"Prima" per il quadro dedicato a Marcella Monini che ha dato la vita per salvare i figli
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 5 aprile ’14 – Un cognome che unisce nella vita come nell’arte. Correranno forse più di venti anni tra Emanuele e Samuele Ventanni, rispettivamente padre e figlio, che nonostante la differenza generazionale condividono un percorso artistico comune, nell’intento di raccontare ciò che più li tiene insieme: il sogno di continuare ad esprimersi per mezzo dei loro linguaggi visivi e dedicarsi, in maniera continua ed appassionata, alla loro ricerca espressiva. Fino al 4 maggio resterà aperta al Centro Espositivo “Rocca Paolina” di Perugia la mostra “Noi, il sogno nel sogno” di Emanuele e Samuele Ventanni, a cura del critico d’arte Alessandra Angelucci. Patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Perugia, dal Consiglio Regionale dell’Umbria e dalla Fondazione “Perugiassisi 2019”. Un quadro fra tutti spicca per l'emozione forte che emana legata alla vicenda di Marcella Monini Umbertidese, col cuore grande di 'mamma',che anni fa perse la vita sulle sponde dell'adriatico per salvare i suoi bambini dal mare. "La mostra — afferma il pittore Emanuele Ventanni - presenta un inedito a cui tengo in modo particolare. L'opera, dal titolo "Santi", è il ritratto di una umbertidese, Marcella Monini, che dà lustro a tutta l'Umbria. Unica donna umbra insignita della Medaglia d'oro al valor civile dal Presidente della Repubblica, è il simbolo dell'amore materno per il gesto compiuto nel 2008, quando salvò i figli che allora avevano sei anni. Con quest'opera vorrei trasmettere emozioni in quanti ancora oggi ne ricordano la straordinaria umanità e dolcezza. Sono fiero che quest'opera, a cui ho lavorato per lungo tempo, venga esposta per la prima volta nel principale centro espositivo dell'arte umbra, quale la Rocca Paolina. Il mio vuol essere un tributo a una donna che ha dato una straordinaria immagine di umanità in tutta Italia". La mostra è il secondo appuntamento di un percorso artistico parallelo che vede uniti un padre e un figlio nell’intento comunicativo di raccontare ciò che più li lega nella vita, così come nella professione: il sogno di continuare ad esprimersi per mezzo dei loro linguaggi visivi e dedicarsi, in maniera continua ed appassionata, alla loro ricerca espressiva. Innumerevoli i successi che hanno caratterizzato i percorsi professionali degli artisti di Umbertide, tra cui l’importante Biennale d’Arte di Minsk - in Bielorussia - che nel 2009 ha visto Emanuele Ventanni vincitore della Sezione Pittura e Samuele del Premio della Critica. Dopo il grande successo ottenuto ad Umbertide, c’è grande attesa per l’evento di questo pomeriggio [n.d.r. taglio del nastro alle ore 17,30 al Cerp] alla presenza di importanti rappresentanze istituzionali tra cui l’ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, Hassan Abou Ayoub, il presidente della Provincia di Perugia e molti primi cittadini della regione. Inoltre parteciperanno anche il marito di Marcella, Roberto Baldinelli, con i figli Giuseppe e Matteo. La mostra prevede più di quaranta opere in esposizione e verrà introdotta dall’intervento critico di Alessandra Angelucci, che così scrive: «Nel caso di Emanuele - il padre - la figurazione costruisce un’estetica che spinge il fruitore alla contemplazione della forma, oltrepassando l’edonismo sensuale; con Samuele, invece, - il figlio - lo spazio architettonico dell’opera si apre ad una sperimentazione d’avanguardia, in cui tutto è concepito per mezzo di una modulazione cromatica e tecnica in cui la luce evoca ritmi ogni volta diversi. La vita li ha uniti per sempre, sin dalla nascita. L’amore per l’arte ha reso possibile tutto il resto, consolidando il loro legame e sfamando quella sete che coincide con quell’incontentabile desiderio di conoscenza e di amore verso il creato, e che trova il suo appagamento solo quando Arte e Natura si fondono insieme. Un legame, quello di Emanuele e Samuele Ventanni, che si sostanzia dell’uso del pronome noi - testimone della forza del loro agire insieme - e del passaggio di un sogno paterno nelle mani di un figlio, il quale percorre, con un sentire rinnovato e più orientato alla contemporaneità, le tracce di chi lo ha messo al mondo: il sogno nel sogno».
Il dettaglio della figurazione e la poetica dello spazialismo dialogheranno in uno scenario suggestivo e prestigioso come quello della Rocca Paolina e metteranno in luce l’evidente fil rouge che ha unito ed unisce ancora padre e figlio nei loro specifici percorsi artistici: la ricerca del bello, in cui tutto si fa eleganza, cura delle linee e delle superfici, respiro di luce, in un gioco di vivaci estroflessioni. Lo ricordano le opere “Non aveva che i gioielli sonori” e “Malinconico pensiero”, nel caso di Emanuele Ventanni, “Bianco a tutto tondo” e “Rosa Kundalini”, nel caso di Samuele.
