La "semina" della tinca chiude la stagione riproduttiva dell'impianto ittiogenico. Mismetti: "Qui grandi risorse da mettere in rete". Il presidente fa tappa anche all'Oasi
(Cittadino e Provincia) – Sant’Arcangelo, 22 novembre ’14 – Al già pescoso lago Trasimeno (particolarmente generoso quest’anno del pregiato persico reale) stanno confluendo in questi giorni le centinaia di migliaia di tinche prodotte al Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo. A seguire una delle operazioni di semina è giunto questa mattina a San Feliciano il presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti che, in compagnia dei sindaci del territorio, ha colto l’occasione per visitare precedentemente l’impianto di riproduzione del pesce lacustre e quindi l’Oasi La Valle di San Savino. “Queste straordinarie risorse – ha commentato il presidente – stanno a testimoniare come l’Umbria e la nostra provincia possiedano delle grandi opportunità, attraverso le quali giocare un ruolo fondamentale nella filiera turismo-ambiente-cultura-enogastronomia. Qualità e opportunità che devono essere messe in rete se se ne vogliono sfruttare appieno le potenzialità. Ancora una volta – ha poi aggiunto Mismetti – devo prendere atto delle eccezionali professionalità di cui la Provincia è dotata, una risorsa per l’Ente stesso e per le realtà locali a cui possiamo fornire il nostro supporto”. Con il rilascio di 800.000 esemplari di tinche, in corso in questa settimana, si conclude la stagione riproduttiva 2014 del Centro ittiogenico del Trasimeno. Dopo il luccio, seminato in primavera, e la carpa, il cui ripopolamento ha occupato le settimane precedenti, ora è dunque la volta della terza ed ultima specie prodotta presso l’impianto di Sant’Arcangelo. Si tratta, come spiegato dal responsabile della struttura, l’ittiologo Mauro Natali, di una specie, che seppur tra le cinque autoctone, al Trasimeno era destinata a scomparire, a causa della competizione con il carassio e della predazione del cormorano. E’ dunque merito di questo centro se, al contrario, oggi il Trasimeno può ancora annoverare la tinca tra le sue specialità. Al momento del rilascio in acqua gli avvannotti misurano dai 4 ai 6 centimetri ed hanno una possibilità di sopravvivenza pari circa al 70%. Tra lucci, carpe e tinche l’impianto di Sant’Arcangelo ogni anno garantisce la produzione di 1,2 milioni di pezzi, ed è un punto di riferimento di primaria importanza nel settore a livello nazionale. Particolarmente prezioso è il lavoro che qui si compie a tutela del pregiato luccio, minacciato dalla competizione con specie di recente introduzione e dalla riduzione e degrado degli ambienti di frega e predazione. Del resto quella del Trasimeno è l'unica popolazione pura di “esox flaviae” in Italia. Durante il suo sopralluogo, Mismetti ha potuto prendere visione dell’intera struttura, dotata di numerose vasche dove i pesci vengono riprodotti e accresciuti. Inoltre, nell’area esterna, si è intrattenuto ad ammirare quello che ormai è divenuto il ricovero di tartarughe più grande d’Italia. Delle ampie vasche in terra accolgono tremila esemplari di testuggini, conferite qui da privati o enti pubblici, impossibilitati a detenere questi animali esotici. Ma il tour odierno del presidente al Trasimeno, come detto, ha previsto anche una tappa all’Oasi La Valle di Savino, gestita dalla cooperativa L’Alzavola. Qui, guidato da Maddalena Chiappini, ha voluto percorrere l’intera passerella in legno che si addentra nel canneto, raggiungendo il cuore dell’area protetta e potendo così gettare uno sguardo d’insieme a questo specchio d’acqua di un ettaro di superficie dove transitano o sostano oltre 200 specie di uccelli. Sono sempre più le scuole o i semplici appassionati di birdwatching che scelgono l’Oasi del Trasimeno per compiere le loro visite di istruzione, come pure coloro che inseriscono nei loro itinerari turistici proprio il Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo.
