(Cittadino e Provincia - Perugia 20 marzo 2012) - Affrontare e battere le crisi aziendali che stanno cambiando l'assetto economico e sociale dell'Umbria e delle famiglie umbre realizzando un tavolo istituzionali forze sociali e tecnici qualificati per la creazione nei territori di investimenti e posti di lavoro in settori ad alto valore aggiunto, superando l'assetto economico presente troppo sbilanciato su settori come quelli dei cavatori, dei cementieri e dei costruttori. L'impegno è stato preso dalla Giunta provinciale dopo la votazione all'unanimità di tre ordini del giorno, firmati da Luca Baldelli (Prc), Giampiero Fugnanesi (Pcdi), Enrico Bastioli (Socialisti Riformisti) , Massimiliano Capitani e Laura Zampa (Pd) e Giampiero Panfili (Pdl) sulla crisi occupazionale in Provincia di Perugia. "Occorre innovare, fare ricerca, valorizzare appieno il patrimonio dì saperi e professionalità esistenti - ha spiegato in consiglio provinciale il presidente della Prima commissione, Luca Baldelli - impedendo che l'Umbria sia terra di conquista di multinazionali interessate a sfruttare i territori ed evitando che i giovani se ne vadano fuori dai confini regionali e provinciali per mancanza di opportunità lavorative". Con il secondo documento ( da due mozioni a firma Baldelli e Fugnanesi), il Consiglio provinciale ha chiesto una Legge speciale per il comprensorio eugubino - gualdese, territorio profondamente interessato dalla crisi economica, come attestano le vicende della Merloni, della Faber ecc. Una Legge speciale che possa rispondere, con agevolazioni contributive, fiscali , creditizie ( chiamando le Banche ad una maggior senso di responsabilità ) alla congiuntura presente. Con il terzo documento si è chiesto un forte intervento per salvare l'azienda Pozzi di Spoleto, storico marchio dell'economia umbra ( da un documento dei consiglieri Capitani, Zampa e Panfili ). "Come Provincia - ha spiegato Bastioli, capogruppo del Psi - abbia tutto il diritto di affrontare le vertenze territoriali dovendo direzionare le politiche su formazione e reinserimento nel mondo lavorativo. Un tavolo istituzionale vuol dire aprire anche un riflessione su base regionale anche per pensare ad un nuovo piano per il lavoro". Il capogruppo del Pdl, Piero Sorcini, ha precisato che "come centrodestra non possiamo non votare ordini del giorno che cercano di contrastare delocalizzazione, licenziamenti e incentivare investimenti futuri. Ma si corre il rischio ancora una volta di approvare un qualcosa che non rientra nelle nostre attuali possibilità istituzionali, essendo alle prese con un cambiamento delle Province da un punto di vista tecnico e sociale". Il consigliere provinciale Panfili sul lavoro ha sparato a zero sulla Regione: "colpevole di ritardi preoccupanti in materia di occupazione, che dimostrano invece di quanto ci sia bisogno della Provincia in Italia per gestire i proplemi dì area vasta". Alla discussione ha partecipato anche vice-presidente del Consiglio provinciale Bruno Biagiotti: "Dobbiamo però ragionare anche in ottica non solo di sostegno e di cassa integrazione ma come enti locali dobbiamo fare da volano per una nuova economia che sta sul mercato. E' sbagliato continuare a tenere in vita realtà che hanno una produzione ormai insostenibile, ma è più opportuno favorire una riconversione".
Oi12165.NB
(Cittadino e Provincia - Perugia 20 marzo 2012) - Affrontare e battere le crisi aziendali che stanno cambiando l'assetto economico e sociale dell'Umbria e delle famiglie umbre realizzando un tavolo istituzionali forze sociali e tecnici qualificati per la creazione nei territori di investimenti e posti di lavoro in settori ad alto valore aggiunto, superando l'assetto economico presente troppo sbilanciato su settori come quelli dei cavatori, dei cementieri e dei costruttori. L'impegno è stato preso dalla Giunta provinciale dopo la votazione all'unanimità di tre ordini del giorno, firmati da Luca Baldelli (Prc), Giampiero Fugnanesi (Pcdi), Enrico Bastioli (Socialisti Riformisti) , Massimiliano Capitani e Laura Zampa (Pd) e Giampiero Panfili (Pdl) sulla crisi occupazionale in Provincia di Perugia. "Occorre innovare, fare ricerca, valorizzare appieno il patrimonio dì saperi e professionalità esistenti - ha spiegato in consiglio provinciale il presidente della Prima commissione, Luca Baldelli - impedendo che l'Umbria sia terra di conquista di multinazionali interessate a sfruttare i territori ed evitando che i giovani se ne vadano fuori dai confini regionali e provinciali per mancanza di opportunità lavorative". Con il secondo documento ( da due mozioni a firma Baldelli e Fugnanesi), il Consiglio provinciale ha chiesto una Legge speciale per il comprensorio eugubino - gualdese, territorio profondamente interessato dalla crisi economica, come attestano le vicende della Merloni, della Faber ecc. Una Legge speciale che possa rispondere, con agevolazioni contributive, fiscali , creditizie ( chiamando le Banche ad una maggior senso di responsabilità ) alla congiuntura presente. Con il terzo documento si è chiesto un forte intervento per salvare l'azienda Pozzi di Spoleto, storico marchio dell'economia umbra ( da un documento dei consiglieri Capitani, Zampa e Panfili ). "Come Provincia - ha spiegato Bastioli, capogruppo del Psi - abbia tutto il diritto di affrontare le vertenze territoriali dovendo direzionare le politiche su formazione e reinserimento nel mondo lavorativo. Un tavolo istituzionale vuol dire aprire anche un riflessione su base regionale anche per pensare ad un nuovo piano per il lavoro". Il capogruppo del Pdl, Piero Sorcini, ha precisato che "come centrodestra non possiamo non votare ordini del giorno che cercano di contrastare delocalizzazione, licenziamenti e incentivare investimenti futuri. Ma si corre il rischio ancora una volta di approvare un qualcosa che non rientra nelle nostre attuali possibilità istituzionali, essendo alle prese con un cambiamento delle Province da un punto di vista tecnico e sociale". Il consigliere provinciale Panfili sul lavoro ha sparato a zero sulla Regione: "colpevole di ritardi preoccupanti in materia di occupazione, che dimostrano invece di quanto ci sia bisogno della Provincia in Italia per gestire i proplemi dì area vasta". Alla discussione ha partecipato anche vice-presidente del Consiglio provinciale Bruno Biagiotti: "Dobbiamo però ragionare anche in ottica non solo di sostegno e di cassa integrazione ma come enti locali dobbiamo fare da volano per una nuova economia che sta sul mercato. E' sbagliato continuare a tenere in vita realtà che hanno una produzione ormai insostenibile, ma è più opportuno favorire una riconversione".
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