(Cittadino e Provincia) Perugia 19 dicembre ’14 Non ci stiamo al gioco di chi vuole dividere i lavoratori o contrapporli ai cittadini. Non ci sfugge la drammaticità della situazione in cui si trovano i 22.000 lavoratori umbri in cassa integrazione, né tanto meno quella dei 40.000 disoccupati, dato che li incontriamo tutti i giorni nei nostri centri per l’impiego.
Nella giornata di oggi 500 lavoratori della Provincia di Perugia si sono riuniti in assemblea per manifestare contro le decisioni drammatiche che il governo sta prendendo in merito al riordino istituzionale: dimezzamento delle spese del personale delle province e taglio di 1 miliardo previsto per il 2015, misure che comporteranno il drastico ridimensionamento e in prospettiva lo smantellamento definitivo dei servizi pubblici che ad oggi sono erogati dal nostro ente.
Il sistema pubblico è a rischio. Viene affossato l’ente che concretamente provvede all’erogazione dei servizi al territorio, che vanno dalla gestione delle strade alla prevenzione del dissesto idrogeologico, dalla manutenzione e messa in sicurezza del patrimonio scolastico alla gestione dei trasporti, dalla formazione alle politiche del lavoro. Questo governo ha scelto che i cittadini e il lavoro pubblico e privato devono pagare la crisi. Questo governo sceglie di far pagare ai lavoratori e ai cittadini il prezzo delle politiche d’austerità invece di colpire l’evasione fiscale e la mafia (che entra oggi nel calcolo del Pil nazionale). Dopo aver sentito il Presidente Mismetti, che ha ribadito la preoccupazione per la situazione di estrema difficoltà in cui versa tutto il sistema degli enti locali umbri, i lavoratori e le lavoratrici hanno manifestato dentro il palazzo regionale. Le dichiarazioni della Presidente Marini sono state evasive, incentrate sulle limitate responsabilità che la Regione avrebbe sulla vicenda in quanto fortemente vincolata alla manovra finanziaria del governo. Appare evidente che non ci sono risposte né per garantire i servizi pubblici e né per dare continuità ai rapporti di lavoro dei circa 700 dipendenti delle Province di Perugia e Terni che rischiano la mobilità. La mattinata si è conclusa con un incontro in Prefettura durante il quale, tra le altre cose, sono stati denunciati i possibili rischi per la sicurezza delle strade e delle scuole cui le scelte governative conducono. L’assemblea è poi proseguita fino alle ore 18. Nei prossimi giorni la RSU si adopererà continuando le iniziative di lotta, di informazione e di sensibilizzazione per difendere i servizi pubblici e il diritto al lavoro.
Domattina nella Sala del Consiglio Provinciale continuerà lo stato di agitazione.
Ap140010.red
(Cittadino e Provincia) Perugia 19 dicembre ’14 Non ci stiamo al gioco di chi vuole dividere i lavoratori o contrapporli ai cittadini. Non ci sfugge la drammaticità della situazione in cui si trovano i 22.000 lavoratori umbri in cassa integrazione, né tanto meno quella dei 40.000 disoccupati, dato che li incontriamo tutti i giorni nei nostri centri per l’impiego.
Nella giornata di oggi 500 lavoratori della Provincia di Perugia si sono riuniti in assemblea per manifestare contro le decisioni drammatiche che il governo sta prendendo in merito al riordino istituzionale: dimezzamento delle spese del personale delle province e taglio di 1 miliardo previsto per il 2015, misure che comporteranno il drastico ridimensionamento e in prospettiva lo smantellamento definitivo dei servizi pubblici che ad oggi sono erogati dal nostro ente.
Il sistema pubblico è a rischio. Viene affossato l’ente che concretamente provvede all’erogazione dei servizi al territorio, che vanno dalla gestione delle strade alla prevenzione del dissesto idrogeologico, dalla manutenzione e messa in sicurezza del patrimonio scolastico alla gestione dei trasporti, dalla formazione alle politiche del lavoro. Questo governo ha scelto che i cittadini e il lavoro pubblico e privato devono pagare la crisi. Questo governo sceglie di far pagare ai lavoratori e ai cittadini il prezzo delle politiche d’austerità invece di colpire l’evasione fiscale e la mafia (che entra oggi nel calcolo del Pil nazionale). Dopo aver sentito il Presidente Mismetti, che ha ribadito la preoccupazione per la situazione di estrema difficoltà in cui versa tutto il sistema degli enti locali umbri, i lavoratori e le lavoratrici hanno manifestato dentro il palazzo regionale. Le dichiarazioni della Presidente Marini sono state evasive, incentrate sulle limitate responsabilità che la Regione avrebbe sulla vicenda in quanto fortemente vincolata alla manovra finanziaria del governo. Appare evidente che non ci sono risposte né per garantire i servizi pubblici e né per dare continuità ai rapporti di lavoro dei circa 700 dipendenti delle Province di Perugia e Terni che rischiano la mobilità. La mattinata si è conclusa con un incontro in Prefettura durante il quale, tra le altre cose, sono stati denunciati i possibili rischi per la sicurezza delle strade e delle scuole cui le scelte governative conducono. L’assemblea è poi proseguita fino alle ore 18. Nei prossimi giorni la RSU si adopererà continuando le iniziative di lotta, di informazione e di sensibilizzazione per difendere i servizi pubblici e il diritto al lavoro.
Domattina nella Sala del Consiglio Provinciale continuerà lo stato di agitazione.
Ap140010.red