(Cittadino e Provincia) – Perugia, 23 novembre 2013 – L’ultima seduta consiliare di Perugia ha approvato all’unanimità il documento UPI sul DDL Città Metropolitane, Province, Unioni e fusioni di Comuni. Dall’Assemblea un coro unanime in difesa delle Province in quanto enti rappresentativi di interessi dei cittadini a garanzia e difesa della democrazia. Luca Baldelli (Prc-Se) dà il sui “pieno e totale appoggio al documento perché la Provincia è una delle più antiche istituzioni e garantiscono, ancora oggi, quella camera di composizione degli interessi particolari portati avanti dai Comuni. Una realtà in cui ci fossero solo Regioni e Comuni – aggiunge Baldelli- sarebbe rovinosa perché difenderebbe solamente i Comuni più grandi. È in atto una campagna denigratoria che investe questi enti in quanto in tutti i processi di crisi c’è stato sempre bisogno di un capro espiatorio che in genere coincide con l’anello più debole e che costa meno”. Enrico Bastioli (Socialisti e Riformisti) si è concentrato sui costi. “La Provincia costa 1,8 euro pro capite, a fronte di 9,4 euro di Comuni e 14,2 di Regioni. E’ un dato estremamente forte – ha commentato – che dovrebbe farci riflettere sull’effettivo costo”. Il consigliere ha poi avanzato una riflessione sul significato di area vasta. “E’ bene chiarire il concetto – ha detto – la Provincia di secondo livello non ha senso di esistere, perché è il popolo che deve decidere. Ed una riforma di simile portata non ha senso affrontarla con decreti di urgenza ma mediante riforme costituzionali”. Franco Asciutti del (Nuovo centro destra) ha affermato come “la prospettiva è che le Province vengano guidate da un gruppo di sindaci che guideranno le scelte dei Comuni più grandi decretando la morte dei piccoli. Se andiamo a colpire il Consiglio provinciale – ha aggiunto – colpiremo il Paese. In tutto questo disegno non c’è una logica. Tutti siamo d’accordo nel difendere questi enti ma quando ci riferiamo ai singoli partiti sono dell’avviso contrario e addirittura ne fanno materia di campagna elettorale. L’incredibile – conclude il senatore – è che siamo in un percorso che appare ineluttabile e che se non si fa si discredita la politica”. Per Maurizio Manini (Pd) “in uno stato serio se si vogliono fare riforme si deve agire in un contesto generale, partendo dall’alto. Rimango allibito nel notare che ancora teniamo in piedi enti intermedi, dove la spesa pubblica è enorme e l’Unione dei Comuni non è decollata. Stiamo facendo delle riforme antidemocratiche, con riduzione dei consiglieri comunali. Come si fa – si domanda Manini – a tagliare un ente importante come la Provincia senza prevedere un’alternativa”. Piero Sorcini (Pdl) ha parlato “delle ultime novità lette sul Sole 24 Ore come l’allargamento ai sindaci e consiglieri comunali ed il rinnovo del Consiglio provinciale invece che ogni quattro, ogni due anni”. Sorcini ha sottolineato l’assenza del Presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi, domandandosi il motivo per cui “in situazioni così importanti per noi non intervenga”. Il consigliere ha chiesto poi all’assessore di seguire in modo dettagliato i passaggi parlamentari e di tenerci informati sugli andamenti. Per l’assessore Piero Mignini “la novità positiva di questo dibattito è che nel paese sta crescendo una consapevolezza da parte di persone importanti che questa battaglia intorno alla questione delle Province in realtà non sia priva di problemi. Una serie di esperti ha cominciato a domandarsi siamo sicuri che noi facciamo questa operazione, aboliamo le Province, poi ci sarà la richiesta di incostituzionalità, si apriranno contenziosi e come si può portare a termine il processo di abolizione se non passando attraverso un loro svuotamento, con ripercussioni sul patto di stabilità e così via. Parallelamente alcuni gruppi parlamentari cominciano a sollevare la questione al Governo che non si può fare una riforma di abolizione delle Province mediante decreti legge. La proposta è votare in Parlamento la proroga della legislatura per un anno e nel frattempo inserire la questione delle Province dentro la questione complessiva a cui sta lavorando il Parlamento. Questo farà sì che si inserisca tuta la questione all’interno di un disegno complessivo. Io non vorrei – ha detto Mignini - che dietro a questa lamentata emergenza economica del paese si nasconda una volontà di un ridisegno politico. E per opporsi a una grande operazione politica non basta difendere le Province ma vorrei provare a partire da qui per diffondere un messaggio vero: tornare a parlare di partecipazione, democrazia e che la gente venga eletta per decidere. Basta con tutti questi commissari, direttori generali che hanno il solo problema di rispondere del loro operato a quanti li hanno nominati. E questo è l’esatto contrario al concetto di democrazia”. Il dibattito non si esaurisce qui ma presto verrà convocato un Consiglio provinciale aperto per approfondire il dibattito di questo tema di grande attualità.
