(Cittadino e Provincia) Perugina 18 aprile ’12 - “Per noi la sostanza non cambia – affermano in una nota i lavoratori precari della Provincia di Perugia iscritti alla Cgil - dopo due concorsi espletati, dopo che per molti di noi questo sarà l’ennesimo di molti anni di precariato, peraltro mal pagato (sui 650 euro al mese) e senza certezze né sulla durata del rinnovo, né sulla stabilizzazione né sull’orario di lavoro. Il paradosso è che i risultati del nostro lavoro sono stati peraltro riconosciuti da Provincia e Regione anche nel recente convegno organizzato presso la Sala del Consiglio Provinciale e che vedono i nostri servizi raccogliere risultati più che positivi nonostante il nostro lavoro sia a mezzo servizio (part time 50%) e dequalificato rispetto alle mansioni di responsabilità svolte. I precari dei servizi per l’impiego sono ormai stanchi dei tira e molla tra Provincia e Regione. Chiediamo rispetto per il servizio che, pur in condizioni di palese difficoltà date dalla crisi economica oltre che dalle nostre difficoltà contrattuali, garantiamo alla collettività. Le soluzioni non spetta a noi trovarle, quelle spettano a Regione e Provincia che hanno il dovere di mettere a punto una strategia che riguarda i servizi pubblici per l’impiego, i nostri contratti e l’estensione del nostro orario di lavoro, ma chiediamo rispetto per il nostro lavoro, per noi e per le nostre famiglie in quanto non esistono precari di serie A e di serie B. Crediamo che sia incredibile il fatto che i servizi per il lavoro siano oggi garantiti da personale perennemente precario e chiediamo che, come avvenuto per altri lavoratori precari, venga trovata una strada per la stabilizzazione anche dei lavoratori dei servizi per l’impiego. Non ci interessano i rimpalli di una politica che sul precariato, sui giovani e sul lavoro è troppo spesso capace solo di parole, ma non di gesti concreti: noi alle istituzioni chiediamo innanzitutto chiarezza e serietà. La Regione dovrebbe fare chiarezza sulle proprie competenze, sull’attribuzione della delega sul lavoro, sul futuro dei servizi per l’impiego, sul ruolo pubblico e sui fondi da destinare a tali servizi. In tale contesto la logica indicherebbe come soluzione preferibile quella di utilizzare tali risorse per fornire servizi di qualità garantiti da personale qualificato ed adeguatamente formato e non da dipendenti che non avrebbero idea del lavoro da fare. Allo stesso modo ci turbano e riteniamo profondamente spiacevoli i rumors sui mezzi di comunicazione che vedono la Provincia in procinto di assumere altri lavoratori da altre graduatorie in presenza di una vicenda come la nostra, con 50 precari in servizio, tuttora irrisolta. Chiediamo pertanto che sia immediatamente attivato un tavolo regionale di confronto istituzionale come richiesto dalla CGIL provinciale, chiediamo un confronto immediato con la RSU della Provincia per discutere della vicenda e, nel caso, promuovere una mobilitazione dei lavoratori”.
Cs12044.red
(Cittadino e Provincia) Perugina 18 aprile ’12 - “Per noi la sostanza non cambia – affermano in una nota i lavoratori precari della Provincia di Perugia iscritti alla Cgil - dopo due concorsi espletati, dopo che per molti di noi questo sarà l’ennesimo di molti anni di precariato, peraltro mal pagato (sui 650 euro al mese) e senza certezze né sulla durata del rinnovo, né sulla stabilizzazione né sull’orario di lavoro. Il paradosso è che i risultati del nostro lavoro sono stati peraltro riconosciuti da Provincia e Regione anche nel recente convegno organizzato presso la Sala del Consiglio Provinciale e che vedono i nostri servizi raccogliere risultati più che positivi nonostante il nostro lavoro sia a mezzo servizio (part time 50%) e dequalificato rispetto alle mansioni di responsabilità svolte. I precari dei servizi per l’impiego sono ormai stanchi dei tira e molla tra Provincia e Regione. Chiediamo rispetto per il servizio che, pur in condizioni di palese difficoltà date dalla crisi economica oltre che dalle nostre difficoltà contrattuali, garantiamo alla collettività. Le soluzioni non spetta a noi trovarle, quelle spettano a Regione e Provincia che hanno il dovere di mettere a punto una strategia che riguarda i servizi pubblici per l’impiego, i nostri contratti e l’estensione del nostro orario di lavoro, ma chiediamo rispetto per il nostro lavoro, per noi e per le nostre famiglie in quanto non esistono precari di serie A e di serie B. Crediamo che sia incredibile il fatto che i servizi per il lavoro siano oggi garantiti da personale perennemente precario e chiediamo che, come avvenuto per altri lavoratori precari, venga trovata una strada per la stabilizzazione anche dei lavoratori dei servizi per l’impiego. Non ci interessano i rimpalli di una politica che sul precariato, sui giovani e sul lavoro è troppo spesso capace solo di parole, ma non di gesti concreti: noi alle istituzioni chiediamo innanzitutto chiarezza e serietà. La Regione dovrebbe fare chiarezza sulle proprie competenze, sull’attribuzione della delega sul lavoro, sul futuro dei servizi per l’impiego, sul ruolo pubblico e sui fondi da destinare a tali servizi. In tale contesto la logica indicherebbe come soluzione preferibile quella di utilizzare tali risorse per fornire servizi di qualità garantiti da personale qualificato ed adeguatamente formato e non da dipendenti che non avrebbero idea del lavoro da fare. Allo stesso modo ci turbano e riteniamo profondamente spiacevoli i rumors sui mezzi di comunicazione che vedono la Provincia in procinto di assumere altri lavoratori da altre graduatorie in presenza di una vicenda come la nostra, con 50 precari in servizio, tuttora irrisolta. Chiediamo pertanto che sia immediatamente attivato un tavolo regionale di confronto istituzionale come richiesto dalla CGIL provinciale, chiediamo un confronto immediato con la RSU della Provincia per discutere della vicenda e, nel caso, promuovere una mobilitazione dei lavoratori”.
Cs12044.red