(Cittadino e Provincia) – Perugia 29 febbraio 2012 – Il Gruppo provinciale del PRC, in una nota, esprime netta contrarietà alla misura regionale con la quale si è deciso l’aumento del 29 % delle prestazioni sanitarie “ intramoenia “. “In un momento nel quale i redditi dei lavoratori, dei pensionati e dei piccoli lavoratori autonomi sono falcidiati dalle imposte e dal carovita – afferma il Capogruppo Luca Baldelli - ci sembra davvero ingiusto pigiare ancora il pedale degli aumenti tariffari, in un campo delicato e anzi vitale come quello della Sanità, che meriterebbe tutt’altri provvedimenti e che, lo vogliamo ricordare, non può essere visto come l’arena degli appetiti di questa o quella zona della Regione e della Provincia , di questo o quel Partito politico nella ridiscussione degli assetti aziendali. E’ ora di smetterla di parlare di Sanità in termini tecnicistici, di numero di Asl e di dirigenze, per cominciare ad affrontare compiutamente i nodi della prevenzione, dello sviluppo dei servizi sul territorio, del legame tra modello di sviluppo e diritto alla salute. Il Gruppo del PRC ha espresso più volte approvazione per alcuni provvedimenti presi dalla Regione : la rimodulazione dei tickets è certo avvenuta all’insegna delal giustizia sociale e della volontà di proteggere i ceti medio – bassi ; l’azione sulle liste d’attesa, volta a ridurre i tempi necessari a visite e controlli, è certamente lodevole e comincia a produrre i primi frutti. Ciò detto, ci sembra che solo una volta completato il quadro dell’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa, solo una volta giunta a termine la complessa operazione volta a potenziare i servizi di prevenzione diffusi sul territorio, sia legittimo parlare di rimodulazione dei costi e ripartizione dei medesimi sull’utenza. Aver cominciato dalla coda e non dalla testa, inasprendo i costi delle prestazioni “ intramoenia “, non ci sembra né opportuno, né equo : i risultati saranno solo maggiori sacrifici per i cittadini meno abbienti, chiamati a contribuire in maniera più pesante per vedersi garantito un diritto alla salute che potrà essere assicurato in tutto e per tutto dal pubblico solo completando il processo di razionalizzazione e rafforzamento delle prestazioni del pubblico. La Regione, allora, riapra il dibattito sulla questione, specie dopo che autorevoli forze sociali e sindacali hanno espresso contrarietà o forti riserve rispetto ai provvedimenti: il rigore nei conti non può, in una Regione di centrosinistra, non coniugarsi con il massimo di equità sociale”.
Gc12072.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 29 febbraio 2012 – Il Gruppo provinciale del PRC, in una nota, esprime netta contrarietà alla misura regionale con la quale si è deciso l’aumento del 29 % delle prestazioni sanitarie “ intramoenia “. “In un momento nel quale i redditi dei lavoratori, dei pensionati e dei piccoli lavoratori autonomi sono falcidiati dalle imposte e dal carovita – afferma il Capogruppo Luca Baldelli - ci sembra davvero ingiusto pigiare ancora il pedale degli aumenti tariffari, in un campo delicato e anzi vitale come quello della Sanità, che meriterebbe tutt’altri provvedimenti e che, lo vogliamo ricordare, non può essere visto come l’arena degli appetiti di questa o quella zona della Regione e della Provincia , di questo o quel Partito politico nella ridiscussione degli assetti aziendali. E’ ora di smetterla di parlare di Sanità in termini tecnicistici, di numero di Asl e di dirigenze, per cominciare ad affrontare compiutamente i nodi della prevenzione, dello sviluppo dei servizi sul territorio, del legame tra modello di sviluppo e diritto alla salute. Il Gruppo del PRC ha espresso più volte approvazione per alcuni provvedimenti presi dalla Regione : la rimodulazione dei tickets è certo avvenuta all’insegna delal giustizia sociale e della volontà di proteggere i ceti medio – bassi ; l’azione sulle liste d’attesa, volta a ridurre i tempi necessari a visite e controlli, è certamente lodevole e comincia a produrre i primi frutti. Ciò detto, ci sembra che solo una volta completato il quadro dell’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa, solo una volta giunta a termine la complessa operazione volta a potenziare i servizi di prevenzione diffusi sul territorio, sia legittimo parlare di rimodulazione dei costi e ripartizione dei medesimi sull’utenza. Aver cominciato dalla coda e non dalla testa, inasprendo i costi delle prestazioni “ intramoenia “, non ci sembra né opportuno, né equo : i risultati saranno solo maggiori sacrifici per i cittadini meno abbienti, chiamati a contribuire in maniera più pesante per vedersi garantito un diritto alla salute che potrà essere assicurato in tutto e per tutto dal pubblico solo completando il processo di razionalizzazione e rafforzamento delle prestazioni del pubblico. La Regione, allora, riapra il dibattito sulla questione, specie dopo che autorevoli forze sociali e sindacali hanno espresso contrarietà o forti riserve rispetto ai provvedimenti: il rigore nei conti non può, in una Regione di centrosinistra, non coniugarsi con il massimo di equità sociale”.
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