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(Cittadino e Provincia) – Sant’Arcangelo, 22 novembre ’14 – Al già pescoso lago Trasimeno (particolarmente generoso quest’anno del pregiato persico reale) stanno confluendo in questi giorni le centinaia di migliaia di tinche prodotte al Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo. A seguire una delle operazioni di semina è giunto questa mattina a San Feliciano il presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti che, in compagnia dei sindaci del territorio, ha colto l’occasione per visitare precedentemente l’impianto di riproduzione del pesce lacustre e quindi l’Oasi La Valle di San Savino. “Queste straordinarie risorse – ha commentato il presidente – stanno a testimoniare come l’Umbria e la nostra provincia possiedano delle grandi opportunità, attraverso le quali giocare un ruolo fondamentale nella filiera turismo-ambiente-cultura-enogastronomia. Qualità e opportunità che devono essere messe in rete se se ne vogliono sfruttare appieno le potenzialità. Ancora una volta – ha poi aggiunto Mismetti – devo prendere atto delle eccezionali professionalità di cui la Provincia è dotata, una risorsa per l’Ente stesso e per le realtà locali a cui possiamo fornire il nostro supporto”. Con il rilascio di 800.000 esemplari di tinche, in corso in questa settimana, si conclude la stagione riproduttiva 2014 del Centro ittiogenico del Trasimeno. Dopo il luccio, seminato in primavera, e la carpa, il cui ripopolamento ha occupato le settimane precedenti, ora è dunque la volta della terza ed ultima specie prodotta presso l’impianto di Sant’Arcangelo. Si tratta, come spiegato dal responsabile della struttura, l’ittiologo Mauro Natali, di una specie, che seppur tra le cinque autoctone, al Trasimeno era destinata a scomparire, a causa della competizione con il carassio e della predazione del cormorano. E’ dunque merito di questo centro se, al contrario, oggi il Trasimeno può ancora annoverare la tinca tra le sue specialità. Al momento del rilascio in acqua gli avvannotti misurano dai 4 ai 6 centimetri ed hanno una possibilità di sopravvivenza pari circa al 70%. Tra lucci, carpe e tinche l’impianto di Sant’Arcangelo ogni anno garantisce la produzione di 1,2 milioni di pezzi, ed è un punto di riferimento di primaria importanza nel settore a livello nazionale. Particolarmente prezioso è il lavoro che qui si compie a tutela del pregiato luccio, minacciato dalla competizione con specie di recente introduzione e dalla riduzione e degrado degli ambienti di frega e predazione. Del resto quella del Trasimeno è l'unica popolazione pura di “esox flaviae” in Italia. Durante il suo sopralluogo, Mismetti ha potuto prendere visione dell’intera struttura, dotata di numerose vasche dove i pesci vengono riprodotti e accresciuti. Inoltre, nell’area esterna, si è intrattenuto ad ammirare quello che ormai è divenuto il ricovero di tartarughe più grande d’Italia. Delle ampie vasche in terra accolgono tremila esemplari di testuggini, conferite qui da privati o enti pubblici, impossibilitati a detenere questi animali esotici. Ma il tour odierno del presidente al Trasimeno, come detto, ha previsto anche una tappa all’Oasi La Valle di Savino, gestita dalla cooperativa L’Alzavola. Qui, guidato da Maddalena Chiappini, ha voluto percorrere l’intera passerella in legno che si addentra nel canneto, raggiungendo il cuore dell’area protetta e potendo così gettare uno sguardo d’insieme a questo specchio d’acqua di un ettaro di superficie dove transitano o sostano oltre 200 specie di uccelli. Sono sempre più le scuole o i semplici appassionati di birdwatching che scelgono l’Oasi del Trasimeno per compiere le loro visite di istruzione, come pure coloro che inseriscono nei loro itinerari turistici proprio il Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo.
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