(Cittadino e Provincia) – Panicale, 9 aprile ’20 – In un momento di eccezionalità anche l’arte si rimette in gioco pur di non perdere la sua funzione. E’ ciò che accade con “My name is Francesca”, mostra estemporanea proposta in un’inedita versione on-line.
Tre donne. Tre storie di resilienza. Tre approcci vitalistici all’arte. Un’unione di intenti che vuole mettere in crisi l’oggettività di questo momento, spostando l’attenzione dal luogo di cultura chiuso “per emergenza epidemiologica da COVID-19”, al luogo di cultura aperto alla proiezione e al senso dell’amplificazione.
“My name is Francesca” (visitabile in mynameisfrancesca.com), in risposta dunque a questa strana ed epocale quarantena italiana, è la mostra che raccoglie nello spazio di una galleria virtuale i lavori di tre artiste contemporanee: Francesca Fini, Francesca Leoni e Francesca Lolli. Ed è curata da Francesca Interlenghi, autrice, curatrice indipendente e docente di Storia del Costume e della Moda da sempre interessata alla contaminazione dei linguaggi espressivi.
Si tratta di tre artiste che hanno sviluppato negli anni dei linguaggi caratterizzati da una forte originalità individuale, da una ricerca personale febbrile e vorace, muovendosi però nel comune campo delle arti cosiddette time-based, ovvero essenzialmente la performance art e la video arte.
La mostra, fruibile già da qualche settimana, si concentra proprio sulla natura ibrida dei lavori delle tre artiste che possono essere ammirati in una galleria virtuale suddivisa in cinque stanze tematiche (Femmineo - Identità - Archetipi - Grande Madre - Inediti), popolate e animate da video-installazioni, testi, suoni ed azioni performative in live streaming.
Per tutta la durata della mostra lo spettatore ha libero accesso alla galleria e può immergersi in un percorso variegato e articolato che si presenta come un dialogo serratissimo tra le diverse tematiche care alle artiste: il delicato equilibrio tra pubblico e privato, tra uomo e donna, tra eterno ed effimero (Francesca Leoni), il conflitto di genere e la questione politica dell’arte (Francesca Lolli), la tecnologia come arma femminile, la distorsione della bellezza e il cyborg (Francesca Fini).
Come accade per le mostre “fisiche”, anche in questo caso sono stati organizzati degli eventi collaterali. Di seguito riportiamo i prossimi appuntamenti. Lunedì 6 aprile, alle ore 17 “La morte nera”, il contagio, la metafora della pestilenza. Francesca Interlenghi intervista lo psicoterapeuta Enrico Pozzi; 10 aprile intervento di Bruno Di Marino (storico dei media e curatore); 11 aprile di Nicolai Lilin (scrittore); 12 aprile Riccardo Magherini (attore e regista teatrale); 13 aprile presentazione di video inediti che saranno caricati nella quinta stanza della galleria virtuale il 16 aprile; 14 aprile Adriano Aprà (critico cinematografico) e Giacomo Ravesi (ricercatore presso il Dipartimento Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università degli Studi Roma Tre e autore). Il finissage è fissato per giovedì 16 aprile, alle ore 17 finissage.
Panicale20016.ET
(Cittadino e Provincia) – Panicale, 9 aprile ’20 – In un momento di eccezionalità anche l’arte si rimette in gioco pur di non perdere la sua funzione. E’ ciò che accade con “My name is Francesca”, mostra estemporanea proposta in un’inedita versione on-line.
Tre donne. Tre storie di resilienza. Tre approcci vitalistici all’arte. Un’unione di intenti che vuole mettere in crisi l’oggettività di questo momento, spostando l’attenzione dal luogo di cultura chiuso “per emergenza epidemiologica da COVID-19”, al luogo di cultura aperto alla proiezione e al senso dell’amplificazione.
“My name is Francesca” (visitabile in mynameisfrancesca.com), in risposta dunque a questa strana ed epocale quarantena italiana, è la mostra che raccoglie nello spazio di una galleria virtuale i lavori di tre artiste contemporanee: Francesca Fini, Francesca Leoni e Francesca Lolli. Ed è curata da Francesca Interlenghi, autrice, curatrice indipendente e docente di Storia del Costume e della Moda da sempre interessata alla contaminazione dei linguaggi espressivi.
Si tratta di tre artiste che hanno sviluppato negli anni dei linguaggi caratterizzati da una forte originalità individuale, da una ricerca personale febbrile e vorace, muovendosi però nel comune campo delle arti cosiddette time-based, ovvero essenzialmente la performance art e la video arte.
La mostra, fruibile già da qualche settimana, si concentra proprio sulla natura ibrida dei lavori delle tre artiste che possono essere ammirati in una galleria virtuale suddivisa in cinque stanze tematiche (Femmineo - Identità - Archetipi - Grande Madre - Inediti), popolate e animate da video-installazioni, testi, suoni ed azioni performative in live streaming.
Per tutta la durata della mostra lo spettatore ha libero accesso alla galleria e può immergersi in un percorso variegato e articolato che si presenta come un dialogo serratissimo tra le diverse tematiche care alle artiste: il delicato equilibrio tra pubblico e privato, tra uomo e donna, tra eterno ed effimero (Francesca Leoni), il conflitto di genere e la questione politica dell’arte (Francesca Lolli), la tecnologia come arma femminile, la distorsione della bellezza e il cyborg (Francesca Fini).
Come accade per le mostre “fisiche”, anche in questo caso sono stati organizzati degli eventi collaterali. Di seguito riportiamo i prossimi appuntamenti. Lunedì 6 aprile, alle ore 17 “La morte nera”, il contagio, la metafora della pestilenza. Francesca Interlenghi intervista lo psicoterapeuta Enrico Pozzi; 10 aprile intervento di Bruno Di Marino (storico dei media e curatore); 11 aprile di Nicolai Lilin (scrittore); 12 aprile Riccardo Magherini (attore e regista teatrale); 13 aprile presentazione di video inediti che saranno caricati nella quinta stanza della galleria virtuale il 16 aprile; 14 aprile Adriano Aprà (critico cinematografico) e Giacomo Ravesi (ricercatore presso il Dipartimento Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università degli Studi Roma Tre e autore). Il finissage è fissato per giovedì 16 aprile, alle ore 17 finissage.
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