Guasticchi e Granocchia "Dobbiamo mantenere una presenza delle popolazioni compatibile con le esigenze di salvaguardia delle colture agricole"
(Cittadino e Provincia – Perugia, 29 marzo ’12) - La Provincia di Perugia, in tema di caccia al cinghiale, insieme con le associazioni agricole, le aziende faunistico-venatorie e gli ATC sta mettendo in campo azioni volte alla tutela delle colture, dell’ambiente e delle altre popolazioni selvatiche. Azioni consistenti in una mappatura dettagliata delle zone colpite dai danni causati dai cinghiali e nella elaborazione di un piano di gestione e contenimento della specie.
Il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi e il consigliere delegato alla caccia Franco Granocchia hanno, a questo scopo, convocato per lunedì 2 aprile i responsabili di tutte le associazioni agricole del territorio provinciale di Perugia. L’incontro, a cui parteciperanno i tecnici dell’ufficio gestione faunistica dell’Ente, servirà per fare una mappatura dettagliata delle zone che sono state colpite dai danni causati dal cinghiale. In tempi rapidissimi, subito dopo, il 5 aprile, sarà convocato un secondo incontro con le stesse associazioni agricole, le aziende faunistico-venatorie e i due ATC per varare un piano di gestione e contenimento della specie cinghiale. Il piano sarà utile per risolvere l’annoso problema dei danni causati alle colture, danni che stanno mettendo in gravi difficoltà le aziende agricole, già peraltro seriamente provate dalla grave crisi economica in atto e dalla stato di siccità. Intanto, nella zona del lago Trasimeno, si sta predisponendo un progetto di installazione di una rete termosaldata per evitare che i cinghiali della zona collinare e boschiva scendano a valle dove sono ubicate le aziende agricole. “C’è la necessità – hanno affermato il presidente Guasticchi e il delegato Granocchia – di una corretta gestione delle popolazioni di cinghiale sul nostro territorio. Per questo, la Provincia vuole mettere in atto, con tutti i soggetti interessati, un piano strategico, con i contenimenti consentiti dalla legge, finalizzato al raggiungimento e mantenimento di una presenza delle popolazioni compatibile con le esigenze di salvaguardia delle colture agricole”.
Pf12008.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 29 marzo ’12) - La Provincia di Perugia, in tema di caccia al cinghiale, insieme con le associazioni agricole, le aziende faunistico-venatorie e gli ATC sta mettendo in campo azioni volte alla tutela delle colture, dell’ambiente e delle altre popolazioni selvatiche. Azioni consistenti in una mappatura dettagliata delle zone colpite dai danni causati dai cinghiali e nella elaborazione di un piano di gestione e contenimento della specie.
Il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi e il consigliere delegato alla caccia Franco Granocchia hanno, a questo scopo, convocato per lunedì 2 aprile i responsabili di tutte le associazioni agricole del territorio provinciale di Perugia. L’incontro, a cui parteciperanno i tecnici dell’ufficio gestione faunistica dell’Ente, servirà per fare una mappatura dettagliata delle zone che sono state colpite dai danni causati dal cinghiale. In tempi rapidissimi, subito dopo, il 5 aprile, sarà convocato un secondo incontro con le stesse associazioni agricole, le aziende faunistico-venatorie e i due ATC per varare un piano di gestione e contenimento della specie cinghiale. Il piano sarà utile per risolvere l’annoso problema dei danni causati alle colture, danni che stanno mettendo in gravi difficoltà le aziende agricole, già peraltro seriamente provate dalla grave crisi economica in atto e dalla stato di siccità. Intanto, nella zona del lago Trasimeno, si sta predisponendo un progetto di installazione di una rete termosaldata per evitare che i cinghiali della zona collinare e boschiva scendano a valle dove sono ubicate le aziende agricole. “C’è la necessità – hanno affermato il presidente Guasticchi e il delegato Granocchia – di una corretta gestione delle popolazioni di cinghiale sul nostro territorio. Per questo, la Provincia vuole mettere in atto, con tutti i soggetti interessati, un piano strategico, con i contenimenti consentiti dalla legge, finalizzato al raggiungimento e mantenimento di una presenza delle popolazioni compatibile con le esigenze di salvaguardia delle colture agricole”.
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