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(Cittadino e Provincia) – Perugia, 5 aprile ’14 – Un cognome che unisce nella vita come nell’arte. Correranno forse più di venti anni tra Emanuele e Samuele Ventanni, rispettivamente padre e figlio, che nonostante la differenza generazionale condividono un percorso artistico comune, nell’intento di raccontare ciò che più li tiene insieme: il sogno di continuare ad esprimersi per mezzo dei loro linguaggi visivi e dedicarsi, in maniera continua ed appassionata, alla loro ricerca espressiva. Fino al 4 maggio resterà aperta al Centro Espositivo “Rocca Paolina” di Perugia la mostra “Noi, il sogno nel sogno” di Emanuele e Samuele Ventanni, a cura del critico d’arte Alessandra Angelucci. Patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Perugia, dal Consiglio Regionale dell’Umbria e dalla Fondazione “Perugiassisi 2019”. Un quadro fra tutti spicca per l'emozione forte che emana legata alla vicenda di Marcella Monini Umbertidese, col cuore grande di 'mamma',che anni fa perse la vita sulle sponde dell'adriatico per salvare i suoi bambini dal mare. "La mostra — afferma il pittore Emanuele Ventanni - presenta un inedito a cui tengo in modo particolare. L'opera, dal titolo "Santi", è il ritratto di una umbertidese, Marcella Monini, che dà lustro a tutta l'Umbria. Unica donna umbra insignita della Medaglia d'oro al valor civile dal Presidente della Repubblica, è il simbolo dell'amore materno per il gesto compiuto nel 2008, quando salvò i figli che allora avevano sei anni. Con quest'opera vorrei trasmettere emozioni in quanti ancora oggi ne ricordano la straordinaria umanità e dolcezza. Sono fiero che quest'opera, a cui ho lavorato per lungo tempo, venga esposta per la prima volta nel principale centro espositivo dell'arte umbra, quale la Rocca Paolina. Il mio vuol essere un tributo a una donna che ha dato una straordinaria immagine di umanità in tutta Italia". La mostra è il secondo appuntamento di un percorso artistico parallelo che vede uniti un padre e un figlio nell’intento comunicativo di raccontare ciò che più li lega nella vita, così come nella professione: il sogno di continuare ad esprimersi per mezzo dei loro linguaggi visivi e dedicarsi, in maniera continua ed appassionata, alla loro ricerca espressiva. Innumerevoli i successi che hanno caratterizzato i percorsi professionali degli artisti di Umbertide, tra cui l’importante Biennale d’Arte di Minsk - in Bielorussia - che nel 2009 ha visto Emanuele Ventanni vincitore della Sezione Pittura e Samuele del Premio della Critica. Dopo il grande successo ottenuto ad Umbertide, c’è grande attesa per l’evento di questo pomeriggio [n.d.r. taglio del nastro alle ore 17,30 al Cerp] alla presenza di importanti rappresentanze istituzionali tra cui l’ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, Hassan Abou Ayoub, il presidente della Provincia di Perugia e molti primi cittadini della regione. Inoltre parteciperanno anche il marito di Marcella, Roberto Baldinelli, con i figli Giuseppe e Matteo. La mostra prevede più di quaranta opere in esposizione e verrà introdotta dall’intervento critico di Alessandra Angelucci, che così scrive: «Nel caso di Emanuele - il padre - la figurazione costruisce un’estetica che spinge il fruitore alla contemplazione della forma, oltrepassando l’edonismo sensuale; con Samuele, invece, - il figlio - lo spazio architettonico dell’opera si apre ad una sperimentazione d’avanguardia, in cui tutto è concepito per mezzo di una modulazione cromatica e tecnica in cui la luce evoca ritmi ogni volta diversi. La vita li ha uniti per sempre, sin dalla nascita. L’amore per l’arte ha reso possibile tutto il resto, consolidando il loro legame e sfamando quella sete che coincide con quell’incontentabile desiderio di conoscenza e di amore verso il creato, e che trova il suo appagamento solo quando Arte e Natura si fondono insieme. Un legame, quello di Emanuele e Samuele Ventanni, che si sostanzia dell’uso del pronome noi - testimone della forza del loro agire insieme - e del passaggio di un sogno paterno nelle mani di un figlio, il quale percorre, con un sentire rinnovato e più orientato alla contemporaneità, le tracce di chi lo ha messo al mondo: il sogno nel sogno».
Il dettaglio della figurazione e la poetica dello spazialismo dialogheranno in uno scenario suggestivo e prestigioso come quello della Rocca Paolina e metteranno in luce l’evidente fil rouge che ha unito ed unisce ancora padre e figlio nei loro specifici percorsi artistici: la ricerca del bello, in cui tutto si fa eleganza, cura delle linee e delle superfici, respiro di luce, in un gioco di vivaci estroflessioni. Lo ricordano le opere “Non aveva che i gioielli sonori” e “Malinconico pensiero”, nel caso di Emanuele Ventanni, “Bianco a tutto tondo” e “Rosa Kundalini”, nel caso di Samuele.
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