Sul tappeto pagamenti più veloci alle piccole e medie imprese, formazione lavorativa, rilancio del progetto Umbria
(Cittadino e Provincia – Perugia 5 aprile 2012) – “Dalle istituzioni territoriali, come Comune e Provincia, deve arrivare un segnale forte alle imprese del territorio: e questo lo si fa abbattendo i tempi di pagamento nei loro confronti”: il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi, prima dell’inizio del consiglio aperto su “Lavoro, Analisi e prospettive” promosso questa mattina dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale, ha lanciato un nuovo obiettivo da c’entra in tempi strettissimi. “Molte piccole e medie aziende umbre rischiano di chiudere o di avere problemi di liquidità e di sanzioni da parte di Equitalia per via dei ritardati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Non possiamo essere noi complici delle crisi. Per rendere sistematica questa buona prassi abbiamo bisogno anche della Regione e dei nostri rappresentanti parlamentari per incidere sul Governo affinché renda più semplici le procedure burocratiche”. Il Consiglio provinciale sul Lavoro si è aperto con un’analisi-riflessione da parte del Presidente del Consiglio Provinciale Giacomo Leonelli: “L’Umbria non è oasi felice in questa burrasca di crisi internazionale. Anzi oggi il nostro sistema produttivo dimostra dei limiti tali che di fatto rendono meno visibile agli occhi del mercato la qualità del made in Umbria. Tutto questo si riflette sull’occupazione, ed è innegabile. Come consiglio provinciale abbiamo trattato molte crisi aziendali cercando di aprire tavoli, salvaguardare il lavoro e i livelli occupazionali. Il lavoro è il tema dei temi per chi è chiamato a governare territori. Da qui l’idea di un consiglio aperto dove le analisi, le proposte e le criticità devono spingere verso un nuovo clima di progettazione del futuro per le famiglie, per i singoli e per gli uomini di tutte l’età”. “Oltre 70mila persone stanno cercando lavoro tramite l’iscrizione nei nostri centri dell’impiego” ha spiegato il vice-presidente della Giunta Provinciale, Aviano Rossi “La Provincia ha nelle sue competenze quella della formazione professionale, il reinserimento lavorativo e la valorizzazione delle produzione di casa nostra. Una mole di lavoro che stiamo portando avanti con il progetto Provincia-Life. Le nostre parole chiave per il nuovo sviluppo sono: lavoro come obiettivo, Impresa come strategia, formazione professionale come strumento di politica attiva del lavoro e ovviamente Europa non solo come fonte di finanziamento in relazione del fondo sociale europeo, ma anche come modello di sviluppo in grado di riposizionarsi sul mercato del lavoro. Grande attenzione anche alla formazione di giovani e meno giovani nel marketing che consideriamo fondamentale per acquisire visibilità sui prodotti e servizi made in Umbria”. Molto apprezzata la relazione dell’assessore regionale Vincenzo Riommi: “Ci troviamo di fronte ad una delle crisi economiche più nere della storia recente dell’Umbria. Non è figlia di un settore in difficoltà, ma è di natura strutturale. Abbiamo palesato come italiani ma anche come umbri dei limiti che ci hanno fatto trovare male in questa particolare stagione. Per risalire si deve puntare sulla ricerca, sulla formazione e sulla qualità. Perché produrre cose che gli altri non producono o non sanno come fare permette di stare sui mercati consentendo così anche di mantenere quelle tutele a favore dei lavoratori che oggi sono messe a rischio. E’ ovvio che da soli, come Umbria, non possiamo fare tanto: la svolta deve essere Europea, poi Italiana e infine umbra”. Dopo le relazioni degli assessori sono intervenuti i capigruppo Consiliari della Provincia. Luca Baldelli (Prc) ha riproposto la necessità di costruire un tavolo istituzionale permanente per affrontare le situazioni di crisi assieme ad un Pool che esamini le possibilità di sviluppo soprattutto nei settori che soffrono di meno. Per Giampiero Rasimelli (Pd) occorre, oltre al tavolo, mettere in piedi una proposta che tenga conto delle possibilità di intervento della Provincia, sulla base delle sue competenze, seguendo anche le novità e le nuove opportunità che la riforma del mercato del lavoro porterà con se. Franco Granocchia (Idv) ha chiesto un cambio di rotta nelle politiche governative. “Le famiglie e le piccole imprese sono allo stremo. Qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando. Se non si riaprono i rubinetti del credito e non si aumentano i redditi da lavoro tassando gli evasori e i ricchi gli attuali dati economici negativi peggioreranno. Piero Sorcini (Pdl) ha criticato le politiche locali che non hanno saputo far fruttare i 200 milioni i euro investiti , in questi anni, nella formazione e nelle politiche attive del lavoro. Dagli anni 80 sono stati persi in Umbria 25 mila posti di lavoro. L’impatto iniziale era stato mascherato con l’intervento pubblico. Oggi non è più possibile e la situazione è drammatica perchè è stato ricostruito un tessuto industriale . Infine Enrico Bastioli (Socialisti Riformisti) ha lodato la funzione di ascolto della Provincia nelle situazioni derivate dalle aziende in crisi. “Ma bisogna andare oltre la solidarietà – ha detto Bastioli – e creare quel tavolo istituzionale che può trovare soluzioni agli 8000 posti di lavoro persi dal 2008 ad oggi”.
