(Cittadino e Provincia) – Perugia, 14 gennaio 2014 - “Nell’ultima seduta del Consiglio provinciale, ho discusso un’interrogazione riguardante la questione del metanodotto Foligno – Sestino, da me già più volte affrontata in vari documenti, questione sempre viva e attuale che, anzi, per gli sviluppi registratisi nel corso del 2013, minaccia di subire una pericolosa accelerazione – afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - La Provincia di Perugia, anche grazie al mio contributo, ha presentato, a fianco del Comitato “ No tubo “, due ricorsi contro l’opera in questione negli anni scorsi, in sede nazionale ed europea, svolgendo anche opera di sensibilizzazione nei territori e in maniera congiunta con la Provincia di L’Aquila e la Regione Abruzzo , che ha varato una Legge contro il passaggio dell’opera in questione . Nella primavera del 2012 si è tenuta, nella Sala consiliare della Provincia di Perugia, un’iniziativa pubblica alla presenza delle Istituzioni e del Comitato, organizzata da me, in qualità di Consigliere delegato e dall’Assessore Feligioni, con varie rappresentanze provenienti dai Comuni : in quell’occasione, molte realtà comunali, sulla scorta di quanto effettuato prima dal Comune di Gubbio e da quello di Pietralunga, si sono rese conto per la prima volta del carattere distruttivo dell’opera in questione sull’ambiente e sul territorio e hanno in seguito prodotto deliberazioni contro il passaggio del metanodotto . La Provincia di Perugia, dal canto suo, si era già adoperata per salvaguardare il territorio delle “ Marcite “ , nella Valnerina, dal passaggio del “ tubo “ . All’iniziativa del 2012 e ai ricorsi, seguiva , sempre nel 2012, un’iniziativa congiunta mia e del Consigliere regionale Orfeo Goracci per produrre, anche nell’assise regionale, una deliberazione analoga a quella del Consiglio provinciale , obiettivo parzialmente raggiunto . L’interrogazione da me discussa per ultima nasceva e nasce da sviluppi negativi in ordine al progetto , sviluppi di cui ho chiesto conto all’Assessore Antonini. Insistenti erano le voci, provenienti dal territorio della Valnerina, di un’azione della Snam volta a convincere i proprietari dei terreni a vendere per consentire il passaggio della trincea dell’opera stessa . Di queste voci ( anche l’Assessore lo ha precisato ) non vi è conferma, mentre , purtroppo, vi è conferma di altri atti, elencati dall’Assessore stesso , sui quali ho invitato e invito le comunità ad azioni di vigilanza e anche di protesta. Nonostante le delibere il pronunciamento della Provincia, in sede di convocazione presso la Regione Umbria, sulle diverse criticità ambientali dell’opera, con chiara opzione a favore di nuove ipotesi progettuali, e nonostante la Regione si fosse riservata, in seguito alla denuncia rivolta alla Commissione europea anche dalla Provincia, di esprimere un parere definitivo nel corso della conferenza Stato – Regioni, la Regione stessa ha alla fine dato parere ambientale favorevole all’opera con Determinazione dirigenziale n. 2129 del 12.04.2013 . L’atto più grave viene però dal Governo : con Provvedimento n. 24655 del 29 ottobre 2013, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare , Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali , ha disposto l’esclusione della procedura di valutazione di impatto ambientale, con prescrizioni, della “ Variante di tracciato nei territori comunali di Gubbio e Gualdo Tadino “ . Resta quindi in piedi il progetto, integro, con “ prescrizioni “ che, certo, non rappresentano che un imbellettamento del progetto stesso . Questo è inaccettabile per le comunità, per i cittadini, che vedranno violentato, in mancanza di un’energica reazione con i mezzi che la legge e la democrazia consentono, il loro territorio ! Occorre quindi seguire con la massima attenzione gli sviluppi del caso e agire, di concerto con la Regione Abruzzo ( la Legge da essa elaborata non è stata tenuta nel minimo conto a livello nazionale ) per bloccare l’opera , inutile e dannosa ad un tempo, priva anche del seppur minimo vantaggio e della benché minima contropartita per le comunità . Ancora una volta l’Umbria e il territorio appenninico vengono considerati solo come servitù di passaggio e terreno di caccia per il profitto di pochi . Bisogna impedirlo” !
