(Cittadino e Provincia) – Perugia 15 settembre 2014 – “In questi giorni diverse testate giornalistiche locali della nostra regione – afferma una nota della Funzione Pubblica Cgil, diffusa dalla sezione aziendale della Provincia di Perugia - si sono cimentate sul calcolo degli esuberi tra i dipendenti delle Province. Esercizio ricorrente, visti i numerosi tentativi di riforma o di superamento di questi Enti. Non ci sorprende tanto la perseveranza di chi da anni si fa portavoce, nella stampa nazionale, dei mal di pancia che vorrebbero la chiusura delle Province senza interrogarsi minimamente degli effetti sul versante dei servizi e su quello occupazionale. Scoprire che questo esercizio sia frutto dello studio di un Istituto di ricerca è davvero sorprendente. Sorprendente visto che gli atti che dovrebbero determinare l'attribuzione di funzioni ad Enti diversi dalle Province ancora non sono stati approvati. Sarebbe il caso di leggere le leggi prima di insinuare certe teorie. e, aggiungiamo, sarebbe il caso anche di interrogarsi sul perché certi servizi non vengono più offerti alla cittadinanza, del perché non si riesce più a fare la manutenzione delle strade o delle scuole. forse è il caso di smetterla con il fare i conti degli esuberi ed iniziare a farli su quanto hanno inciso le leggi di stabilità sull'indebolimento del sistema di servizi pubblici. suggeriamo una soluzione: fare presto! serve completare il processo di riordino avviato con la legge 56/2014 con l'obiettivo di garantire servizi ai cittadini e la salvaguardia dei livelli occupazionali e retributivi. per far questo serve scongiurare le numerose situazioni di crisi che le Province stanno attraversando a seguito dei tagli dei trasferimenti”.
AP14002.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 15 settembre 2014 – “In questi giorni diverse testate giornalistiche locali della nostra regione – afferma una nota della Funzione Pubblica Cgil, diffusa dalla sezione aziendale della Provincia di Perugia - si sono cimentate sul calcolo degli esuberi tra i dipendenti delle Province. Esercizio ricorrente, visti i numerosi tentativi di riforma o di superamento di questi Enti. Non ci sorprende tanto la perseveranza di chi da anni si fa portavoce, nella stampa nazionale, dei mal di pancia che vorrebbero la chiusura delle Province senza interrogarsi minimamente degli effetti sul versante dei servizi e su quello occupazionale. Scoprire che questo esercizio sia frutto dello studio di un Istituto di ricerca è davvero sorprendente. Sorprendente visto che gli atti che dovrebbero determinare l'attribuzione di funzioni ad Enti diversi dalle Province ancora non sono stati approvati. Sarebbe il caso di leggere le leggi prima di insinuare certe teorie. e, aggiungiamo, sarebbe il caso anche di interrogarsi sul perché certi servizi non vengono più offerti alla cittadinanza, del perché non si riesce più a fare la manutenzione delle strade o delle scuole. forse è il caso di smetterla con il fare i conti degli esuberi ed iniziare a farli su quanto hanno inciso le leggi di stabilità sull'indebolimento del sistema di servizi pubblici. suggeriamo una soluzione: fare presto! serve completare il processo di riordino avviato con la legge 56/2014 con l'obiettivo di garantire servizi ai cittadini e la salvaguardia dei livelli occupazionali e retributivi. per far questo serve scongiurare le numerose situazioni di crisi che le Province stanno attraversando a seguito dei tagli dei trasferimenti”.
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