Guasticchi "un omaggio dovuto ad un popolo, quello polacco, che pagò prezzi altissimi durante e dopo la guerra"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 18 novembre 2013 - “Al di là di querelle che poco mi interessano sul numero dei partecipanti agli scioperi ed alle manifestazioni di questi giorni, ribadisco la mia vicinanza totale ai lavoratori che anche ieri hanno voluto far sentire la loro voce a Perugia e che, nei giorni precedenti, a Gubbio come in altri territori colpiti e anzi devastati dalla recessione, hanno richiamato l’attenzione delle autorità sulle emergenze del mondo del lavoro , del tessuto produttivo umbro, provinciale, locale – afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - Credo che in questo Paese, al di là degli sforzi pur importanti profusi dalle Istituzioni locali, ci si debba ricordare che le aziende sono di qualcuno e quel qualcuno non è il tanto deprecato pubblico, ma ogni volta un padrone che, spesso, denuncia meno dei propri dipendenti . Tacere questo e dedicarsi ad altro è , mi pare, un affronto alla verità e alla realtà . Tacere sul fatto che in Italia manca una politica industriale, che il Paese ha perso le chiavi di casa svendendo i settori strategici del proprio apparato produttivo a multinazionali e banche, con le loro logiche speculative è, mi pare, demenziale , specie a sinistra . Serve una nuova politica economica che colpisca rendite, profitti e speculazioni e ridia ossigeno all’economia reale, quella che produce beni e servizi ! Occorre una gestione della moneta popolare e sottratta alle usurocrazie bancarie, delle quali per troppo tempo non si è parlato e si continua a non parlare ; è mai possibile che le banche, salvate dai soldi pubblici , abbiano impiegato quelle risorse per la speculazione, per i derivati , e non per ridare fiato all’economia reale e al lavoro ? E’ Non si avverte l’insostenibilità di questo andazzo ? Se sì, è allora giunto il momento di costruire un fronte unito e compatto tra lavoratori, piccoli e medi artigiani e commercianti bastonati dalla crisi, dalla rendita, dal grande capitale, dalla speculazione. Un fronte che si batta per i diritti del lavoro, per la patrimoniale, per il ripristino dell’articolo 18 . E’ a questo che bisogna lavorare per ridare speranza al Paese ! Diversamente la crisi si avviterà su se stessa, con esiti ad oggi impensabili a breve termine” .
Gc13555.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 18 novembre 2013 - “Al di là di querelle che poco mi interessano sul numero dei partecipanti agli scioperi ed alle manifestazioni di questi giorni, ribadisco la mia vicinanza totale ai lavoratori che anche ieri hanno voluto far sentire la loro voce a Perugia e che, nei giorni precedenti, a Gubbio come in altri territori colpiti e anzi devastati dalla recessione, hanno richiamato l’attenzione delle autorità sulle emergenze del mondo del lavoro , del tessuto produttivo umbro, provinciale, locale – afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - Credo che in questo Paese, al di là degli sforzi pur importanti profusi dalle Istituzioni locali, ci si debba ricordare che le aziende sono di qualcuno e quel qualcuno non è il tanto deprecato pubblico, ma ogni volta un padrone che, spesso, denuncia meno dei propri dipendenti . Tacere questo e dedicarsi ad altro è , mi pare, un affronto alla verità e alla realtà . Tacere sul fatto che in Italia manca una politica industriale, che il Paese ha perso le chiavi di casa svendendo i settori strategici del proprio apparato produttivo a multinazionali e banche, con le loro logiche speculative è, mi pare, demenziale , specie a sinistra . Serve una nuova politica economica che colpisca rendite, profitti e speculazioni e ridia ossigeno all’economia reale, quella che produce beni e servizi ! Occorre una gestione della moneta popolare e sottratta alle usurocrazie bancarie, delle quali per troppo tempo non si è parlato e si continua a non parlare ; è mai possibile che le banche, salvate dai soldi pubblici , abbiano impiegato quelle risorse per la speculazione, per i derivati , e non per ridare fiato all’economia reale e al lavoro ? E’ Non si avverte l’insostenibilità di questo andazzo ? Se sì, è allora giunto il momento di costruire un fronte unito e compatto tra lavoratori, piccoli e medi artigiani e commercianti bastonati dalla crisi, dalla rendita, dal grande capitale, dalla speculazione. Un fronte che si batta per i diritti del lavoro, per la patrimoniale, per il ripristino dell’articolo 18 . E’ a questo che bisogna lavorare per ridare speranza al Paese ! Diversamente la crisi si avviterà su se stessa, con esiti ad oggi impensabili a breve termine” .
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