"Ringrazio le dipendenti dell'ente garantendo il contrasto alle discriminazioni a partire da quelle nel mondo del lavoro"
(Cittadino e Provincia) Perugia, 8 marzo ‘19 - Anche la cronaca odierna con l’uccisione a Messina e Napoli di due giovani donne per mano di chi dichiarava di amarle porta prepotentemente alla ribalta la questione femminile che oggi più che mai rischia di sembrare un tema superato, relegato a tempi ormai passati.
Invece, nonostante le pari opportunità o più correttamente la promozione della uguaglianza di genere sia incardinata nell’ordinamento legislativo italiano a tutti i livelli e la legge 56/2004 ne abbia fatto una funzione tipica delle nuove Province, il senso comune degli italiani non sembra andare in una direzione univoca.
C’è una porzione dell’opinione pubblica ad esempio che ritiene ormai anacronistico parlare di quote rosa, ritenendo che tali politiche proattive abbiamo in realtà creato un equilibrio artificioso, per legge e quasi per forza, anziché con la graduale e spontanea evoluzione della forma mentis collettiva, che ha scandito l’affermazione dei diritti di genere in altri consimili paesi europei.
Leggo dentro questo convulso processo di revisione e innovazione sociale le proposte di modifica normativa alla 194 o il Decreto Pillon, che sembrano specchiarsi in un discorso pubblico molto vivace rispetto al protagonismo femminile e le oscillazioni dell’asse a cui sono stati ancorati secolari rapporti di forza.
L’affermazione progressiva dei diritti di cittadinanza ci imporrà presto anche il superamento del concetto di genere e quindi anche le pari opportunità dovranno essere riformulate alla luce del senso che le nuove generazioni daranno alle loro dinamiche di relazione interpersonale. Di certo non dovremmo cedere alla tentazione di arruolare le giovani donne ed i giovani uomini di oggi sotto le insegne di cause che furono dei movimenti degli anni Sessanta e Settanta. O pensare che fenomeni come l’odioso crimine del femminicidio siano un colpo di spugna su importanti conquiste di dignità umana. Credo infatti che la presenza femminile nella società sia ad un auspicabile punto di non ritorno e che per politica ed istituzioni l’estensione dei diritti delle persone continuerà ad occupare anche nei prossimi anni una parte rilevante nell’ordine del giorno dei temi da trattare. Nelle priorità programmatiche e nel programma di mandato questa consapevolezza è esplicita nel confermare il percorso già intrapreso “di una capillare campagna informativa sui servizi esistenti a sostegno delle vittime di violenza e di sensibilizzazione e rafforzare la Rete di servizi presenti sul territorio per trasmettere soprattutto ai giovani la cultura della valorizzazione delle differenze ed il superamento degli stereotipi per un rinnovato rapporto tra i generi e tra le persone, anche quale antidoto alla sopraffazione ed alla violenza”. Naturalmente affiancheremo l’attività della Consigliera provinciale di Parità, braccio operativo e progettuale della Provincia ma soprattutto delle donne, per prevenire e contrastare tutte le discriminazioni ad iniziare da quelle che avvengono nel mondo del lavoro. Colgo l’occasione per ringraziare le tante dipendenti che la Provincia di Perugia vanta al suo interno. Si tratta di professioniste di alto spessore che svolgono le proprie specifiche attività con grande energia, competenza e capacità. Buon Otto Marzo.
Oi119030.RM
(Cittadino e Provincia) Perugia, 8 marzo ‘19 - Anche la cronaca odierna con l’uccisione a Messina e Napoli di due giovani donne per mano di chi dichiarava di amarle porta prepotentemente alla ribalta la questione femminile che oggi più che mai rischia di sembrare un tema superato, relegato a tempi ormai passati.
Invece, nonostante le pari opportunità o più correttamente la promozione della uguaglianza di genere sia incardinata nell’ordinamento legislativo italiano a tutti i livelli e la legge 56/2004 ne abbia fatto una funzione tipica delle nuove Province, il senso comune degli italiani non sembra andare in una direzione univoca.
C’è una porzione dell’opinione pubblica ad esempio che ritiene ormai anacronistico parlare di quote rosa, ritenendo che tali politiche proattive abbiamo in realtà creato un equilibrio artificioso, per legge e quasi per forza, anziché con la graduale e spontanea evoluzione della forma mentis collettiva, che ha scandito l’affermazione dei diritti di genere in altri consimili paesi europei.
Leggo dentro questo convulso processo di revisione e innovazione sociale le proposte di modifica normativa alla 194 o il Decreto Pillon, che sembrano specchiarsi in un discorso pubblico molto vivace rispetto al protagonismo femminile e le oscillazioni dell’asse a cui sono stati ancorati secolari rapporti di forza.
L’affermazione progressiva dei diritti di cittadinanza ci imporrà presto anche il superamento del concetto di genere e quindi anche le pari opportunità dovranno essere riformulate alla luce del senso che le nuove generazioni daranno alle loro dinamiche di relazione interpersonale. Di certo non dovremmo cedere alla tentazione di arruolare le giovani donne ed i giovani uomini di oggi sotto le insegne di cause che furono dei movimenti degli anni Sessanta e Settanta. O pensare che fenomeni come l’odioso crimine del femminicidio siano un colpo di spugna su importanti conquiste di dignità umana. Credo infatti che la presenza femminile nella società sia ad un auspicabile punto di non ritorno e che per politica ed istituzioni l’estensione dei diritti delle persone continuerà ad occupare anche nei prossimi anni una parte rilevante nell’ordine del giorno dei temi da trattare. Nelle priorità programmatiche e nel programma di mandato questa consapevolezza è esplicita nel confermare il percorso già intrapreso “di una capillare campagna informativa sui servizi esistenti a sostegno delle vittime di violenza e di sensibilizzazione e rafforzare la Rete di servizi presenti sul territorio per trasmettere soprattutto ai giovani la cultura della valorizzazione delle differenze ed il superamento degli stereotipi per un rinnovato rapporto tra i generi e tra le persone, anche quale antidoto alla sopraffazione ed alla violenza”. Naturalmente affiancheremo l’attività della Consigliera provinciale di Parità, braccio operativo e progettuale della Provincia ma soprattutto delle donne, per prevenire e contrastare tutte le discriminazioni ad iniziare da quelle che avvengono nel mondo del lavoro. Colgo l’occasione per ringraziare le tante dipendenti che la Provincia di Perugia vanta al suo interno. Si tratta di professioniste di alto spessore che svolgono le proprie specifiche attività con grande energia, competenza e capacità. Buon Otto Marzo.
Oi119030.RM