entra nulla con quello di intervento sulla crisi che i cittadini ci chiedono”.
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