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Nell’UE è ancora grande il divario retributivo tra uomo e donna.
Nell'Unione europea le donne continuano a guadagnare in media il 16,4% in meno degli uomini, come mostrano i nuovi dati pubblicati dalla Commissione europea in occasione della Giornata europea per la parità retributiva che si è svolta il 5 marzo. Questa seconda edizione della manifestazione dà la misura del numero di giorni che una donna deve lavorare in più per guadagnare quanto un uomo. La Commissione europea intende sensibilizzare il pubblico sulle disparità retributive uomo-donna nell'UE. Anche in occasione dell'8 marzo, Giornata internazionale della donna, l'evento di quest'anno punta i riflettori in particolare sui datori di lavoro. Gli ultimi dati del 2010 indicano un divario retributivo medio nell'Unione del 16,4% e confermano una leggera tendenza al ribasso rispetto al 17% circa degli anni precedenti. Il tasso varia dal 2% circa in Polonia a oltre il 27% in Estonia.
Il fenomeno rispecchia le difficoltà che incontrano le lavoratrici a conciliare lavoro e vita privata: molte donne si vedono infatti costrette a prendere congedi di maternità o a lavorare part-time. Nonostante un timido miglioramento complessivo del trend, il divario tende ad allargarsi in alcuni Stati membri come Bulgaria, Francia, Lettonia, Ungheria, Portogallo e Romania. Le attività di sensibilizzazione sono fondamentali per informare i datori di lavoro, i dipendenti e le parti interessate sul perché sussiste un divario salariale tra donne e uomini e su come sia possibile ridurlo. I nuovi strumenti proposti sono: formazione per le aziende e scambi di buone pratiche che mostrano le ricadute positive della parità di genere per le imprese; metodi e strumenti per riequilibrare il divario retributivo nelle aziende; un video clip che mette in risalto le disparità salariali esistenti tra lavoratrici e lavoratori; la nuova sezione del sito web aggiornato della campagna che sottolinea l'importanza dei contratti collettivi tra le parti sociali per colmare il divario retributivo; strumenti per individuare le disparità salariali sul posto di lavoro; una check-list per verificare che l'equità retributiva sia presa in considerazione nei contratti collettivi; una serie di eventi nazionali in 17 Stati membri per diffondere informazioni sulle discriminazioni salariali.
Per approfondire:
http://ec.europa.eu/equalpay
Nell’UE è ancora grande il divario retributivo tra uomo e donna.
Nell'Unione europea le donne continuano a guadagnare in media il 16,4% in meno degli uomini, come mostrano i nuovi dati pubblicati dalla Commissione europea in occasione della Giornata europea per la parità retributiva che si è svolta il 5 marzo. Questa seconda edizione della manifestazione dà la misura del numero di giorni che una donna deve lavorare in più per guadagnare quanto un uomo. La Commissione europea intende sensibilizzare il pubblico sulle disparità retributive uomo-donna nell'UE. Anche in occasione dell'8 marzo, Giornata internazionale della donna, l'evento di quest'anno punta i riflettori in particolare sui datori di lavoro. Gli ultimi dati del 2010 indicano un divario retributivo medio nell'Unione del 16,4% e confermano una leggera tendenza al ribasso rispetto al 17% circa degli anni precedenti. Il tasso varia dal 2% circa in Polonia a oltre il 27% in Estonia.
Il fenomeno rispecchia le difficoltà che incontrano le lavoratrici a conciliare lavoro e vita privata: molte donne si vedono infatti costrette a prendere congedi di maternità o a lavorare part-time. Nonostante un timido miglioramento complessivo del trend, il divario tende ad allargarsi in alcuni Stati membri come Bulgaria, Francia, Lettonia, Ungheria, Portogallo e Romania. Le attività di sensibilizzazione sono fondamentali per informare i datori di lavoro, i dipendenti e le parti interessate sul perché sussiste un divario salariale tra donne e uomini e su come sia possibile ridurlo. I nuovi strumenti proposti sono: formazione per le aziende e scambi di buone pratiche che mostrano le ricadute positive della parità di genere per le imprese; metodi e strumenti per riequilibrare il divario retributivo nelle aziende; un video clip che mette in risalto le disparità salariali esistenti tra lavoratrici e lavoratori; la nuova sezione del sito web aggiornato della campagna che sottolinea l'importanza dei contratti collettivi tra le parti sociali per colmare il divario retributivo; strumenti per individuare le disparità salariali sul posto di lavoro; una check-list per verificare che l'equità retributiva sia presa in considerazione nei contratti collettivi; una serie di eventi nazionali in 17 Stati membri per diffondere informazioni sulle discriminazioni salariali.
Per approfondire:
http://ec.europa.eu/equalpay