L'RSU aziendale risponde: "Basta utilizzare stereotipi oramai logori"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 10 novembre ’14 – A seguito di continui articoli denigratori del ruolo dei lavoratori pubblici della Provincia di Perugia, apparsi sulla stampa locale, di carta stampata e via web, l’RSU aziendale, prendendo spunto da quanto apparso nella giornata odierna si “Il Messaggero Umbra” a firma di Italo Carmignani, dal titolo “Buoni propositi provinciali, razza ingannata” replica quanto segue. “Di fronte alle inesattezze, alle parole in libertà, certamente diffamatorie nei confronti dei lavoratori pubblici della Provincia e della Regione scritte da Italo Carmignani sul Messaggero del 10 novembre u.s., viene da chiedersi se il suddetto “giornalista” sia mai entrato nei nostri uffici. Se lo avesse fatto avrebbe trovato e troverebbe persone che dignitosamente, giorno dopo giorno, erogano con professionalità e competenza, pur tra reali difficoltà, servizi ai Comuni, alle imprese ed ai cittadini. Certo viviamo in un momento storico in cui tutto quanto “profuma” di pubblico è da mettere al bando, ridicolizzando questa categoria già oltraggiata da tanti come l’unico male dell’Italia, apprezzandola solo quando magari qualcuno viene ammazzato nel proprio ufficio o muore nel posto di lavoro (allora si tutti a strapparsi i capelli rendendo l’onore delle armi ai dipendenti pubblici!!! Ipocriti ad iniziare da qualche giornalista) o quando nei nostri uffici si viene e si tocca con mano l’utilità, l’efficienza dei lavoratori pubblici. Oggi è facilissimo scrivere un articolo come quello a cui ci si riferisce: si assimilano con bieca ironia i dipendenti della Provincia ai tucani, ai bancarellari, ai rom come se queste figure, a parte il bellissimo tucano, fossero da collocare nell’ultimo gradino della scala sociale, e così facendo si parla alla pancia della gente, cercando di mettere gli uni contro gli altri lavoratori pubblici e privati senza conoscere in fondo né gli uni né gli altri se non attraverso stereotipi ormai logori. Il livore che trapela dalle parole di Carmignani a nostro avviso fa più male a chi l’ha scritto, perché dimostra una volta di più che non basta avere il tesserino di giornalista per esserlo”.
Ap14006.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 10 novembre ’14 – A seguito di continui articoli denigratori del ruolo dei lavoratori pubblici della Provincia di Perugia, apparsi sulla stampa locale, di carta stampata e via web, l’RSU aziendale, prendendo spunto da quanto apparso nella giornata odierna si “Il Messaggero Umbra” a firma di Italo Carmignani, dal titolo “Buoni propositi provinciali, razza ingannata” replica quanto segue. “Di fronte alle inesattezze, alle parole in libertà, certamente diffamatorie nei confronti dei lavoratori pubblici della Provincia e della Regione scritte da Italo Carmignani sul Messaggero del 10 novembre u.s., viene da chiedersi se il suddetto “giornalista” sia mai entrato nei nostri uffici. Se lo avesse fatto avrebbe trovato e troverebbe persone che dignitosamente, giorno dopo giorno, erogano con professionalità e competenza, pur tra reali difficoltà, servizi ai Comuni, alle imprese ed ai cittadini. Certo viviamo in un momento storico in cui tutto quanto “profuma” di pubblico è da mettere al bando, ridicolizzando questa categoria già oltraggiata da tanti come l’unico male dell’Italia, apprezzandola solo quando magari qualcuno viene ammazzato nel proprio ufficio o muore nel posto di lavoro (allora si tutti a strapparsi i capelli rendendo l’onore delle armi ai dipendenti pubblici!!! Ipocriti ad iniziare da qualche giornalista) o quando nei nostri uffici si viene e si tocca con mano l’utilità, l’efficienza dei lavoratori pubblici. Oggi è facilissimo scrivere un articolo come quello a cui ci si riferisce: si assimilano con bieca ironia i dipendenti della Provincia ai tucani, ai bancarellari, ai rom come se queste figure, a parte il bellissimo tucano, fossero da collocare nell’ultimo gradino della scala sociale, e così facendo si parla alla pancia della gente, cercando di mettere gli uni contro gli altri lavoratori pubblici e privati senza conoscere in fondo né gli uni né gli altri se non attraverso stereotipi ormai logori. Il livore che trapela dalle parole di Carmignani a nostro avviso fa più male a chi l’ha scritto, perché dimostra una volta di più che non basta avere il tesserino di giornalista per esserlo”.
Ap14006.red