Saranno rispettate le prescrizioni del Piano Stralcio2. Caprini: "Subito task force per gestire al meglio il livello massimo"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 11 marzo ’14 – Al fine di tutelare il livello dell’acqua del Trasimeno nessuna deroga al PS2 (il Piano Stralcio del lago Trasimeno) che fissa a quota 257,60 centimetri s.l.m. la soglia oltre la quale attivare le prime operazioni di rilascio idrico. Un traguardo distante appena sei centimetri dalla situazione attuale, in cui si registrano +21 centimetri sullo zero idrometrico (posto lo ricordiamo a 257,33 s.l.m.). La decisione è stata assunta questa mattina, nel corso di un summit convocato dall’assessorato all’ambiente della Provincia di Perugia, a cui hanno preso parte rappresentanti di Regione Umbria, Prefettura, Autorità di Bacino del Fiume Tevere, Comuni del territorio del Trasimeno e Umbra Acque. L’incontro, voluto come spiegato in apertura dei lavori dall’assessore provinciale Domenico Caprini, al fine di concordare le azioni necessarie da intraprendere in questa fase di avvicinamento ai livelli massimi consentiti dalla normativa vigente, si è dunque concluso con la decisione di “rispettare in pieno quanto previsto dal PS2”, quale prescrizione atta a garantire un equilibrio generale dell’area interessata. Pertanto, al raggiungimento della quota indicata (257,60 s.l.m.), come illustrato dai dirigenti provinciali presenti all’incontro (Massimo Vasapollo e Gianluca Paggi), si inizierà ad agire su due fronti: apertura dell’emissario di San Savino e limitazione degli afflussi dai torrenti, specie Moiano e Maranzano le cui acque saranno convogliate verso Chiusi. “Nel frattempo – ha dichiarato Caprini – sarà necessario creare una ‘task force’ composta da Provincia, Regione, Comuni e Prefettura che definisca un piano di gestione e di intervento da far scattare in caso di emergenza, così da saper affrontare ogni possibile scenario”. Nel corso del summit è inoltre emersa la necessità di lavorare sul lungo periodo, elaborando con il supporto tecnico del Centro funzionale regionale della Protezione civile (oggi presente all’incontro) delle proiezioni sulle possibili evoluzioni dei livelli idrici, al fine di migliorare l’approccio gestionale alle problematiche del Trasimeno. Problematiche che, a detta degli amministratori locali che hanno partecipato al summit, non si esauriscono con l’innalzamento di livello del lago. Allacciamento alla diga di Montedoglio, progetto Chiascio, lotta alle specie nocive, manutenzione spondale: sono tutte questioni a loro avviso sul tappeto che attendono risposte. Da qui la proposta di Caprini di farsi promotore di un incontro insieme alla Regione Umbria finalizzato ad affrontare quanto ancora rimane irrisolto relativamente al Trasimeno e individuare una nuova programmazione di concerto con le Amministrazioni locali.
LAG14009.ET
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 11 marzo ’14 – Al fine di tutelare il livello dell’acqua del Trasimeno nessuna deroga al PS2 (il Piano Stralcio del lago Trasimeno) che fissa a quota 257,60 centimetri s.l.m. la soglia oltre la quale attivare le prime operazioni di rilascio idrico. Un traguardo distante appena sei centimetri dalla situazione attuale, in cui si registrano +21 centimetri sullo zero idrometrico (posto lo ricordiamo a 257,33 s.l.m.). La decisione è stata assunta questa mattina, nel corso di un summit convocato dall’assessorato all’ambiente della Provincia di Perugia, a cui hanno preso parte rappresentanti di Regione Umbria, Prefettura, Autorità di Bacino del Fiume Tevere, Comuni del territorio del Trasimeno e Umbra Acque. L’incontro, voluto come spiegato in apertura dei lavori dall’assessore provinciale Domenico Caprini, al fine di concordare le azioni necessarie da intraprendere in questa fase di avvicinamento ai livelli massimi consentiti dalla normativa vigente, si è dunque concluso con la decisione di “rispettare in pieno quanto previsto dal PS2”, quale prescrizione atta a garantire un equilibrio generale dell’area interessata. Pertanto, al raggiungimento della quota indicata (257,60 s.l.m.), come illustrato dai dirigenti provinciali presenti all’incontro (Massimo Vasapollo e Gianluca Paggi), si inizierà ad agire su due fronti: apertura dell’emissario di San Savino e limitazione degli afflussi dai torrenti, specie Moiano e Maranzano le cui acque saranno convogliate verso Chiusi. “Nel frattempo – ha dichiarato Caprini – sarà necessario creare una ‘task force’ composta da Provincia, Regione, Comuni e Prefettura che definisca un piano di gestione e di intervento da far scattare in caso di emergenza, così da saper affrontare ogni possibile scenario”. Nel corso del summit è inoltre emersa la necessità di lavorare sul lungo periodo, elaborando con il supporto tecnico del Centro funzionale regionale della Protezione civile (oggi presente all’incontro) delle proiezioni sulle possibili evoluzioni dei livelli idrici, al fine di migliorare l’approccio gestionale alle problematiche del Trasimeno. Problematiche che, a detta degli amministratori locali che hanno partecipato al summit, non si esauriscono con l’innalzamento di livello del lago. Allacciamento alla diga di Montedoglio, progetto Chiascio, lotta alle specie nocive, manutenzione spondale: sono tutte questioni a loro avviso sul tappeto che attendono risposte. Da qui la proposta di Caprini di farsi promotore di un incontro insieme alla Regione Umbria finalizzato ad affrontare quanto ancora rimane irrisolto relativamente al Trasimeno e individuare una nuova programmazione di concerto con le Amministrazioni locali.
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