Oi12189.NB
(Cittadino e Provincia – Perugia 5 aprile 2012) – “Dalle istituzioni territoriali, come Comune e Provincia, deve arrivare un segnale forte alle imprese del territorio: e questo lo si fa abbattendo i tempi di pagamento nei loro confronti”: il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi, prima dell’inizio del consiglio aperto su “Lavoro, Analisi e prospettive” promosso questa mattina dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale, ha lanciato un nuovo obiettivo da c’entra in tempi strettissimi. “Molte piccole e medie aziende umbre rischiano di chiudere o di avere problemi di liquidità e di sanzioni da parte di Equitalia per via dei ritardati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Non possiamo essere noi complici delle crisi. Per rendere sistematica questa buona prassi abbiamo bisogno anche della Regione e dei nostri rappresentanti parlamentari per incidere sul Governo affinché renda più semplici le procedure burocratiche”. Il Consiglio provinciale sul Lavoro si è aperto con un’analisi-riflessione da parte del Presidente del Consiglio Provinciale Giacomo Leonelli: “L’Umbria non è oasi felice in questa burrasca di crisi internazionale. Anzi oggi il nostro sistema produttivo dimostra dei limiti tali che di fatto rendono meno visibile agli occhi del mercato la qualità del made in Umbria. Tutto questo si riflette sull’occupazione, ed è innegabile. Come consiglio provinciale abbiamo trattato molte crisi aziendali cercando di aprire tavoli, salvaguardare il lavoro e i livelli occupazionali. Il lavoro è il tema dei temi per chi è chiamato a governare territori. Da qui l’idea di un consiglio aperto dove le analisi, le proposte e le criticità devono spingere verso un nuovo clima di progettazione del futuro per le famiglie, per i singoli e per gli uomini di tutte l’età”. “Oltre 70mila persone stanno cercando lavoro tramite l’iscrizione nei nostri centri dell’impiego” ha spiegato il vice-presidente della Giunta Provinciale, Aviano Rossi “La Provincia ha nelle sue competenze quella della formazione professionale, il reinserimento lavorativo e la valorizzazione delle produzione di casa nostra. Una mole di lavoro che stiamo portando avanti con il progetto Provincia-Life. Le nostre parole chiave per il nuovo sviluppo sono: lavoro come obiettivo, Impresa come strategia, formazione professionale come strumento di politica attiva del lavoro e ovviamente Europa non solo come fonte di finanziamento in relazione del fondo sociale europeo, ma anche come modello di sviluppo in grado di riposizionarsi sul mercato del lavoro. Grande attenzione anche alla formazione di giovani e meno giovani nel marketing che consideriamo fondamentale per acquisire visibilità sui prodotti e servizi made in Umbria”. Molto apprezzata la relazione dell’assessore regionale Vincenzo Riommi: “Ci troviamo di fronte ad una delle crisi economiche più nere della storia recente dell’Umbria. Non è figlia di un settore in difficoltà, ma è di natura strutturale. Abbiamo palesato come italiani ma anche come umbri dei limiti che ci hanno fatto trovare male in questa particolare stagione. Per risalire si deve puntare sulla ricerca, sulla formazione e sulla qualità. Perché produrre cose che gli altri non producono o non sanno come fare permette di stare sui mercati consentendo così anche di mantenere quelle tutele a favore dei lavoratori che oggi sono messe a rischio. E’ ovvio che da soli, come Umbria, non possiamo fare tanto: la svolta deve essere Europea, poi Italiana e infine umbra”. Dopo le relazioni degli assessori sono intervenuti i capigruppo Consiliari della Provincia. Luca Baldelli (Prc) ha riproposto la necessità di costruire un tavolo istituzionale permanente per affrontare le situazioni di crisi assieme ad un Pool che esamini le possibilità di sviluppo soprattutto nei settori che soffrono di meno. Per Giampiero Rasimelli (Pd) occorre, oltre al tavolo, mettere in piedi una proposta che tenga conto delle possibilità di intervento della Provincia, sulla base delle sue competenze, seguendo anche le novità e le nuove opportunità che la riforma del mercato del lavoro porterà con se. Franco Granocchia (Idv) ha chiesto un cambio di rotta nelle politiche governative. “Le famiglie e le piccole imprese sono allo stremo. Qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando. Se non si riaprono i rubinetti del credito e non si aumentano i redditi da lavoro tassando gli evasori e i ricchi gli attuali dati economici negativi peggioreranno. Piero Sorcini (Pdl) ha criticato le politiche locali che non hanno saputo far fruttare i 200 milioni i euro investiti , in questi anni, nella formazione e nelle politiche attive del lavoro. Dagli anni 80 sono stati persi in Umbria 25 mila posti di lavoro. L’impatto iniziale era stato mascherato con l’intervento pubblico. Oggi non è più possibile e la situazione è drammatica perchè è stato ricostruito un tessuto industriale . Infine Enrico Bastioli (Socialisti Riformisti) ha lodato la funzione di ascolto della Provincia nelle situazioni derivate dalle aziende in crisi. “Ma bisogna andare oltre la solidarietà – ha detto Bastioli – e creare quel tavolo istituzionale che può trovare soluzioni agli 8000 posti di lavoro persi dal 2008 ad oggi”.
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