(Cittadino e Provincia) – Piegaro, 23 settembre ’14 – Un grande contenitore dove storia e contemporaneità convivono magistralmente; uno scrigno che si adatta ai tempi che mutano e che si mette in gioco offrendo servizi che soddisfano le esigenze dei turisti di oggi senza perdere i tratti distintivi della sua millenaria storia. Questa è l'Abbazia dei Sette Frati, pregevole complesso architettonico benedettino, situato alle porte del centro abitato di Pietrafitta (comune di Piegaro), le cui origini risalgono alla fine dell’XI secolo, adattato dai proprietari in agriturismi e azienda agricola, nel pieno rispetto della sua identità. L’Abbazia dei Sette frati torna nel circuito di “Ville e Giardini” e per il secondo anno accoglie turisti e visitatori alla ricerca di luoghi insoliti e ricchi di fascino. Oltre 70 persone hanno raggiunto Pietrafitta per partecipare alla visita guidata prevista dal cartellone di “Ville e Giardini”, l'itinerario organizzato dalla Provincia di Perugia in collaborazione con l'ADSA (Associazioni Dimore Storiche Italiane sezione Umbria) fra ville e giardini, castelli e palazzi del territorio provinciale generalmente chiusi al pubblico. Suddivisi in due turni, gli ospiti sono stati accompagnati nella visita dell’Abbazia dalle proprietarie del complesso che ne hanno ripercorso la sua lunga storia e hanno descritto le attività attualmente in atto, secondo le volontà della famiglia che ne ha in mano le sorti dal 1921 avendo come unico obiettivo il mantenimento e il recupero di questo bellissimo scrigno. Diverse sono le ipotesi sull'origine del nome: secondo la più probabile l’Abbazia è così chiamata in onore di sette fratelli, figli di S. Felicita, martirizzati a Roma il 10 luglio 164 d.C. Il complesso è composto da una serie di edifici per un totale di oltre 1300 metri quadrati. Oltre al monastero benedettino - della cui costruzione originaria rimangono il portico, i loggiati, le celle, il refettorio e l’imponente ingresso – ne fa parte la chiesa romanica. Diverse sono state le famiglie perugine che nel corso dei secoli ne hanno detenuto la proprietà: Baldeschi, Degli Oddi, Baglioni, Della Corgna, Borghese, Vermiglioni. Dopo il 1860 divenuta demanio dello Stato, l'Abbazia dei Sette Fratelli fu venduta all'imprenditore perugino Cesaroni e nel 1921 passò alla famiglia Sposini. Esternamente chi visita l’Abbazia oggi può ammirare due spazi verdi densi di ricordi e significati. Il primo, denominato “Il giardino dei ricordi” è una sintesi del vissuto domestico che ha interessato il luogo: un grande quadrato verde di 600 metri quadrati, ospita al centro, il grande albicocco; si respirano i profumi di lavanda e rosmarino mentre dal pergolato pende la vite, il glicine e le rose rampicanti, le zucche trattoie ed altri fiori. Adiacente a questo, si estende il “Giardino delle piante aromatiche” con oltre 40 specie diverse raccolte in tante aiuole. L'Abbazia dei sette Frati oggi è un grande contenitore che ospita al suo interno tante attività ed iniziative tra cui una serie di percorsi e giornate per esplorare questo luogo a trecentosessanta gradi.
TUR14035.ET
(Cittadino e Provincia) – Piegaro, 23 settembre ’14 – Un grande contenitore dove storia e contemporaneità convivono magistralmente; uno scrigno che si adatta ai tempi che mutano e che si mette in gioco offrendo servizi che soddisfano le esigenze dei turisti di oggi senza perdere i tratti distintivi della sua millenaria storia. Questa è l'Abbazia dei Sette Frati, pregevole complesso architettonico benedettino, situato alle porte del centro abitato di Pietrafitta (comune di Piegaro), le cui origini risalgono alla fine dell’XI secolo, adattato dai proprietari in agriturismi e azienda agricola, nel pieno rispetto della sua identità. L’Abbazia dei Sette frati torna nel circuito di “Ville e Giardini” e per il secondo anno accoglie turisti e visitatori alla ricerca di luoghi insoliti e ricchi di fascino. Oltre 70 persone hanno raggiunto Pietrafitta per partecipare alla visita guidata prevista dal cartellone di “Ville e Giardini”, l'itinerario organizzato dalla Provincia di Perugia in collaborazione con l'ADSA (Associazioni Dimore Storiche Italiane sezione Umbria) fra ville e giardini, castelli e palazzi del territorio provinciale generalmente chiusi al pubblico. Suddivisi in due turni, gli ospiti sono stati accompagnati nella visita dell’Abbazia dalle proprietarie del complesso che ne hanno ripercorso la sua lunga storia e hanno descritto le attività attualmente in atto, secondo le volontà della famiglia che ne ha in mano le sorti dal 1921 avendo come unico obiettivo il mantenimento e il recupero di questo bellissimo scrigno. Diverse sono le ipotesi sull'origine del nome: secondo la più probabile l’Abbazia è così chiamata in onore di sette fratelli, figli di S. Felicita, martirizzati a Roma il 10 luglio 164 d.C. Il complesso è composto da una serie di edifici per un totale di oltre 1300 metri quadrati. Oltre al monastero benedettino - della cui costruzione originaria rimangono il portico, i loggiati, le celle, il refettorio e l’imponente ingresso – ne fa parte la chiesa romanica. Diverse sono state le famiglie perugine che nel corso dei secoli ne hanno detenuto la proprietà: Baldeschi, Degli Oddi, Baglioni, Della Corgna, Borghese, Vermiglioni. Dopo il 1860 divenuta demanio dello Stato, l'Abbazia dei Sette Fratelli fu venduta all'imprenditore perugino Cesaroni e nel 1921 passò alla famiglia Sposini. Esternamente chi visita l’Abbazia oggi può ammirare due spazi verdi densi di ricordi e significati. Il primo, denominato “Il giardino dei ricordi” è una sintesi del vissuto domestico che ha interessato il luogo: un grande quadrato verde di 600 metri quadrati, ospita al centro, il grande albicocco; si respirano i profumi di lavanda e rosmarino mentre dal pergolato pende la vite, il glicine e le rose rampicanti, le zucche trattoie ed altri fiori. Adiacente a questo, si estende il “Giardino delle piante aromatiche” con oltre 40 specie diverse raccolte in tante aiuole. L'Abbazia dei sette Frati oggi è un grande contenitore che ospita al suo interno tante attività ed iniziative tra cui una serie di percorsi e giornate per esplorare questo luogo a trecentosessanta gradi.
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