Gc14015.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 14 gennaio 2014 - “Nell’ultima seduta del Consiglio provinciale, ho discusso un’interrogazione riguardante la questione del metanodotto Foligno – Sestino, da me già più volte affrontata in vari documenti, questione sempre viva e attuale che, anzi, per gli sviluppi registratisi nel corso del 2013, minaccia di subire una pericolosa accelerazione – afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - La Provincia di Perugia, anche grazie al mio contributo, ha presentato, a fianco del Comitato “ No tubo “, due ricorsi contro l’opera in questione negli anni scorsi, in sede nazionale ed europea, svolgendo anche opera di sensibilizzazione nei territori e in maniera congiunta con la Provincia di L’Aquila e la Regione Abruzzo , che ha varato una Legge contro il passaggio dell’opera in questione . Nella primavera del 2012 si è tenuta, nella Sala consiliare della Provincia di Perugia, un’iniziativa pubblica alla presenza delle Istituzioni e del Comitato, organizzata da me, in qualità di Consigliere delegato e dall’Assessore Feligioni, con varie rappresentanze provenienti dai Comuni : in quell’occasione, molte realtà comunali, sulla scorta di quanto effettuato prima dal Comune di Gubbio e da quello di Pietralunga, si sono rese conto per la prima volta del carattere distruttivo dell’opera in questione sull’ambiente e sul territorio e hanno in seguito prodotto deliberazioni contro il passaggio del metanodotto . La Provincia di Perugia, dal canto suo, si era già adoperata per salvaguardare il territorio delle “ Marcite “ , nella Valnerina, dal passaggio del “ tubo “ . All’iniziativa del 2012 e ai ricorsi, seguiva , sempre nel 2012, un’iniziativa congiunta mia e del Consigliere regionale Orfeo Goracci per produrre, anche nell’assise regionale, una deliberazione analoga a quella del Consiglio provinciale , obiettivo parzialmente raggiunto . L’interrogazione da me discussa per ultima nasceva e nasce da sviluppi negativi in ordine al progetto , sviluppi di cui ho chiesto conto all’Assessore Antonini. Insistenti erano le voci, provenienti dal territorio della Valnerina, di un’azione della Snam volta a convincere i proprietari dei terreni a vendere per consentire il passaggio della trincea dell’opera stessa . Di queste voci ( anche l’Assessore lo ha precisato ) non vi è conferma, mentre , purtroppo, vi è conferma di altri atti, elencati dall’Assessore stesso , sui quali ho invitato e invito le comunità ad azioni di vigilanza e anche di protesta. Nonostante le delibere il pronunciamento della Provincia, in sede di convocazione presso la Regione Umbria, sulle diverse criticità ambientali dell’opera, con chiara opzione a favore di nuove ipotesi progettuali, e nonostante la Regione si fosse riservata, in seguito alla denuncia rivolta alla Commissione europea anche dalla Provincia, di esprimere un parere definitivo nel corso della conferenza Stato – Regioni, la Regione stessa ha alla fine dato parere ambientale favorevole all’opera con Determinazione dirigenziale n. 2129 del 12.04.2013 . L’atto più grave viene però dal Governo : con Provvedimento n. 24655 del 29 ottobre 2013, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare , Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali , ha disposto l’esclusione della procedura di valutazione di impatto ambientale, con prescrizioni, della “ Variante di tracciato nei territori comunali di Gubbio e Gualdo Tadino “ . Resta quindi in piedi il progetto, integro, con “ prescrizioni “ che, certo, non rappresentano che un imbellettamento del progetto stesso . Questo è inaccettabile per le comunità, per i cittadini, che vedranno violentato, in mancanza di un’energica reazione con i mezzi che la legge e la democrazia consentono, il loro territorio ! Occorre quindi seguire con la massima attenzione gli sviluppi del caso e agire, di concerto con la Regione Abruzzo ( la Legge da essa elaborata non è stata tenuta nel minimo conto a livello nazionale ) per bloccare l’opera , inutile e dannosa ad un tempo, priva anche del seppur minimo vantaggio e della benché minima contropartita per le comunità . Ancora una volta l’Umbria e il territorio appenninico vengono considerati solo come servitù di passaggio e terreno di caccia per il profitto di pochi . Bisogna impedirlo” !
Gc14015.red