(Cittadino e Provincia) – Piegaro, 10 aprile ’20 – Piegaro non rinuncia alle sue tradizioni religiose più profonde.
Così nella serata di giovedì, con tutte le limitazioni del caso, gli abitanti del capoluogo della Valnestore hanno potuto rivivere l’intensa atmosfera del rito dell’Ecce Homo.
Tradizionalmente Piegaro nella sera del Giovedì Santo dà vita all'antico rito della processione dell"Ecce Homo", la cerimonia religiosa incentrata sul simulacro ligneo di Gesù. La statua è conservata tutto l'anno in una teca nell'altare sinistro della piccola Chiesa della Madonna della Crocetta, ad eccezione del periodo Pasquale.
Normalmente tale processione parte e torna alla chiesetta, dopo aver attraversato le vie del borgo. Una cerimonia molto scenografica e suggestiva: si forma, in tutto il Paese, un cammino di candele rivestite di carta colorata che illumina il tragitto dei fedeli. In testa alla processione sfilano i rappresentanti della Confraternita della Morte con la cappa nera che portano anche in spalla una croce nera alta più di tre metri; seguono i componenti della Confraternita del Sacramento con cappa bianca e pellegrina rossa che a turno portano la statua, mentre gli altri reggono il baldacchino. Ai lati i lumini confezionati dai piegaresi, esposti lungo le vie del centro fino al Sabato Santo.
Quest’anno la formula è stata rivista e adattata al particolare momento emergenziale, ma grazie all’impegno di alcune cittadine e cittadini si è potuto tenere fede alla secolare tradizione. Silenziosamente, ma prodigandosi al massimo, questi volontari hanno voluto contribuire a ricreare un clima di vicinanza e di comunità, con una illuminazione soffusa e suggestiva delle abitazioni del paese. “Tali valori – si legge in una nota dell’Amministrazione comunale - oggi hanno un sapore ancora più intenso e più vivo. E forse più apprezzato. La vita e la voglia di essere una comunità con orgoglio e passione malgrado tutto”.
Piegaro20002.ET
(Cittadino e Provincia) – Piegaro, 10 aprile ’20 – Piegaro non rinuncia alle sue tradizioni religiose più profonde.
Così nella serata di giovedì, con tutte le limitazioni del caso, gli abitanti del capoluogo della Valnestore hanno potuto rivivere l’intensa atmosfera del rito dell’Ecce Homo.
Tradizionalmente Piegaro nella sera del Giovedì Santo dà vita all'antico rito della processione dell"Ecce Homo", la cerimonia religiosa incentrata sul simulacro ligneo di Gesù. La statua è conservata tutto l'anno in una teca nell'altare sinistro della piccola Chiesa della Madonna della Crocetta, ad eccezione del periodo Pasquale.
Normalmente tale processione parte e torna alla chiesetta, dopo aver attraversato le vie del borgo. Una cerimonia molto scenografica e suggestiva: si forma, in tutto il Paese, un cammino di candele rivestite di carta colorata che illumina il tragitto dei fedeli. In testa alla processione sfilano i rappresentanti della Confraternita della Morte con la cappa nera che portano anche in spalla una croce nera alta più di tre metri; seguono i componenti della Confraternita del Sacramento con cappa bianca e pellegrina rossa che a turno portano la statua, mentre gli altri reggono il baldacchino. Ai lati i lumini confezionati dai piegaresi, esposti lungo le vie del centro fino al Sabato Santo.
Quest’anno la formula è stata rivista e adattata al particolare momento emergenziale, ma grazie all’impegno di alcune cittadine e cittadini si è potuto tenere fede alla secolare tradizione. Silenziosamente, ma prodigandosi al massimo, questi volontari hanno voluto contribuire a ricreare un clima di vicinanza e di comunità, con una illuminazione soffusa e suggestiva delle abitazioni del paese. “Tali valori – si legge in una nota dell’Amministrazione comunale - oggi hanno un sapore ancora più intenso e più vivo. E forse più apprezzato. La vita e la voglia di essere una comunità con orgoglio e passione malgrado tutto”.
Piegaro20002.ET