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(Cittadino e Provincia) – Perugia, 23 novembre 2013 – L’ultima seduta consiliare di Perugia ha approvato all’unanimità il documento UPI sul DDL Città Metropolitane, Province, Unioni e fusioni di Comuni. Dall’Assemblea un coro unanime in difesa delle Province in quanto enti rappresentativi di interessi dei cittadini a garanzia e difesa della democrazia. Luca Baldelli (Prc-Se) dà il sui “pieno e totale appoggio al documento perché la Provincia è una delle più antiche istituzioni e garantiscono, ancora oggi, quella camera di composizione degli interessi particolari portati avanti dai Comuni. Una realtà in cui ci fossero solo Regioni e Comuni – aggiunge Baldelli- sarebbe rovinosa perché difenderebbe solamente i Comuni più grandi. È in atto una campagna denigratoria che investe questi enti in quanto in tutti i processi di crisi c’è stato sempre bisogno di un capro espiatorio che in genere coincide con l’anello più debole e che costa meno”. Enrico Bastioli (Socialisti e Riformisti) si è concentrato sui costi. “La Provincia costa 1,8 euro pro capite, a fronte di 9,4 euro di Comuni e 14,2 di Regioni. E’ un dato estremamente forte – ha commentato – che dovrebbe farci riflettere sull’effettivo costo”. Il consigliere ha poi avanzato una riflessione sul significato di area vasta. “E’ bene chiarire il concetto – ha detto – la Provincia di secondo livello non ha senso di esistere, perché è il popolo che deve decidere. Ed una riforma di simile portata non ha senso affrontarla con decreti di urgenza ma mediante riforme costituzionali”. Franco Asciutti del (Nuovo centro destra) ha affermato come “la prospettiva è che le Province vengano guidate da un gruppo di sindaci che guideranno le scelte dei Comuni più grandi decretando la morte dei piccoli. Se andiamo a colpire il Consiglio provinciale – ha aggiunto – colpiremo il Paese. In tutto questo disegno non c’è una logica. Tutti siamo d’accordo nel difendere questi enti ma quando ci riferiamo ai singoli partiti sono dell’avviso contrario e addirittura ne fanno materia di campagna elettorale. L’incredibile – conclude il senatore – è che siamo in un percorso che appare ineluttabile e che se non si fa si discredita la politica”. Per Maurizio Manini (Pd) “in uno stato serio se si vogliono fare riforme si deve agire in un contesto generale, partendo dall’alto. Rimango allibito nel notare che ancora teniamo in piedi enti intermedi, dove la spesa pubblica è enorme e l’Unione dei Comuni non è decollata. Stiamo facendo delle riforme antidemocratiche, con riduzione dei consiglieri comunali. Come si fa – si domanda Manini – a tagliare un ente importante come la Provincia senza prevedere un’alternativa”. Piero Sorcini (Pdl) ha parlato “delle ultime novità lette sul Sole 24 Ore come l’allargamento ai sindaci e consiglieri comunali ed il rinnovo del Consiglio provinciale invece che ogni quattro, ogni due anni”. Sorcini ha sottolineato l’assenza del Presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi, domandandosi il motivo per cui “in situazioni così importanti per noi non intervenga”. Il consigliere ha chiesto poi all’assessore di seguire in modo dettagliato i passaggi parlamentari e di tenerci informati sugli andamenti. Per l’assessore Piero Mignini “la novità positiva di questo dibattito è che nel paese sta crescendo una consapevolezza da parte di persone importanti che questa battaglia intorno alla questione delle Province in realtà non sia priva di problemi. Una serie di esperti ha cominciato a domandarsi siamo sicuri che noi facciamo questa operazione, aboliamo le Province, poi ci sarà la richiesta di incostituzionalità, si apriranno contenziosi e come si può portare a termine il processo di abolizione se non passando attraverso un loro svuotamento, con ripercussioni sul patto di stabilità e così via. Parallelamente alcuni gruppi parlamentari cominciano a sollevare la questione al Governo che non si può fare una riforma di abolizione delle Province mediante decreti legge. La proposta è votare in Parlamento la proroga della legislatura per un anno e nel frattempo inserire la questione delle Province dentro la questione complessiva a cui sta lavorando il Parlamento. Questo farà sì che si inserisca tuta la questione all’interno di un disegno complessivo. Io non vorrei – ha detto Mignini - che dietro a questa lamentata emergenza economica del paese si nasconda una volontà di un ridisegno politico. E per opporsi a una grande operazione politica non basta difendere le Province ma vorrei provare a partire da qui per diffondere un messaggio vero: tornare a parlare di partecipazione, democrazia e che la gente venga eletta per decidere. Basta con tutti questi commissari, direttori generali che hanno il solo problema di rispondere del loro operato a quanti li hanno nominati. E questo è l’esatto contrario al concetto di democrazia”. Il dibattito non si esaurisce qui ma presto verrà convocato un Consiglio provinciale aperto per approfondire il dibattito di questo tema di grande attualità.
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